UNA NUOVA STRAGE SUL LAVORO, LACRIME DI CIRCOSTANZA E MANCANZA DI CONTROLLI .
Di Raffaele Pirozzi e Giuseppe Biasco
Un'altra strage sul lavoro a Mineo, paese a 35 Km da Catania, dove in una vasca di depurazione di fanghi sono morti 4 dipendenti del Comune e due operai di una Ditta di espurgo fogne. Ieri il tragico bollettino dei morti sul lavoro ha registrato altri tre morti in diverse località italiane che porta a 9 il numero delle vittime sul lavoro registrate in un solo giorno.
Di fronte a questo grave e continuo stillicidio di morti, si avverte un senso di impotenza, sembra che non si faccia mai niente per evitare queste tragedie, sembra che tutti accettano la fatalità della vita, sembra naturale che quando si va a lavorare si può anche morire all'improvviso, senza una ragione plausibile, senza un motivo.
Ogni tre mesi stiamo registrando una strage sul lavoro ed ancora non si fa nulla, ancora tutte le parole che vengono dette nella circostanza non vengono seguite da nessun atto concreto, passata la giornata della commozione generale che la notizia suscita, i morti vengono seppelliti e dimenticati e le famiglie restano sole, più povere nel dolore di una perdita tanto assurda, quanto irreparabile.
A Dicembre dell'anno scorso abbiamo vissuto il dramma della Thyssen di Torino con 7 morti; il 3 Marzo scorso abbiamo vissuto il dramma di Molfetta dove sono morti 5 operai mentre pulivano una cisterna; sono passati tre mesi e siamo costretti ad aggiungere questi nuovi 6 morti alla lunga lista di caduti sul lavoro.
Per completezza di informazione e per avvalorare le nostre tesi, va detto che a Torino non sono ancora certe le cause del grave incidente, che per l'incidente di Molfetta non si conosce quale sostanza abbia provocato l'avvelenamento degli operai e da quanto si capisce dalle prime notizie che giungono da Catania, sarà difficile sapere come sono morti sei padri di famiglia in una vasca di fango. Sarà difficile sapere che cosa si sversava in quei fanghi e quale inquinamento nascondeva quella vasca in cui il lavoro doveva essere una normale pulizia delle griglie e dei condotti ed invece si è trasformata in una trappola mortale.
Quello che meraviglia l'opinione pubblica è il modo in cui si maturano queste tragedie, tutti corrono in soccorso del proprio compagno di lavoro e tutti muoiono insieme. Nessuno si ferma in tempo, perché un compagno di lavoro non si abbandona mai! Questo è il tragico ed importante ultimo messaggio che ci consegnano gli operai quando cadono sul lavoro, la solidarietà è un valore che va oltre le miserie quotidiane e diventa, senza retorica, nel silenzio di una tragedia un insegnamento per un intera nazione.
E' di fronte a queste tragedie che le affermazioni del Ministro Sacconi appaiono fuori posto. Che significa: "Vogliamo diminuire le regole ma non i diritti", come ha affermato recentemente?
Senza le regole i diritti non vengono rispettati. Di fronte ai caduti sul lavoro il diritto alla salute, ad un lavoro protetto e sicuro non è garantito, perché non sono rispettate le regole, che diventano una mera formalità. Leggi esistenti e non rispettate, mancanza di controlli, mancanza di organizzazione sociale e culturale per prevenire queste tragedie, sono lo scenario in cui si matura il dramma degli incidenti sul lavoro, figuriamoci se andiamo verso una deregulation per i rapporti di lavoro in cui il merito diventa l'unico sistema per garantire una retribuzione accettabile.
In questo contesto il merito significa lavorare di più per il lavoratore e spendere di meno per l'imprenditore, spsriamo che questo non si realizzi a scapito della salute e della sicurezza degli operai.
Ancora una volta dobbiamo assistere ad un dramma del lavoro, tutti dobbiamo qualcosa a quei morti, dobbiamo lavorare tutti perché il loro sacrificio non sia inutile.
NAPOLI, 12/06/08
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