Ma la crisi da sola non basta a spiegare la situazione, c’è anche la mancanza di progettualità e di chiarezza a frenare lo sviluppo. Un esempio su tutti. “Quando si deve realizzare una rete ferroviaria o un elettrodotto – dice Laterza - ci si scontra sempre con lo stop delle comunità locali, ossessionate dalla questione del risarcimento. E’ il caso delle reti energetiche bloccate dalle comunità locali? Esattamente: il tema non può essere confinato ad una gestione locale, se ne deve adottare una di interesse comunitaria”. Come a dire che l’interesse di pochi frena l’interesse di molti.
E’ importante poi che il capitale privato entri in azione, ma soprattutto che si attui anche una vera e propria “politica infrastrutturale” perché “il Mezzogiorno ha in sé le potenzialità per farcela, come dimostrano i dati sull'export, per questo, non servono ricette miracolistiche. Non serve l'assistenzialismo, non servono i grandi annunci e le promesse”. Del resto stiamo parlando di una zona dell’Italia dove sono aperti tuttora “50 tavoli di crisi aziendali” e dove se non si interviene rapidamente sulla produttività e sulla crescita si rischia una “desertificazione industriale”.
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