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martedì 5 maggio 2015

OGS: 6 maggio 1976 in FRIULI la terra trema

IL TERREMOTO DEL FRIULI SEGNA UNA SVOLTA
PER LA SISMOLOGIA ITALIANA

L’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste lo ricorda mercoledì 6 maggio con una video lezione sulla cultura della prevenzione

“Il terremoto che nel 1976 ha colpito il Friuli Venezia Giulia ha rappresentato una chiave di volta per la sismologia in Italia e anche per la gestione del territorio. Dopo il terremoto del Friuli è nata, infatti, la Protezione Civile ed è iniziata la raccolta sistematica dei dati, prima a livello regionale e poi nazionale, e gli esperti di scienze della terra hanno cominciato a fare rete per studiare in maniera globale il fenomeno terremoto”. Lo afferma Dario Slejko, sismologo dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS), operativo all’epoca in cui quella lunga scossa (durata ben 59 secondi) la sera del 6 maggio 1976 ha fatto tremare il cuore della regione.

Il 6 maggio 1976 in Friuli la terra trema. Alle 21.00 un terremoto di magnitudo 6,4 della scala Richter, e intensità pari al IX-X grado della scala Mercalli, colpisce un’area di 5.700 chilometri quadrati. 59 tragici secondi dura la scossa principale. La zona a nord di Udine è la più colpita: Gemona, Venzone, Osoppo (solo per citarne alcuni) subiscono gli effetti più distruttivi. I danni sono immensi, stimati per 4.500 miliardi di lire. 989 le vittime. Circa 3.000 i feriti. Quasi 200.000 persone perdono la casa.

È la stazione dell’OGS di Trieste a localizzare principalmente le scosse. Il primo strumento per lo studio dei terremoti fu installato infatti nel capoluogo giuliano nel 1906: e può essere considerato il primo tassello della rete sismometrica inaugurata poi dall’OGS il 6 maggio 1977, esattamente un anno dopo il terremoto, per seguire la sequenza sismica ancora in corso e più in generale documentare la sismicità regionale. 

“Il Centro di Ricerche Sismologiche dell’OGS è figlio del terremoto” afferma Marco Mucciarelli, direttore del CRS. “E oggi dispone di una rete per il monitoraggio sismico dell'Italia nord-orientale, consente di individuare le aree sismicamente attive di FVG, Veneto e provincia di Trento e fornisce un sistema di allarme sismico a supporto alla Protezione Civile regionale. Il sistema automatico di allerta oggi funziona in tempi impensabili 39 anni fa: è in grado infatti di fornire dopo poche decine di secondi  dall’evento sismico la localizzazione e la magnitudo alla sala operativa della Protezione Civile e tutto questo dà maggiore efficacia ai soccorsi”.

 “Oggi – aggiunge Mucciarelli – non è possibile prevedere un terremoto, ma sappiamo prevederne le conseguenze: studiando la risposta di terreni ed edifici a una sollecitazione, sappiamo dire quali sono le zone più vulnerabili e questo è molto importante per mettere in atto azioni efficaci di prevenzione, concentrando le risorse dove sono effettivamente necessari interventi antisismici”.

“Ma la prevenzione – continua Maria Cristina Pedicchio, presidente di OGS – si gioca anche sul fronte della diffusione ai cittadini delle buone pratiche di sicurezza. Per questo, mercoledì 6 maggio l’OGS dà il via a una serie di eventi per ricordare il terremoto del Friuli e diffondere strategie di riduzione dei rischi naturali. Fronte sul quale l’OGS è attivo da anni, nell’ambito di iniziative finanziate dalla Protezione Civile Nazionale e dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca”.

Il primo incontro dedicato alla memoria e mirato alla consapevolezza è una video lezione, disponibile dalle ore 9 mercoledì 6 maggio sul sito dell'Istituto (www.inogs.it) e qui versoi40anni.wordpress.com. I sismologi dell'OGS, interagendo con gli studenti dell'Isis Malignani di Udine, ricostruiscono la storia del terremoto di 39 anni fa e illustrano le strategie da adottare per ridurre i rischi e non essere impreparati nei confronti di un terremoto futuro.     

Qui tutte le iniziative in programma http://www.ogs.trieste.it/sites/default/files/locandina_0.pdf



OGS
L'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale è un’istituzione scientifica a vocazione internazionale che trae le sue origini dalla Scuola di Astronomia e Navigazione istituita a Trieste dall’Imperatrice Maria Teresa d’Austria, nel 1753.

È un ente pubblico di ricerca che studia, nelle sue sedi a Trieste e Udine, la Terra e le sue risorse, strutturato in quattro sezioni attivamente impegnate in ricerca di base e applicata: oceanografia e biologia marina, geofisica e geologia marina, sismologia, geofisica sperimentale e di esplorazione

Utilizza le proprie competenze nel campo delle scienze della Terra, del mare e delle aree polari per contribuire alla risoluzione pratica di problemi ambientali, economici e sociali. Con la propria nave di ricerca OGS Explora partecipa da decenni a spedizioni in Antartide e a progetti oceanografici nel Mar Mediterraneo, per salvaguardare e valorizzare le risorse naturali e l’ambiente e per valutare e prevenire i rischi geologici, ambientali e climatici.

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