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giovedì 20 settembre 2007

UE accusa "stage, basta col lavoro mascherato da studio"

Stage, atto d'accusa delle Ue "Basta lavoro mascherato da studio"

La Commisione: stop con i rimborsi mancati e i rinnovi senza garanzie
In Europa un giovane su sei non completa gli studi

di TULLIA FABIANI


Combattere l'abbandono scolastico, favorire l'inserimento nel mondo del lavoro e, soprattutto, controllare i tirocini: tempi, condizioni, e obiettivi reali di uno stage. Basta con il lavoro mascherato da tirocinio; basta con i rimborsi mancati, i rinnovi senza garanzie e i passaggi da un'azienda all'altra senza mai ottenere un lavoro vero. L'Unione Europea lancia il monito contro le forme di abuso dei tirocini e promuove nuove politiche per i giovani: la popolazione europea invecchia rapidamente e la fascia dei lavoratori giovani si restringe, perciò è necessario investire sulla "promozione della piena partecipazione dei giovani nell'occupazione, nell'educazione e nella società".

L'indagine. Secondo uno studio della Commissione, in Europa un giovane su sei abbandona la scuola prima di aver completato il corso di studi e 4,6 milioni di persone tra i 15 e i 24 anni sono disoccupati. Anche i ragazzi diplomati incontrano diverse difficoltà: uno su tre è senza lavoro un anno dopo essere entrato nel mercato del lavoro; mentre uno su quattro, al termine degli studi, non ha maturato abbastanza competenze per trovare un'occupazione. Perciò nel documento della Commissione si evidenzia la necessità, a livello europeo e nazionale, di investire di più e a breve nell'istruzione dei ragazzi e di migliorare la transizione dall'istruzione al lavoro.

"C'è da affrontare una situazione paradossale: l'Ue da un lato ha carenza di manodopera e dall'altro troppi giovani disoccupati - evidenzia Vladimír 0pidla, Commissario per l'occupazione, gli affari sociali e le pari opportunità - Dobbiamo riuscire a dare vita a una società capace di integrare, nella quale nessuno sia lasciato indietro".
Nel rapporto della Commissione è evidente infatti che le sfide fronteggiate dai giovani oggi sono più complesse di quelle affrontate dalla generazione dei loro genitori: flessibilità e precariato come primi ostacoli, poi la maggiore qualificazione richiesta e lavori che presuppongono abilità diverse e superiori rispetto al passato; e, d'altra parte, il rifiuto per lavori ritenuti squalificanti. Tutto accompagnato da un passaggio scuola-lavoro lento e complicato, di cui i tirocini, in molti casi, sono pessimo esempio. "Lo stage è troppo spesso un lavoro mascherato da tirocinio - afferma 0pidla - non si tratta di volontariato, ma di una formazione che deve essere pagata e deve dare valore aggiunto al tirocinante. Inoltre non è possibile che ci siano giovani che saltano da uno stage all'altro senza avere un lavoro vero. Questo diventa dumping sociale e va combattuto". Un impegno significativo dunque contro gli "abusi" praticati dalle aziende su stagisti che quasi sempre lavorano gratis.

Le proposte politiche. A questo proposito la Commissione nel 2008 presenterà un Codice di Buona Condotta per i tirocini: "Purtroppo - precisa 0pidla - non sarà legalmente vincolante, in quanto la Commissione non ha potere di emanare direttive in materia di occupazione, anche se in questo caso lo farei volentieri". Il documento verrà sottoposto ai governi e alla società civile, per essere discusso e per diventare un punto di riferimento riconosciuto a livello europeo. Il modello di riferimento potrebbe essere quello del programma Leonardo, che negli ultimi anni ha consentito a migliaia di giovani di studiare e lavorare grazie a borse di studio comunitarie.

"Nel momento in cui milioni di ragazzi in Europa tornano sui banchi di scuola all'inizio del nuovo anno scolastico, dobbiamo intensificare gli sforzi affinché possano sviluppare le loro capacità e partecipare più attivamente alla società - dichiara Ján Figel', Commissario europeo per l'istruzione, la formazione, la cultura e la gioventù - I giovani devono sentire che hanno tutto l'interesse a impegnarsi". Un esempio viene dalle attività di volontariato: la Commissione sostiene infatti che è necessario investire non solo in termini finanziari ma anche in termini politici e sociali, attraverso famiglie, associazioni, ONG, insegnanti e datori di lavoro.
Le proposte operative contenute nella Comunicazione saranno presentate ai giovani il 16 settembre a Lisbona, ma intanto sollecitano gli Stati membri a coinvolgere i ragazzi nei processi di decisione e di valutazione delle politiche per la gioventù; invitano a collegare meglio istruzione e imprese; chiedono di lottare contro l'abbandono scolastico, e di implementare una 'flexicurity' che migliori le prospettive sul mercato del lavoro.

Mentre sul fronte mobilità, accanto alla richiesta di facilitare le opportunità di spostamento, sono già annunciate iniziative: dal 24 al 29 settembre sono in programma infatti le Giornate dell'Occupazione. Una videoconferenza con 50 giovani che sono andati a lavorare fuori dal loro paese e un incontro tra i giovani e 50 imprese europee, che nella speranza dei Commissari dovrebbe portare alla firma di 1000 contratti. Infine, altri impegni concreti: redigere ogni tre anni, con la collaborazione dei giovani stessi, una relazione sulla gioventù; realizzare una nuova Strategia per la Salute che sostenga le iniziative pensate per i ragazzi; valutare le attività di volontariato affinché vengano riconosciute nel curriculum.


Origine: Repubblica

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