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sabato 19 settembre 2015

Breve storia del gadget: le grandi imprese di un piccolo cult

PantaPack: design e creatività

Non sono in molti a conoscere questa storia. Anno domini 1943, l'appena diciassettenne Ingvar Kamprad vive nella sperduta cittadina di Agunnaryd, nel sud della Svezia. 
Incitato dal padre, il quale preme affinché il giovane possa presto diventare indipendente, Ingvar avvia un piccolo business di matite intagliate artigianalmente, che comincia a vendere porta a porta. 

Gli affari vanno bene, e presto ogni abitante della zona possiede una piccola matita di legno prodotta da Ingvar.
Il ragazzo è intraprendente: quasi fosse un impavido Ulisse dei nostri giorni, entrato nelle case dei suoi vicini tramite un modesto oggetto di legno, punta ancora più in alto, vuole progettare tutto di quelle case, renderle belle e funzionali, semplici come le sue matite. 

Si è fatto da sé, il giovane Ingvar, così immagina un futuro in cui tutti possano costruire da soli tavoli, sedie, armadi e qualsiasi altra cosa di casa. 
L'idea funziona, fin da subito. Ingvar mischia le sue iniziali con il nome della fattoria in cui è cresciuto, Elmtaryd, e con quello della città in cui è cominciato tutto, Agunnaryd: chiama la sua idea IKEA.
Da allora, in ogni grande magazzino IKEA si possono trovare migliaia di matite in legno, un piccolo vezzo al quale Ingvar, oggi quasi novantenne, non ha mai rinunciato. 

In fondo, il suo è un curioso caso di Benjamin Button del business, partito da un semplicissimo gadget e arrivato, nel giro di mezzo secolo, a sviluppare uno dei brand di maggiore successo del pianeta.


Ma qual è la nascita del gadget come lo conosciamo oggi? 

Anche in questo caso esiste una data precisa, ma bisogna andare parecchio indietro nel tempo e precisamente al 1886, anno in cui viene inaugurata l'opera con cui la Francia decide di onorare il centenario della Dichiarazione d'Indipendenza americana: la Statua della Libertà

Per l'occasione, la società francese responsabile della fusione della scultura, la Gaget, Gauthier & Cie, realizza un modellino in bronzo da distribuire il giorno dell'evento, il 28 ottobre.
Non appena il  progenitore dei nostri odierni gadget comincia a circolare per le strade riscuote un'immediata popolarità fra i newyorkesi, che si divertono a chiamarlo proprio con lo strano nome dei suoi inventori, quelli della Gadget appunto. 

L'utilizzo del termine si espande velocemente anche sull'altra sponda dell'oceano, favorito dall'assonanza con un'altra parola proveniente dal dialetto francese, gagée, usata per identificare oggetti di piccole dimensioni.
Nella seconda metà del secolo scorso i gadget si impongono al mondo come una delle strategie di marketing di maggior successo. 

 
Nascono i collezionabili: la Coca-Cola avvia la produzione stagionale di lattine in edizioni limitate per celebrare anniversari e partnership, rivestendo in maniera geniale l'epidermide stessa del prodotto con le caratteristiche promozionali del gadget; anni più tardi, milioni di bambini trascinano milioni di genitori ad acquistare quintali di Happy Meal solo per aggiungere una nuova sorpresa alla propria collezione.

E in Italia? Il Bel Paese conosce un'enorme diffusione del fenomeno soprattutto a partire dal 1990 grazie all'iniziativa promossa dall'IP, che in occasione dei mondiali di calcio realizza dei goffi ritratti in miniatura dei campioni della Nazionale Italiana: i Bomberini Azzurri, croce e delizia delle più accanite aste di Ebay.

Oggi l'universo dei gadget si è allargato a dismisura e il significato stesso della parola si è esteso fino a includere qualunque tipo di accessorio, entrando di prepotenza nel mondo hi-tech

In particolare, negli ultimi anni sono sempre di più le piccole e grandi società che si affidano ad aziende specializzate nel confezionamento e imballaggio gadget innovativi e dotati di grande appeal, percorrendo così una delle migliori strade per realizzare una strategia di brand improvement collaudata e vincente.

È difficile prevedere cosa potremo aspettarci in futuro dai gadget. 
Di sicuro, nonostante l'avvento dell'era digitale sembri aver fagocitato qualunque tipo di oggetto nel limbo delle passioni ormai vintage, questo piccolo esercito di matite, statuette, lattine e miniature saprà conquistare nuove generazioni di consumatori che non vogliono rinunciare alla leggerezza dei ricordi.

Questo articolo è stato realizzato in collaborazione con l'ufficio creativo di Pantapack Solution.

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