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domenica 7 marzo 2010

L'Astigiano e il lavoro femminile

ASTI - Anche nei dintorni dell’8 marzo si può parlare di donne e contribuire alla riflessione spostando il discorso dai rametti di mimosa all’ambito lavorativo, economico e della realizzazione umana e professionale.
Discriminazioni in fase di accesso al lavoro o nel livello di retribuzione, licenziamenti per maternità, mancate concessioni di congedi per malattia dei figli o di part-time per lavoratrici con carichi familiari, mancate progressioni di carriera per le donne, lavori destinati a soli uomini o bandi di concorso che prevedono condizioni preferenziali e punteggi sproporzionati per quanti abbiano assolto il servizio militare: tutte queste situazioni sono ancora all’ordine del giorno. E c’è molta strada da fare ancora.

La Consigliera di Parità è una figura istituzionale che tutela la posizione lavorativa delle donne incidendo sulle situazioni che sono di ostacolo alla realizzazione della piena parità uomo-donna sul lavoro.

Ad Asti, il ruolo è ricoperto da Gloria Ruffa, nominata con decreto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di concerto con il Ministero per le Pari Opportunità.
“I nuovi ingressi femminili sul mercato del lavoro - dice Gloria Ruffa -, essendo per la grande maggioranza a tempo determinato, non hanno tutele di nessun tipo. In tempo di crisi non è scontato dire “investiamo sulle donne”, ed è chiaro che non farlo sarebbe una scelta sbagliata, non solo per le donne ma per tutto il Paese. Le donne sono una risorsa che va spesa per uscire dalla crisi, rappresentano un capitale per le loro competenze e per quella particolare dote che è la dimensione della relazione. Dalla crisi si esce se si imboccano delle strade nuove. Trovo oggi più che mai necessario promuovere misure che incentivino il lavoro femminile. C’è stata in questi ultimi anni una grande stagione di riformismo delle donne: ora siamo nelle condizioni per costruire un piano di lavoro comune e condiviso, bisogna tornare a fare un forte gioco di squadra. Credo sia finita invece la stagione della rivendicazione dei diritti: ormai le donne sono forti e devono esercitare la loro responsabilità per se stesse e per il contesto sociale in cui sono e devono essere protagoniste”.
La Consigliera di Parità si occupa della promozione dell'occupazione femminile, attraverso la prevenzione e la lotta alle discriminazioni nell'accesso al lavoro e nei luoghi di lavoro. Ha una funzione di tutela da un lato, di promozione attiva dall'altro: ha compiti di controllo del rispetto della normativa antidiscriminatoria, rileva le discriminazioni di genere anche mediante l’intervento del servizio ispettivo di lavoro, promuove il coordinamento tra politiche del lavoro e formazione locali con gli indirizzi comunitari e nazionali in materia di pari opportunità anche mediante il collegamento con gli assessorati del lavoro e con gli organismi di pari opportunità degli enti locali. E’ legittimata a proporre ricorsi giudiziali anche in via di urgenza per tutti i casi di discriminazione diretta e indiretta davanti al tribunale, in funzione di giudice del lavoro, o al Tar.
“La mia attività quotidiana - spiega Ruffa - si svolge su situazioni diverse ma che potrei riassumere con richieste di informazioni sui congedi di maternità e paternità da parte di genitori lavoratori, richieste di aiuto su situazioni di violenza in ambito familiare e non da parte di donne, problemi legati a richieste di mobilità lavorativa in famiglie con figli con disabilità, richieste di aiuto per donne che non possono mantenere il posto di lavoro per ragioni di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, richieste di part-time che non vengono accettate dalle aziende perché non esiste una legge specifica. Spesso lavoro anche su interventi di formazione o di informazione, come relatrice in convegni o scuole secondarie e università".
A bilancio dell’attività dell’ultimo anno, Gloria Ruffa sottolinea: “Con i singoli mi sono trovata ad affrontare problematiche legate alla conciliazione tra tempi di vita e di lavoro. Con i consulenti del lavoro mi sono impegnata a fare informazione sulle possibilità di agevolazioni e sostegni per mantenere o potenziale i livelli di occupazione femminile. Con l’Università ho finanziato una ricerca sull’inclusione lavorativa e sociale delle assistenti familiari e con la Camera di Commercio di Asti e l’istituto “Quintino Sella” ho svolto un lavoro di indagine sulla responsabilità sociale delle aziende”.
Ma si può dire che esista una “questione femminile” nell’Astigiano? “Specialmente sui livelli di occupazione femminile - dice Ruffa -: stipendi molto più bassi di quelli degli uomini, tipologie di lavoro atipico penalizzanti, specialmente per giovani donne laureate, problemi a ricollocarsi sul mercato del lavoro in settori diversi dalla cura alla persona dopo una maternità. Diverse aziende che occupavano manodopera femminile (con bassa scolarità) sono ormai chiuse o in crisi, senza contare che esistono anche delle difficoltà per le donne ad accedere alla formazione, sia per problemi di conciliazione sia per le scarse risorse messe in campo".

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