COMUNICATO-STAMPA
DALL’ASSEMBLEA MONDIALE DEGLI ELETTI E DEI CITTADINI PER L’ACQUA LETTERA AI CAPI DI STATO E DI GOVERNO, AI MEMBRI DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL’ONU, AI PRESIDENTI DEI PARLAMENTI
22 marzo: i cittadini si riappropriano della Giornata Mondiale dell’Acqua
LETTERA SULL’ACQUA
Noi parlamentari, sindaci, amministratori locali, rappresentanti delle imprese pubbliche dell’acqua, responsabili dei sindacati della funzione pubblica e cittadini impegnati nei movimenti in difesa dell’acqua provenienti dall’Africa, dall’America latina, dall’America del Nord, dall’Asia e dall’Europa ci siamo riuniti in assemblea – 650 persone – a Bruxelles dal 18 al 20 marzo 2007 nella sede del Parlamento Europeo.
Abbiamo deciso, con questa lettera di informare degli impegni da noi presi tutti i Capi di Stato e di Governo del mondo, tutti i Presidenti dei Parlamenti nazionali, del Parlamento Europeo, del Parlamento Panafricano, del Parlatino (America latina) e i membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Lo scopo della nostra assemblea è stato quello di prendere insieme degli impegni precisi miranti a concretizzare il diritto umano all’acqua di tutti gli abitanti del pianeta – servizi igienico–sanitari compresi – e a salvaguardare le risorse idriche del pianeta dall’attuale predazione e devastazione, perchè l’acqua è un bene comune patrimoniale inalienabile dell’umanità e fonte essenziale di vita per tutte le specie viventi.
Siamo convinti che non c’è nessuna inevitabilità all’attuale crisi dell’acqua nel mondo e al fatto che 1,5 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua potabile e 2,6 miliardi non beneficiano di nessun servizio igienico-sanitario.
Non v’è nessuna inevitabilità per quanto riguarda la quantità d’acqua disponibile e la sua qualità. Se l’acqua diventa sempre più rara, e quindi più cara, ciò è dovuto soprattutto alle nostre scelte in materia di utilizzo e di consumo. Se inoltre, diventata rara, l’acqua sarà causa di conflitti e di guerre nei prossimi decenni, la responsabilita’ di ciò ricadra’ direttamente sugli eletti e sui cittadini in particolare dei paesi del Nord del mondo.
La crisi attuale dell’acqua è il risultato delle nostre scelte economiche, tecnologiche e produttive. In realtà è uno scandalo che l’economia mondiale non sia capace di utilizzare parte della ricchezza disponibile per finanziare l’accesso all’acqua potabile e la costruzione di latrine da cui dipende la salute e la speranza di vita di 2,6 miliardi di persone.
Di fronte a questa situazione e prospettive abbiamo assunto i seguenti impegni prioritari:
· far riconoscere l’accesso all’acqua come diritto umano universale, indivisibile e imprescrittibile in occasione del 60° anniversario della Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo (il 10 dicembre 2008) da parte del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite. Questo impegno è stato assunto dai Ministri presenti all’assemblea rappresentanti del governo italiano e boliviano;
· contrastare le decisioni dei governi che perseguono l’inserimento dei servizi idrici fra quelli oggetto di negoziati per la loro liberalizzazione nell’ambito dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. L’acqua non è una merce e tanto meno lo sono i servizi idrici;
· rinforzare il ruolo delle imprese pubbliche dell’acqua facilitandone – attraverso misure di natura finanziaria e incentivi fiscali – la capacità produttiva, l’efficienza e la qualità dei servizi, favorendo la creazione di consorzi e la cooperazione fra loro a livello dei bacini naturali;
· realizzare una grande mobilitazione in favore di programmi di partenariato Pubblico-Pubblico fra le collettività locali Nord/Sud, Sud/Sud e Nord/Nord. Ciò facendo si eviterà che la cooperazione solidale fondata sull’allocazione di un centesimo di euro al metro cubo non resti una forma di aiuto caritatevole, ma diventi anche una forma di partecipazione ispirata ai principi di una Carta della Solidarieta’ fra cittadini e comunita’ locali;
· opporsi all’operato dei poteri pubblici che tendono a far dipendere sempre di più il finanziamento degli investimenti in infrastrutture e servizi pubblici da capitali privati in una logica strettamente finanziaria e speculativa. Ci siamo pertanto impegnati a richiedere la creazione di una Commissione d’inchiesta sui Fondi d’Investimento internazionale specializzati nell’acqua, i cui risultati consentiranno di identificare le soluzioni alternative da adottare per assicurare in maniera coerente e sistematica il finanziamento pubblico degli investimenti pubblici nel settore dell’acqua. A questo riguardo, non è vero che si abbia un bisogno di un volume di investimenti così elevato come affermano la Banca Mondiale e le imprese private dei mercati finanziari;
· rafforzare tutti gli impegni dei “Portatori d’acqua” a livello delle scuole, delle comunità e degli Enti locali, dei singoli cittadini.
In coerenza con questi impegni chiediamo ai destinatari di questa lettera di aderire ai principi sopra menzionati e adottare tutte le misure necessarie per la concretizzazione degli impegni da noi assunti. In particolare chiediamo di:
· aderire all’iniziativa per il riconoscimento dell’acqua come diritto umano entro il 10 dicembre 2008 introducendo questo principio nelle Carte Costituzionali dei singoli paesi ai diversi livelli territoriali, e contemporaneamente formalizzare lo Statuto dell’acqua come bene comune pubblico;
· prendere le disposizioni necessarie affinchè le istituzioni pubbliche non debbano più far ricorso ai mercati di capitale privato per il finanziamento degli investimenti pubblici;
· istituire come Nazioni Unite un’Agenzia Mondiale dell’Acqua – con poteri di indirizzo e di controllo – a tutela delle capacità autonome delle comunità locali di governare le risorse idriche nell’interesse delle popolazioni, delle generazioni future e degli ecosistemi naturali;
· assumere, di conseguenza, la diretta responsabilità dei Forum Mondiali dell’Acqua, oggi esercitata in modo non legittimo e ingiustificato da un’organizzazione privata sotto il controllo e l’influenza delle imprese multinazionale dell’acqua che è il Consiglio Mondiale dell’acqua.
Noi non abbiamo nessun diritto di impedire a più di due miliardi di persone, in maggioranza donne e bambini, il diritto a una vita umana e dignitosa. Nè abbiamo il diritto – al solo scopo di perpetuare il nostro potere in termini di ricchezza e di consumo – di alimentare le guerre dell’acqua. Abbiamo invece il dovere di promuovere la partecipazione responsabile e la più diffusa possibile di ogni cittadino al governo dell’acqua ed al suo uso ragionevole e sostenibile. Il pianeta non è un oggetto di consumo predatorio, una merce da sfruttare. Il pianeta è il luogo di vita per tutti i suoi abitanti e del vivere insieme pacifico. L’acqua è pace, e deve essere fonte di futuro condiviso e partecipato.
Bruxelles, 20 marzo 2007
I 650 parlamentari, sindaci, amministratori locali, rappresentanti di imprese pubbliche dell’acqua, esponenti dei sindacati della funzione pubblica e dei movimenti della società civile partecipanti all’Assemblea Mondiale degli Eletti e dei Cittadini per l’Acqua (AMECE).
www.amece.net <http://www.amece.net/> - www.contrattoacqua.it <http://www.contrattoacqua.it/>
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