Marcello Pacifico (Anief-Confedir): ma il rinnovo delle graduatorie non è un concorso, né una selezione per acquisire nuovi titoli. L'amministrazione cerca solo di fare cassa sulla pelle dei supplenti. Noi non ci stiamo.
Ancora una decisione a danno dei precari della scuola. Stavolta arriva dalla Provincia autonoma di Trento, dove in occasione del rinnovo della graduatorie d'istituto del personale docente precario la Giunta locale ha prodotto una decisione senza precedenti: far pagare 5 euro di "tassa concorsuale". Attraverso la delibera n. 844, l'amministrazione trentina chiede a migliaia di aspiranti supplenti di dichiarare nella domanda di inserimento o aggiornamento titoli "l'avvenuto versamento della tassa concorsuale di Euro 5,00 con la causale 'Graduatorie d'istituto 2014/2017', effettuato" attraverso tre modalità: versamento sul conto corrente postale, versamento effettuato direttamente al Tesoriere della Provincia autonoma di Trento oppure tramite bonifico bancario.
Per il sindacato l'amministrazione trentina ha erroneamente accostato le finalità delle graduatorie d'istituto a quelle di vere e proprie procedure selettive: queste domande sono finalizzate esclusivamente alla "formazione delle graduatorie d'istituto di II e III fascia valide per gli anni scolastici 2014/2015, 2015/2016 e 2016/2017", non conducono infatti gli aspiranti docenti ad alcuna assunzione a tempo indeterminato. Ed essendo i candidati alla terza fascia già in possesso del titolo di studio, quelli alla seconda fascia anche del abilitazione, attraverso l'inserimento nelle graduatorie delle scuole non chiedono l'acquisizione di alcun ulteriore titolo.
Gli aspiranti docenti chiedono solo di essere inseriti, entro il prossimo 26 giugno, nelle graduatorie della scuola prescelta per l'invio della domanda e, "con successivo provvedimento", potranno "indicare le ulteriori sedi (fino ad un massimo di 15)" dove svolgere le supplenze. Ogni dirigente scolastico, sulla base delle vacanze di posti venutisi a creare nel corso del prossimo triennio, provvederà a convocare i precari meglio posizionati in graduatoria per proporgli un contratto a tempo determinato.
"Non si comprende perché a dei docenti precari che chiedono di lavorare anche solo per pochi giorni – sostiene Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – si debba pretendere una quota di adesione. Questa, infatti, è giustificata solo laddove si organizzi una procedura selettiva per l'acquisizione di un titolo o per concorrere a posti di lavoro a tempo indeterminato. Invece, il rinnovo delle graduatorie d'istituto, fino a prova contraria, non rilascia attestati. Né può essere accostato ad una procedura concorsuale".
"Quello di Trento – continua Pacifico – è un precedente che preoccupa. Perché invece di assegnare ai precari quel che spetta loro, ma che viene sistematicamente negato, come il pagamento delle ferie e delle mensilità estive, l'amministrazione decide di rimpinguare il proprio bilancio chiedendo dei tributi che non hanno motivo di esistere. Introdurre questa tassa d'accesso – conclude il sindacalista Anief-Confedir – significa solo una cosa: voler imporre un altro balzello per fare cassa sulla pelle dei docenti precari della scuola. Ma noi non ci stiamo".
La decisione della Provincia di Trento rappresenta, di conseguenza, una violazione delle norme vigenti. A partire dall'articolo 3 della Costituzione, secondo cui chi ci governa, a tutti i livelli, è tenuto sempre a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e la partecipazione dei lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Per questi motivi, Anief ha deciso di avviare un'iniziativa collettiva per chiedere il rimborso dei 5 euro illegittimamente versati dai precari nelle casse della Provincia di Trento. Fino al prossimo 30 giugno, tutti i docenti precari che vorranno aderire all'iniziativa potranno scrivere a trento@anief.net inserendo nell'oggetto le parole "Restituzione 5 euro graduatorie d'istituto". Nei prossimi giorni, il sindacato fornirà le istruzioni operative per chiedere il rimborso. Aderire significa difendere un diritto: oggi vengono chiesti 5 euro, la prossima volta potrebbero essere molti di più.
Per approfondimenti:
La delibera della Giunta provinciale di Trento del 26 maggio 2014, n. 844
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