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sabato 1 ottobre 2011


Così l`Italia può diventare una potenza nelle reti energetiche. Implora la cancellazione della Robin Tax e invoca lo stato per costruire reti strategiche, evitando campanilismi ostruzionistici. Come Eni (vedere il Foglio di ieri), anche Terna,AD Flavio Cattaneo, l`operatore della rete di trasmissione nazionale dell`energia elettrica, ha inviato alla Consulta attività produttive del Pdl idee, proposte e suggerimenti per una rinnovata politica energetica che sono contenuti in un Libro Bianco sull`energia redatto dal Pdl.

Il gruppo capitanato da Flavio Cattaneo, amministratore delegato, ha scelto la via della schiettezza e ha approfittato dell`occasione, oltre che per chiedere interventi precisi, per registrare un certo disinteresse per il settore energetico da parte dell`esecutivo. Infatti, posto che l`esigenza ultima è quella di una "politica energetica, certa e coerente nel tempo, che stimoli gli investimenti", alcuni provvedimenti recenti vanno in direzione contraria. Primo tra tutti la Robin Tax, l`addizionale di 10,5 punti percentuali all`aliquota Ires per le imprese del settore energetico, che la manovra correttiva di agosto alza di quattro punti (rispetto al livello originale di 6,5) ed estende a imprese prima esonerate, quali i gestori di infrastrutture energetiche e i produttori da fonti rinnovabili,`I`ale incre- mento fiscale, secondo Terna, "provocherà una drastica contrazione degli investimenti da parte delle società, per una cifra superiore a 15 miliardi di minori investimenti nei prossimi cinque anni". Un valore che si riferisce all`insieme delle aziende energetiche coinvolte, non solo a Terna, Va ricordato che per Terna (così come per Snam Rete Gas, Enel e i distributori locali) i ricavi dipendono da tariffe fissate dall`Autorità per l`energia a un livello tale da impedire extraprofitti. Ne segue che inevitabilmente un`erosione dell`utile per via fiscale determina una minore disponibilità finanziaria. Il paradosso, così, è che, se da un lato lo stato-tassatore potrà incamerare un gettito maggiore, lo statoazionista (che controlla il 30 per cento del gruppo) otterrà invece meno dividendi e sconterà un deprezzamento delle sue partecipazioni.
Ma l`aspetto più importante, tra quelli rilevati dall`azienda capeggiata da Cattaneo, riguarda l`esigenza di continuare a mettere in moto investimenti per rafforzare la rete, allo scopo di garantire migliori collegamenti tra le centrali e una più efficace gestione degli impianti rinnovabili.
Il contributo di Terna alle riflessioni del Pdl non si riassume, comunque, in un me- ro cahier de doléance. C`è anche la rivendicazione del proprio ruolo e una importante sottolineatura sulle difficoltà che, normalmente, rallentano i processi autorizzativi. A differenza degli impianti, le reti attraversano molti comuni, e quindi soffrono un percorso particolarmente travagliato:in media, servono tre-quattro anni per ottenere un`autorizzazione, un tempo superiore ai sei mesi previsti dalla legge.
Per risolvere questa sfida, Terna avanza due suggerimenti. Primo: "Garantire che le infrastrutture energetiche essenziali e strategiche, come la rete elettrica di trasmissione nazionale, siano ricondotte nell`ambito della competenza esclusiva dello stato al fine di riconoscere effettiva priorità a questi progetti e garantire agli stessi il rispetto dei termini previsti dalle norme vigenti". Secondo: "Favorire la collaborazione con gli enti locali e le regioni mediante il rafforzamento della concertazione".
Da ultimo, la società che gestisce la rete elettrica risponde al quesito sulla ricerca e sviluppo. Lo fa da un lato sottolineando quanto gli investimenti nell`innovazione possano essere determinanti per il futuro del paese, dall`altro evidenziando il proprio ruolo, in particolare riguardo le "reti intelligenti" e l`accumulo dell`energia in batterie fondamentali per la sicurezza e la crescita delle rinnovabili.
Fonte: IL FOGLIO

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