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Ancora sullo sciopero fiscale
Milano, 6 settembre 2007. Franco Abruzzo, storico del giornalismo, interviene nelle polemiche sul fisco innescate da Umberto Bossi (leader della Lega nord) e osserva che la situazione dell'Italia di oggi è simile a quella della Francia del 1788 come hanno dimostrato Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella con "La Casta":
la corruzione è diffusissima, inarrestabile, patologica.
Lo Stato è una idrovora che divora miliardi, imponendo un peso fiscale mostruoso.
Il bilancio dello Stato non viene spiegato minutamente al popolo: nessuno sa come vengono spesi i propri quattrini versati all'erario.
Il controllo sull'uso del pubblico denato è un atto parlamentare dalle procedure oscure e non pubbliche.
Basta una scintilla per far scoppiare un grande incendio, che travolga le attuali istituzioni e imponga una svolta pararivoluzionaria con la elezione di una Assemblea nazionale costituente incaricata di tracciare un nuovo patto tra cittadini e Stato.
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"Gli Stati Uniti d'America - osserva Abruzzo - sono nati su una rivolta fiscale contro il Governo di Londra, che aveva imposto nel 1765 la tassa sul bollo che pesava anche sui giornali e nel 1774 la tassa sull'importazione del tè. Gli italiani, di fronte agli scandali mostruosi di questi anni e alle imposte crescenti, hanno tante ragioni per avviare una rivoluzione democratica. I cittadini non ne possono più di corruzioni, mafie, arbitri, favoritismi. L'Italia di oggi assomiglia, alla Francia del Settecento: dà l'impressione di essere un accozzo di territori che non uno Stato razionalmente organizzato. Dopo 146 anni di unità nazionale, l'Italia e gli italiani sono da costruire su basi nuove. I cittadini devono essere pronti a fare la loro parte, mandando a casa tutta la classe politica che costa centinaia di miliardi e che ha distrutto le base morali e materiali della Repubblica
Franco Abruzzo:
www.francoabruzzo.it
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