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PANTANI
Uscita: 17-18-19 Febbraio 2014 - Durata: 93 minuti
LA STORIA
Nel 1998 Marco Pantani, il più famoso ciclista della sua generazione, vinse sia il Tour de France che il Giro d'Italia - una prodezza titanica in termini mentali, fisici e di resistenza che nessun altro ciclista ha più ripetuto. Era per milioni di persone un eroe, il salvatore del ciclismo internazionale dopo gli scandali del doping che minacciavano di distruggere questo sport.
Sei anni dopo, all'età di 34 anni, moriva da solo, in una modesta stanza d’albergo in circostanze ancora misteriose che il medico legale ha attribuito ad avvelenamento da cocaina.
Questa è la storia di Marco Pantani, sconcertante e straordinaria proprio come le sue imprese ciclistiche. La storia di un grande atleta: Marco Pantani, il Pirata, l'uomo che ha segnato l'immaginario collettivo con il suo pedalare in modo drammatico, pazzesco, brillante e di cui fu detto: "Non era uno sportivo ma un artista", "Pantani è un’emozione".
Il brivido viscerale del ciclismo rappresentato dalla fatica sui volti e dalla tensione dei muscoli dei suoi protagonisti e l’estrema bellezza e pericolosità delle sfide in montagna, rendono questo sport un’esperienza elettrizzante.
La struttura del film ci permetterà di accompagnare Pantani, pedalando con lui attraverso le grandi vittorie e le lotte mentre sale, sale, sale fino in cima, fino al gradino più alto del podio. Poi, con il mondo ai suoi piedi, lo vedremo ridiscendere vorticosamente, esattamente come da una folle discesa in montagna.
PANTANI narra la storia di un uomo che cerca semplicemente di ritrovare quei sentimenti che gli avevano fatto sacrificare la propria vita in nome del ciclismo, lo sport che, più di tutto, gli ha dato la vita.
SOGGETTO
La storia di una lotta combattuta dal più importante ciclista della sua generazione; dell'uomo contro la montagna, dell'atleta contro il sistema, di Marco Pantani contro se stesso.
"Ho sempre pensato che fosse più un artista che un atleta - una figura stravagante, un Salvatore Dalì. Ecco perché le persone ne erano affascinate."
Lance Armstrong
PANTANI analizza la cruda verità dietro il declino ineluttabile di un uomo che passando dall’essere uno tra gli atleti più osannati sulla terra ha trascorso i suoi ultimi momenti solo.
Il documentario racconta la storia della sua vita attraverso le vivide immagini di repertorio, i filmati tratti dai telegiornali, le ricostruzioni drammatiche, le interviste ad amici, alla famiglia, ai colleghi, ai rivali di Pantani mentre la sua scomparsa sarà raccontata attraverso le parole di chi ne è stato testimone.
Conosciuto come ‘Il Pirata’, Pantani era un soldato in sella: sovversivo, con uno stile proprio, minuto e agile ha creato un piccolo personaggio ben distinto e riconoscibile, la testa rasata, la bandana iconica, il pizzetto vistoso e gli orecchini lucenti. Gente da tutto il mondo accorreva per vederlo gareggiare, persino Giovanni Paolo II fu un suo ammiratore e sostenitore.
Nelle competizioni a cronometro, dove dominavano gli atleti più possenti, Pantani solitamente si piazzava nella media ma arrivato il momento della sfida alle tortuose strade di montagna, diventava un fenomeno. Affrontava le salite scoscese con un vigore spericolato che pochissimi avversari potevano sfidare.
“Io amo le montagne, ma nel momento dello sforzo maggiore, le odio profondamente. Così cerco di abbreviare la sofferenze”
Marco Pantani
La televisione contribuì a rendere Marco un’icona: le telecamere piazzate sugli elicotteri catturavano quelle sorprendenti accelerazioni su pendenze impossibili, seguite da inquadrature a rallenty della sua esultanza a braccia aperte mentre attraversava il traguardo. Eppure Marco l’intrattenitore era tutt’altro da Marco l’uomo: una persona riservata che evitava le luci della ribalta, restio a farsi fotografare, ma la scelta della sua professione esigeva da lui che fosse un “spot” pubblicitario, ricoperto da testa a piedi dei loghi dello sponsor.
Per 18 mesi era stato praticamente imbattibile in sella. Poi, con una sola tappa rimasta nel Giro D’Italia del 1999, Marco, le cui probabilità di vincere il secondo titolo consecutivo erano altissime, venne sospeso: nelle sue analisi del sangue, il valore dell’ematocrito risultava più alto del consentito. Non fu solo la vittoria ad essergli sottratta, ma la sua reputazione. Pur dichiarando la sua innocenza con forza, si rifiutò di difendere il suo titolo al Tour de France: il suo mondo iniziò a sgretolarsi.
Questo non è un film solo sul ciclismo ma soprattutto un’attenta analisi di cosa spinge gli atleti verso la competizione, la ricerca febbrile della vittoria fino al punto dell’autodistruzione. Uno sguardo alla radice di cosa vuol dire essere un campione sportivo e cosa significano le grandi vittorie, nel controverso contesto che ha attanagliato il ciclismo professionale negli ultimi anni.
NOTE DI REGIA
Viscerale, fisico, questo film tenterà di ricreare la sensazione di essere un ciclista fuoriclasse nelle corse più difficili del mondo.
Il film non vuole essere una semplice autobiografia ma raccontarne le diverse sfaccettature: respirando ed esplorando la magia del Tour de France, la potenza delle montagne, il desiderio dell’uomo di dominarle e la storia sociale di uno sport che conta interamente sull’ingegno umano sia in termini di abilità ingegneristica che di tattica sportiva. Cos’è un ciclista se non un cyborg che va sempre più veloce, pedalando sempre più forte, quando la macchina ha raggiunto il limite di velocità, nel momento i cui subentra la forza di volontà e lo sforzo fisico dell’uomo…
Nell’analizzare l’enorme complotto del doping nel mondo del ciclismo, si indagherà sulle implicazioni fisiche e morali di questa “ingegneria umana”. Non in modo asettico, ma attraverso i suoi personaggi.
La storia naturalmente ruota intorno alla vita di Marco Pantani, un uomo ossessivo eppure geniale che esaltò con le sue vittorie, straordinariamente eccitanti e visivamente coinvolgenti, tutta l’opinione pubblica. Un uomo, le cui performance sulla bicicletta avrebbero raddoppiato gli ascolti televisivi a livello europeo e che, nei momenti più oscuri della Questione Festina, sarebbe stato considerato come il ‘salvatore’. Questo è il vero Marco Pantani, geniale e problematico. La sua vita, come metafora dello sport in cui eccelleva.
Nel nostro viaggio con Marco, non vedremo solo la sua fatica durante le ripide salite, ma ne percepiremo tutto lo sforzo: ogni singolo chilometro mentre sale… e lotta contro gli avversari. Dall’alto, il ciclismo appare uno sport bello, aggraziato – la sintesi perfetta tra uomo e macchina -, immerso in un panorama mozzafiato, ma nel cuore del “plotone”, la gara diventa spietata, violenta mentre i ciclisti cercano di farsi strada per raggiungere la testa del gruppo – costringendo il proprio corpo ad uno sforzo sempre maggiore per ottenere l’agognata maglia gialla (o rosa).
Pantani correva con tanto accanimento da sentire il sapore del sangue e gli spettatori assaporeranno quel gusto metallico, proprio come lui. Un sapore che diventa sempre più amaro mentre Pantani sfiora la morte in un incidente quasi fatale e che lo lascerà con una gamba più corta dell’altra. Gli infortuni renderanno l’obiettivo di diventare il miglior ciclista del pianeta quasi impossibile. Eppure Pantani, geniale e irruento, raggiungerà il suo obiettivo, rimonterà in sella e scalerà quella montagna, nuovamente pronto ad affrontare un imbattibile e glorioso futuro, gara dopo gara.
Ma per quanto stupendo sia il gusto della vittoria, per quanto mozzafiato possa essere la bellezza delle montagne, il film metterà in luce le sue asperità: salite sui pedali a 40km/h, anni di duri allenamenti, discese a 120km/h accovacciati vicini alle ruote, dove basterebbe un singolo sassolino sulla strada a farli ruzzolare e precipitare per terra.
E mentre continuiamo a venire giù dalle montagne, scopriremo come, a distanza di un anno dalla più significativa vittoria, le prime insinuazioni sull’assunzione di sostanze dopanti iniziano a circolare. La sua reazione? Imboccare una strada che, nonostante i continui tentativi di riscatto, lo avrebbe portato sempre più lontano, verso una tragica fine.
Ma nelle sue ore più buie, cercheremo di recuperare il Pantani, ciclista geniale, un uomo che ha cambiato non solo il punto di vista dello spettatore ma ha diffuso la bellezza del ciclismo come sport. Un pioniere, un rivoluzionario e un genio, comunque un uomo e per questo imperfetto. Pantani era un uomo che ha trovato la sua identità sul sellino di una bicicletta e, attraverso immagini inedite, torneremo alle sue prime corse e alla sua innocenza. Il desiderio di vincere e di essere accettato, non lo abbandonerà mai.
Visivamente, utilizzeremo ogni vecchio trucco e qualcuno nuovo, per ricreare un’esperienza come se si viaggiasse sulle montagne russe. Le corse si esauriranno in tutta la loro drammaticità, ed ognuna sarà caratterizzata da una tecnica di montaggio diversa per ricondurre la storia al personaggio. La colonna sonora sarà violentemente drammatica come le stesse montagne, spaziando dalla musica lirica a quella più profonda ed intima.
Eppure, ciò che vedrà lo spettatore non è solo l’uomo, ma le sue conquiste e il grande divertimento che lo accompagnava in ogni sua fatica.
Il film è stato girato sulle Alpi francesi, le Alpi italiani, le Dolomiti, Cesenatico, Majorca, Londra, Sheffield e Roma. Siamo ritornati su ognuno dei luoghi delle grandi vittorie di Marco per fotografare le colline in una nuova luce, così come abbiamo provato a mettere insieme alcuni dei momenti più intimi di Marco e le interviste con i suoi collaboratori più fedeli.
Questo film è un tributo alla sua memoria.
CAST TECNICO
SCRITTO E DIRETTO JAMES ERSKINE
PRODOTTO VICTORIA GREGORY, JAMES ERSKINE
PRODUTTORE ESECUTIVO DOMINIC SCHREIBER, ROBERT JOLLIFFE
DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA JOEL DEVLIN
MUSICHE LORNE BALFE
MONTAGGIO ARTURO CALVETE
CO PRODUTTORE PAOLA DESIDERIO
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