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mercoledì 28 febbraio 2007

TFR - Trattamento di Fine Rapporto





TFR - Trattamento di Fine Rapporto TFR: UNA FINE O UN NUOVO INIZIO ?

Spostare il pacco bomba da sopra le ginocchia a sotto la sedia non risolve il problema della pensione futura. Una svolta è possibile con i sistemi di incentivazione aziendale.


Si calcola che sono dodici milioni i lavoratori dipendenti privati interessati dalla riforma del TFR per un flusso annuo di ca. 13 miliardi di euro di Tfr. Una vera rivoluzione. Entro giugno i dipendenti privati dovranno decidere se destinare il proprio Tfr maturando a un fondo di previdenza integrativa oppure se lasciarlo in azienda.

Un lavoratore su quattro ha già deciso di destinare il proprio Tfr a uno dei tre tipi di fondo pensione, mentre il 53% ha scelto di mantenerlo in azienda. Gli indecisi invece sono il 22 per cento. Lo rivela il sondaggio IPR Marketing realizzato per Il Sole-24 Ore su un campione di mille dipendenti del settore privato. Grande agitazione dunque tra i lavoratori e anche tra i datori di lavoro che gridano allo scippo.

Una cosa che non tutti conoscono però sono i dati statistici in materia previdenziale. Tra 25 anni un lavoratore dipendente, fondo o non fondo scelto, andrà in pensione, con il 43% del suo ultimo stipendio e un lavoratore autonomo con il 27% del suo ultimo stipendio.

La manovra del TFR sposta solo il pacco bomba da sopra le ginocchia a sotto la sedia. La pensione versione classica di fatto non esiste più già da diverso tempo per una buona parte della popolazione. Le questioni previdenziali sono arrivate ad un punto di non ritorno "chi ha dato ha dato chi ha avuto ha avuto". I lavoratori sono costretti a pensare a nuove forme di sostentamento per il domani.

Un valido aiuto arriva dai sistemi di incentivazione aziendale in grado di far guadagnare di più ai lavoratori e di aumentare nel contempo la redditività delle imprese. L'azione parte con la volontà di tutti gli operatori economici di guardare alle cose in modo diverso da come hanno fatto fino ad ora. Per creare maggiore ricchezza è necessario dividerne una parte con le persone che aiutano a crearla. Un imprenditore può destinare fino al 50% di quello che non sta guadagnando ai propri collaboratori che l'aiutano a guadagnarlo.

Numerose aziende hanno già iniziato a lavorare con il sistema degli incentivi economici per tutti i reparti e per tutti i collaboratori.

I Supermercati Massì, per esempio, una realtà lombarda in forte espansione presente con 20 punti vendita e altri 5 in previsione per il 2008. In una intervista rilasciata a Paolo Ruggeri, Responsabile R&D di Mind Consulting, Anna Allieri, responsabile risorse umane della Catena afferma:

"aver lanciato degli incentivi economici ci ha permesso non solo di premiare i collaboratori più meritevoli, ma anche di far attecchire in azienda la cultura dell’efficacia e della responsabilità. Ogni collaboratore è stimolato non solo a svolgere il proprio lavoro, ma anche a far sì che gli obiettivi del punto vendita vengano raggiunti."

Vantaggi per i lavoratori che possono guardare con maggiore serenità al futuro, vantaggi per la crescita delle imprese e vantaggi anche per lo Stato.

Un sistema di incentivazioni che funzioni oltre alla parte di riconoscimento economica deve comprendere anche accurate azioni di motivazione e di coinvolgimento del personale e va gestito da manager preparati che sappiano scatenare una positiva competitività interna. Solo in questo modo i dipendenti sono spronati a fare sempre meglio e sempre di più. Esistono delle tecniche specifiche in materia.

La responsabilità sociale oggi passa nelle mani degli imprenditori e dei manager. Siamo nell'era dei "Nuovi Condottieri".


Francesca Cattozzo - Ufficio Stampa Mind Consulting Italia

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