Parlare di mezzi pubblici in una città come Napoli, afflitta da cortei, auto in doppia e tripla fila e da disorganizzazione aziendale è come sparare sulla croce rossa. Prendere ad esempio una linea come il 140, invidiata da tutti fino a qualche anno fa, quando da Piazza del Gesù raggiungeva Capo Posillipo, zona residenziale, frequentata da turisti, sembra anacronistico. Con l'immissione delle linee R1,2,3,4 si è avuto un notevole miglioramento. Resta il problema di raggiungere il proprio domicilio da questi capilinea. Giunti in Piazzetta del Leone con la vicina metropolitana, la funicolare, la C4, C16, R3 o con le linee dirette a Fuorigrotta su Via Bruno Giordano si resta in attesa per ore per raggiungere Via Posillipo.
Ormai da qualche tempo non si contano i ritardi giornalieri di 30/40 minuti. Sabato 25 aprile si è superato ogni limite. La superlodata linea140, unica vettura in circolazione, si è fatta attendere un'ora e venti minuti, dalle 19,20 alle 20,40. Può far fede il foglio di marcia dell'autista. Inutile dire che in un giorno di festa e con Via Caracciolo e Mergellina, invase da migliaia di auto anche i taxi sono rari. Alle vibrate proteste degli utenti, molte le badanti e gli anziani dell'ospizio marino, obbligati al rientro entro le 20 altrimenti lasciati fuori, l'autista del mezzo pubblico giustificava il ritardo con il traffico e il mancato cambio degli autisti, per assenze.
Ad una lettera di proteste di qualche tempo fa per gli abituali ritardi, il presidente dell'Anm, ebbe la cortesia di rispondere che in alcune ore del giorno, il flusso di passeggeri era minore e quindi si riducevano automaticamente le corse, senza tener conto che la 140 è l'unica linea che transita per Via Posillipo, servendo oltre duecentomila abitanti, tra parchi, traverse e ospedale. Lo stesso presidente non è, probabilmente a conoscenza dello strabocchevole affollamento della linea nelle ore di punta, dalle 7 alle 10 del mattino e dalle 15 alle 17 per lo spostamento di studenti, colf e ora anche di bagnanti. In queste ore sarebbe auspicabile un intervento degli ispettori della motorizzazione civile per verificare il numero di passeggeri trasportati, su strade ripide, affollate con mezzi spesso traballanti.
Dagli archivi dell'Atan, ora Anm si può facilmente rilevare che fino al 1950 la zona era servita da ben tre linee tranviarie, la 2 rosso, 2 nero e della linea 15 che raggiungeva la lontana Via Arenaccia e, fino a pochi anni or sono dalla linea 183 che collegava Piazza San Luigi con il Vomero. Con la soppressione delle linee tranviarie e l'istituzione delle linee rosse, sembra assurdo dirlo, la zona versa in uno stato di grave disagio.
Da anni con lettere, telefonate al fantomatico numero verde, si chiede l'istituzione di una linea breve, come il 140 barrato da far girare in Piazza Sannazaro, come d'altronde avviene per la C21. Servirebbe a scoraggiare borseggiatori, portoghesi e avere maggiore considerazione per le famiglie che versano in media 500 euro l'anno nelle casse dell'Anm, in attesa che avvenga la privatizzazione delle aziende di trasporto.
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