In tanti avvertiamo crescere in noi un desiderio interiore di calore umano, di solidarietà morale e di comunicazione interpersonale, un bisogno di umanità e di comunità esistenziale per chi non frequenta ambienti e forme di socialità che non siano la chiesa, i bar, i pub e altri locali pubblici, le palestre e gli stadi di calcio, i partiti politici, i centri estetici e quelli commerciali, i salotti mondani, eccetera.
E' un richiamo esplicito e diretto, ma profondo, a quei valori umani e sociali che si sono persi e sgretolati, direi alienati nel senso etimologico del termine, vale a dire resi alieni, ossia estraniati dalla nostra condizione umana e sociale, e che purtroppo sono difficili da recuperare, presi come siamo da un perverso e micidiale ingranaggio di fabbricazione e consumo che ci attanaglia e ci stritola, impedendoci di pensare, di progettare una felicità comune, di godere e vivere pigramente, lentamente, oziosamente, le gioie e i piaceri concessi dalla vita.
Occorre fermarsi, (ri)prendersi una lunga e distesa pausa di riflessione esistenziale e politica, per riscoprire la propria umanità, per riappropriarsi degli spazi di autentica vivibilità e di convivenza sociale. La democrazia e la libertà sono diritti nulli ed insignificanti, se non vengono tradotti in partecipazione diretta e corale, se non sono applicati nell'esercizio concreto, nella prassi politica quotidiana, nel vissuto particolare delle nostre piccole comunità locali. Laddove è ancora possibile un'esistenza a misura d'uomo, una condivisione comune, e laddove è non solo possibile, ma altresì necessario, costruire e realizzare un processo collettivo di autentica democrazia diretta e partecipativa.
Lucio Garofalo <garofaloluc@tiscali.it>
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