Indagine congiunturale sulle
piccole e medie imprese del Lazio
II semestre 2006
RELAZIONE DEL PRESIDENTE
MASSIMO TABACCHIERA
Roma, 1° febbraio 2007
Sul piano internazionale, la seconda parte del 2006 non ha portato evidenti segnali di discontinuità nella politica estera ed economica. I consuntivi 2006 delle grandi economie certificano il consolidarsi della loro crescita che, nonostante qualche isolato cenno di rallentamento, continuano a non essere realtà comparabili con quella dell'Unione Europea, meno dinamica, che "dovrebbe aver chiuso" l'anno segnando un +2,6% nell'area Euro, dato comunque in recupero rispetto al +1,4% del 20051.
Tuttavia, le previsioni sul 2007 indicano un rallentamento dell'area Euro (al +2,1%), in linea con le indicazioni sull'andamento delle prospettive mondiali, ora stimate al +4% circa.
Per l'economia italiana, i principali istituti di previsione hanno tutti aggiornato, come di prassi, le precedenti stime di crescita per il 2007, operazione che li vede accomunati, in quanto improntata al ribasso.
Per quanto riguarda il Lazio, le stime Unioncamere diffuse a dicembre 2006 sul PIL del Lazio indicano, per la nostra regione, una crescita pari al +1,7% per il 2006 (era il +1,3% a maggio).
Tav.1.10 – Andamento del PIL (tassi di variazione % su valori a prezzi costanti 1995).
2004 | 2005 | 2006* | 2007* | |
Lazio | 3,8 | 0,3 | 1,7 | 1,4 |
Centro | 2,5 | -0,1 | 1,6 | 1,4 |
Italia | 1,2 | 0,0 | 1,7 | 1,4 |
Fonte: Unioncamere, Scenari di Sviluppo delle Economie Locali, 2006-2009, dicembre 2006. (*) dati previsionali.
In tema di demografia delle imprese, nel terzo trimestre 2006 il tasso di crescita totale nel Lazio (Tav.1.11) è stato pari allo 0,58% rispetto allo 0,28% dell'Italia: anche in questo trimestre, hanno contribuito a questo risultato soprattutto le società di capitali (+1,05%).
Tav.1.11 - Lazio: demografia delle imprese nel 2° trimestre 2006.
Tutti settori | Registrate | Attive | Iscrizioni | Cessazioni | Saldo | Tax crescita | Tax natalità | Tax mortalità |
Frosinone | 45.671 | 38.624 | 657 | 425 | 232 | 0,51 | 1,44 | 0,93 |
Latina | 56.539 | 46.712 | 813 | 494 | 319 | 0,56 | 1,44 | 0,87 |
Rieti | 15.019 | 12.903 | 193 | 145 | 48 | 0,32 | 1,29 | 0,97 |
Roma | 407.136 | 235.370 | 6.112 | 3.627 | 2.485 | 0,61 | 1,50 | 0,89 |
Viterbo | 39.560 | 35.350 | 473 | 309 | 164 | 0,41 | 1,20 | 0,78 |
Lazio | 563.925 | 368.959 | 8.248 | 5.000 | 3.248 | 0,58 | 1,46 | 0,89 |
Italia | 6.121.510 | 5.158.804 | 78.920 | 61.846 | 17.074 | 0,28 | 1,29 | 1,01 |
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Federlazio su dati Movimprese.
Dopo un consuntivo 2005 al -2,7% le esportazioni del Lazio nei primi nove mesi del 2006 (Tav.1.13) sono aumentate dell'8,2% su base annua.
Inoltre, in questo periodo, si registra anche un aumento, seppur contenuto, della quota di export della nostra regione rispetto al totale nazionale: nel confronto col periodo gennaio-settembre 2005, questa quota passa dal 3,6% al 3,7%.
Tav.1.13 - Lazio: import-export nei primi nove mesi del 2006 (quote e variazioni % tendenziali).
VARIAZIONI % | UE 25 | EXTRA UE 25 | MONDO | Quota %su Italia | Quota % su Lazio | ||
2006-05 | 2006-05 | 2006-05 | 2005 | 2006 | 2005 | 2006 | |
EXPORT | |||||||
Viterbo | -5,6 | 8,0 | -1,3 | 0,1 | 0,1 | 3,2 | 2,9 |
Rieti | 13,8 | 5,5 | 8,0 | 0,2 | 0,2 | 5,2 | 5,2 |
Roma | -17,3 | 18,9 | 2,4 | 1,8 | 1,7 | 49,8 | 47,2 |
Latina | 17,1 | 29,5 | 20,0 | 0,9 | 1,0 | 25,5 | 28,3 |
Frosinone | 4,0 | 25,8 | 9,2 | 0,6 | 0,6 | 16,2 | 16,4 |
LAZIO | 0,0 | 19,7 | 8,2 | 3,6 | 3,7 | 100,0 | 100,0 |
ITALIA | 4,6 | 11,7 | 7,4 | 100,0 | 100,0 | ||
IMPORT | |||||||
Viterbo | 0,3 | 25,0 | 9,8 | 0,1 | 0,1 | 1,1 | 1,0 |
Rieti | 32,9 | -36,9 | -0,6 | 0,1 | 0,1 | 1,9 | 1,6 |
Roma | 16,1 | 19,5 | 17,6 | 6,1 | 6,4 | 77,0 | 79,7 |
Latina | -4,1 | -17,5 | -7,6 | 1,2 | 1,0 | 15,0 | 12,2 |
Frosinone | 10,7 | 47,9 | 22,3 | 0,4 | 0,4 | 5,1 | 5,5 |
LAZIO | 12,1 | 15,9 | 13,6 | 7,9 | 8,0 | 100,0 | 100,0 |
ITALIA | 6,5 | 21,3 | 12,8 | 100,0 | 100,0 |
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Federlazio su dati ISTAT.
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Dal quadro qui sommariamente descritto sulla base delle fonti istituzionali, passiamo ora ai risultati della nostra indagine, svolta su un campione di 350 aziende associate, e relativa al secondo semestre 2006.
Cominciamo dagli ordinativi totali ricevuti dalle imprese nella seconda parte del 2006 (Graf.2.1).
Nel confronto col primo semestre 2006 il saldo di opinione, inteso come differenza tra risposte con valenza positiva e risposte con valenza negativa, è rimasto stabile a +22, con ciò indicando il mantenimento delle posizioni conseguite nella prima parte dell'anno; per quanto concerne la provenienza geografica degli ordini ricevuti (Graf.2.1), si riducono i valori dei saldi rilevati sui mercati esteri.
Graf.2.1 – Andamento degli ordinativi per area geografica di provenienza (valori %).
Fonte: Indagine Congiunturale Federlazio
Per quel che concerne il fatturato totale, il saldo aumenta di 5 punti, passando da +20 a +25, mentre per la produzione (Graf.2.6), il saldo rimane stabile a +20.
Graf.2.6 - Livello della produzione (valori %).
Fonte: Indagine Congiunturale Federlazio.
Sul versante degli investimenti (Graf.2.12), nel secondo semestre 2006 aumenta la percentuale delle imprese che ha dichiarato di averne effettuati, ora al 68,6% (dal 64,1% di sei mesi fa), mentre il 31,4% ha affermato il contrario (a fronte del 35,9% del semestre precedente).
Graf.2.12 – Investimenti effettuati nel II semestre 2006 (valori %).
Fonte: Indagine Congiunturale Federlazio.
Ma la nostra indagine ha rilevato anche le previsioni a breve sui prossimi sei mesi che, nel complesso, possono dirsi ottimistiche. Difatti, i saldi attesi per le principali variabili aziendali sono positivi ed in crescita rispetto a quanto riscontrato nella precedente indagine per ordini e fatturato totale, produzione ed occupazione.
In particolare sugli ordinativi totali nel prossimo semestre (Graf.2.2), le attese sono ottimistiche: il saldo passa da +26 a +39, sebbene questo risultato dipenda solo dalle attese formulate sul mercato domestico, positive ed in crescita, mentre dal mercato estero si attendono sensibili contrazioni (pur permanendo positivo il saldo atteso), in particolare dall'area extra Unione Europea.
Graf.2.2 – Previsioni sugli ordinativi per area geografica di provenienza (valori %).
Fonte: Indagine Congiunturale Federlazio
Abbiamo poi chiesto alle imprese del campione di esprimersi sulla loro previsione di ampliamento o meno dell'organico nei prossimi sei mesi. Il risultato emerso indica un sensibile recupero del saldo sulle intenzioni di assumere, grazie all'aumento della percentuale di imprese che intenderebbero assumere nel corso dei primi sei mesi del 2007 (dal 15,9% al 21,4%).
Graf.2.14 - Previsioni sull'occupazione (valori %).
Fonte: Indagine Congiunturale Federlazio.
Per quanto concerne le intenzioni d'investimento nel prossimo semestre, il 36,6% delle imprese ha dichiarato di voler investire (ma erano il 41,4% nella precedente indagine): il saldo indica un'intenzionalità all'investimento in attenuazione, passando da +49 a +47 (Graf.2.12).
Graf.2.12 - Previsioni sugli investimenti (valori %).
Fonte: Indagine Congiunturale Federlazio.
I dati emersi dall'indagine Federlazio sono stati sottoposti ad una disaggregazione per settori, da cui si evince che, nel secondo semestre 2006, gli ordinativi totali sono cresciuti in modo robusto nel settore del legno e informatico, cui seguono alimentare, abbigliamento grafico-editoriale e servizi: andamento in controtendenza è stato invece riscontrato nei restanti settori, in particolare nel chimico.
Quanto alle previsioni sugli ordinativi nei prossimi sei mesi, solo le imprese del settore chimico mostrano variazioni negative del saldo, mentre l'ottimismo è piuttosto diffuso nei restanti settori, in particolare nel legno.
Rispetto al recupero generalizzato dell'occupazione, questa variabile ha mostrato cenni di vivacità nel settore alimentare, nel legno, abbigliamento e servizi. Più timida la ripresa occupazionale nel settore edile mentre si registrano rallentamenti nei settori chimico, informatico, metalmeccanico e grafico-editoriale.
Per quanto concerne le intenzioni di assunzione nel primo semestre 2007, queste sono positive nel settore legno, alimentare e metalmeccanico, al contrario di quanto rilevato per il settore abbigliamento, grafico-editoriale e chimico.
Infine, sul versante degli investimenti, è importante rilevare che, nel confronto coi risultati del precedente semestre, la maggioranza dei settori considerati ha visto aumentare la percentuale di imprese che ha effettuato investimenti: in altri termini, ad eccezione di abbigliamento e costruzioni, nei restanti settori sono più numerose le imprese che hanno investito.
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Riepilogando, i dati segnalano che il vento pur lieve della ripresa, che avevamo rilevato nella precedente indagine non si è arrestato. Le principali grandezze congiunturali esaminate concordano del disegnare, anche per il 2° semestre 2006, un quadro confortante, con in più una novità rispetto al 1° semestre, rappresentata dall'emergere di un orientamento complessivamente ottimistico anche nelle previsioni a breve, cosa che la volta scorsa mancava.
E' come se le Pmi, ai primi segnali di fibrillazione delle principali economie europee e mondiali avessero cominciato a riposizionarsi, mosse da una tensione positiva verso il futuro che le spinge ad abbandonare la precedente cautela nei confronti delle prospettive a breve. Il che potrebbe significare che si va forse lentamente ricostituendo quel capitale di fiducia nel ciclo economico che è notoriamente parte essenziale nelle scelte strategiche degli operatori economici.
Qui occorre però tenere presente un dato che non è secondario ai fini dell'interpretazione dei risultati dell'indagine. Lo studio ha rilevato le percezioni imprenditoriali nel corso del mese di dicembre, quando ancora i contenuti della finanziaria nazionale e di quella regionale non erano stati del tutto definiti. Oggi, a finanziarie approvate siamo in grado di affermare che esse contengono, accanto a misure che dobbiamo riconoscere sono state pensate in favore del sistema produttivo e che ci auguriamo diano presto i loro frutti, anche provvedimenti che, a nostro avviso, peseranno non poco su quello con il rischio di frustrare le attese ottimistiche formulate dagli stessi imprenditori. Questi ultimi, infatti, si troveranno nel corso di quest'anno di fronte ad un inasprimento fiscale a tutti i livelli, nazionale, regionale e locale, che graverà sulle potenzialità espansive del tessuto imprenditoriale.
Del resto se si vuole che la Pmi continui a produrre valore, a garantire occupazione, a confrontarsi con i competitors stranieri, a fare coesione sociale, bisogna che la si metta nelle condizioni migliori per operare, e non la si ostacoli con una tassazione crescente, con un costo del denaro eccessivo e – aggiungo – con un sistema di aggiudicazione delle gare d'appalto in tutti i settori – dalle costruzioni, alle pulizie alle forniture al sistema sanitario e via dicendo – che esclude sistematicamente le Pmi a favore delle grandi.
Ancora oggi siamo costretti a rilevare che, mentre da un lato il Consiglio Regionale approva, com'è accaduto a marzo scorso, una norma che limita il ricorso al global service, dall'altro direttori generali di grandi strutture sanitarie ancora ne magnificano le virtù, dichiarando la propria volontà di farvi ricorso massicciamente.
Le Pmi sono stanche di dover fare da spettatrici passive alle gare pubbliche. Né si sentono minimamente sollevate dal sapere che alle vecchie (note) "cordate" se ne sostituiscono di nuove (non meno note).
Per finire, consentitemi di richiamare qui, considerando che è stato appena riconfermato il mandato del Presidente Marrazzo a Commissario Straordinario per l'emergenza rifiuti, che resta tuttora aperta l'annosa questione riguardante i gravi ritardi dei pagamenti di molti comuni del Lazio nei confronti delle aziende che forniscono loro il servizio di smaltimento dei rifiuti. Ci auguriamo che la Giunta mostri attenzione e sensibilità per tale problema adoperandosi nei confronti dei comuni inadempienti al fine di scongiurare il determinarsi di una situazione che rischia di diventare ingestibile.
Anche questo, mi sembra, è un modo per sostenere l'economia e il tessuto delle Pmi di questa regione.
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