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mercoledì 30 gennaio 2013

Terna Stazione Politecnico: Addio ai vecchi tralicci, l’alta tensione va sottoterra.


Al via i lavori in via Spalato a Torino, per realizzare la nuova stazione elettrica Politecnico di Terna. Un connubio tra estetica, rispetto per l’ambiente e la salute, per un investimento complessivo di 170 milioni. La nuova stazione consentirà il transito e lo scambio di energia collegando le dorsali in cavo che alimentano il capoluogo con una serie di benefici, in termini di sicurezza ed efficienza, per il sistema elettrico. La struttura è progettata per ridurre al minimo l’impatto visivo e l’inquinamento acustico e ambientale.
Ambiente, salute. E perchè no, estetica. Tre priorità che valgono un investimento complessivo di 170 milioni.
A Torino c’è un nuovo cantiere: sono partiti i lavori per realizzare la stazione elettrica Politecnico di Terna, società presieduta da Luigi Roth e guidata da Flavio Cattaneo. Obiettivo della struttura, illustrata nel rendering e completata all’inizio del prossimo anno, sarà consentire il transito e lo scambio di energia collegando le dorsali in cavo che alimentano il capoluogo con una serie di benefici, in termini di sicurezza ed efficienza, per il sistema elettrico.
Ma conviene precisare che la stazione, collocata all’intersezione tra via Spalato e via D’Annunzio, rappresenta il tassello importante di un piano più ambizioso, frutto dell’accordo siglato dalla Regione e da Terna nel 2008: il riassetto della rete, a tratti obsoleta, tramite l’interramento dei cavi ad alta tensione. Significa molte cose: maggiore sicurezza, certo. Ma anche la scomparsa dei tralicci, o la loro sostituzione con quelli di nuova generazione, seguita dalle ricadute del caso in termini di impatto ambientale.
Nei mesi scorsi Terna, guidata da Flavio Cattaneo, ha concluso la prima tranche di lavori nel quadrante occidentale con cinque collegamenti interrati - Salvemini-Torino Ovest; Sangone-Salvemini; Grugliasco-Gerbido; Gerbido-Salvemini; Sangone-Torino Sud - e quattro nuove stazioni elettriche: Salvemini, Grugliasco, Gerbido, Pellerina. Pochi giorni fa ha ottenuto il via libera dal Ministero dello Sviluppo Economico per i nuovi cavi interrati Martinetto-Levanna e Politecnico-Torino Sud. A fine interventi, spiegano dall’azienda, saranno 20 le opere realizzate (cinque stazioni elettriche e 15 collegamenti in cavo interrato) e 58 i chilometri di vecchi elettrodotti aerei dismessi a fronte della costruzione di appena sette chilometri di nuove linee aeree ad alta tecnologia, basso impatto ambientale e cromatismi compatibili con il paesaggio. Ulteriori benefici ambientali rimandano al riutilizzo dei vecchi tracciati, pari al 65%, alla minimizzazione dell’apertura dei cantieri e alla minimizzazione degli impatti paesaggistici, concordata con gli enti di riferimento.
Una svolta che nasce dall’esigenza di ammodernare la rete, risalente agli Anni ’50, e garantire la tenuta delle potenze in transito - anche nell’ottica dell’aumento dei carichi in città - evitando congestioni in una delle aree che, va da sè, è tra le più importanti del Piemonte. La stazione in costruzione, 650 metri quadrati, sarà articolata in tre volumi: il primo, il più grande, ospiterà le apparecchiature ad alta tensione; il secondo, parallelo al primo, costituisce una manica di servizio, mentre il terzo ospiterà la sala quadri, i servizi ausiliari e quelli logistici. Sarà poi realizzata una cabina prefabbricata per la società distributrice per l’alimentazione in media tensione dei servizi ausiliari.
Non ultimo: la struttura è progettata per ridurre al minimo l’impatto visivo e l’inquinamento acustico e ambientale: le apparecchiature, racchiuse nell’edificio principale, non saranno visibili dall’esterno; data l’assenza di turbine e macchinari non verranno emessi fumi, odori o rumori. Il progetto è frutto di un accordo con le istituzioni locali, in particolare Palazzo civico. Nell’occasione, Terna ha versato, tra l’altro, 30 mila euro alla terza circoscrizione per la realizzazione di una nuova area cani al posto di quella che sorgeva nella zona.
FONTE: La Stampa

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