LA DOPPIA MORALE DEL NOSTRO PAESE E LA VENDETTA MEDIATICA DI BERLUSCONI.
di Raffaele Pirozzi e Giuseppe Biasco
Piero Marrazzo si è dimesso da Presidente della Regione Lazio, era l'unica cosa da fare. Assumersi le proprie responsabilità non è facile, ma è un segno di civiltà importante, per restituire ai cittadini, anche in una vicenda così grave e particolare, un minimo di fiducia nelle Istituzioni.
Lo choc che questa vicenda ha provocato nella opinione pubblica è stato grande, il tutto si è consumato nel giro di poco tempo. Dalle prime indiscrezioni e dalle prime smentite sono passati solo dieci giorni. Giorni nei quali Marrazzo, è stato sottoposto ad un massacro personale e sociale, che non ha dato scampo al povero ed imprudente Governatore del Lazio. Feltri non è abituato a fare prigionieri, i nemici vanno uccisi socialmente, perché non debbono più rappresentare un problema, ma soprattutto, perché i morti non possono, a loro volta, vendicarsi.Questa regola la conosce bene il Direttore del "Giornale", che fa della vendetta la sua politica. Adesso che si è dimesso si è appreso che Marrazzo non è indagato, non ci sono problemi con la droga, e che lui è vittima di un volgare quanto odioso ricatto. Non è un reato, nel nostro paese andare con i transessuali, anche se, nell'opinione pubblica, questa pratica desta una particolare riprovazione, perché appare, ancora, come un indizio di un disordine morale non compatibile con ruoli sociali di particolare importanza e rilevanza.Questa considerazione, ben radicata nella nostra società, è stata ben sfruttata dai giornali di regime, ha avuto la conseguenza, che Marrazzo, in soli dieci giorni, è passare dal ruolo di politico importante che ricopriva, dalla brillante carriera professionale e con una bella famiglia, ad quello di un disperato, rinchiuso per la vergogna in un monastero. Poiché Marazzo è anche un giornalista televisivo molto conosciuto, la sua immagine è definitivamente compromessa. La sua vita di successo non sarà più la stessa. Già adesso si capisce che la ricaduta sulla sua famiglia e sui suoi affetti sarà devastante.Un uomo distrutto, insomma, vittima di un ricatto e di una gogna mediatica, che è stata adoperata a discapito di tutte le dichiarazioni sul diritto ad avere una privacy, molto agitato quando si tratta del premier e che per gli altri non vale.
Come successe al povero e dimissionario direttore dell'Avvenire, che si dimise senza colpe, Marrazzo è stato massacrato, da una azione politica che a messo in campo carabinieri, agenzie di stampa, giornali, Marina Berlusconi ed il P.D.L. del Lazio, che ha chiesto ed ottenuto le dimissioni del presidente del Lazio. Quello che vale per Marrazzo non vale per Berlusconi. Il vendicativo Premier, lo aveva promesso ad Agosto, "ne vedremo delle belle!", ed infati la sua campagna di autunno, sta producendo dei risultati eccezionali.Che il premier vada con delle minorenni, che sua moglie denunci il modo di selezione delle candidate del PdL, che delle prostitute sono ospiti a Palazzo Grazioli, dove, oltre ai summit politici, si svolgono feste con minorenni e droga, non ha nessuna importanza; anche se imprenditori corrotti confermano ai magistrati che in quelle riunioni girava cocaina e che tutto ciò serviva per ottenere favori in merito agli appalti. Alle dieci domande di Repubblica non bisogna rispondere, il premier non si deve dimettere, perché è in atto un complotto contro di lui, mentre il vizioso Marrazzo deve dimettersi, deve essere svergognato nella sua famiglia e nella società. Certo, la colpa è sua, ma in questo paese vige la legge di sempre: due pesi e due misure. Berlusconi è sempre innocente e deve imporre a tutti la sua morale di ricco prepotente; mentre gli altri devono seguire la morale corrente e devono pagare per i loro errori con pene pesanti.
Aspettiamo di sapere a chi toccherà la prossima volta, purtroppo nella classe dirigente italiana sono molti coloro, che nel privato, hanno comportamenti riprovevoli e sono facilmente ricattabili.
La seconda repubblica sta finendo negli scandali e nella vergogna, speriamo che il nostro paese sappia ancora una volta ritrovare la forza per risalire la china e tornare a respirare un aria pulita, in cui sia forte una morale collettiva e condivisa, senza la quale non può esserci sviluppo e crescita sociale
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