SCENARI RISCHIOSI E AVVENTATEZZA DI IPOTESI GIORNALISTICHE
di Raffaele Pirozzi e Ettore Combattente
Il dibattito politico italiano è assorbito per intero sugli scenari della eventuale sentenza della Corte Costituzionale sul Lodo Alfano e dagli effetti della sentenza in sede civile di condanna della Mediaset di Berlusconi per 750 milioni di euro per danni a De Benedetti. La stampa italiana si caratterizza sempre più come giornalismo di scenari, in cui si mischiano fatti e supposizioni non suffragati da fatti, e questo mi fa ricordare le grandi rappresentazioni della sinistra durante la guerra fredda che nascondevano i problemi concreti del Paese e l'assenza di una proposta di politica di governo di alternativa democratica alla DC e attizzavano la divisione del Paese, mentre alimentavano le speranza degli elettori del PCI di qualche evento mondiale che capovolgesse lo scenario della guerra fredda a favore del socialismo reale. Mi dispiace cha anche qualche quotidiano attento e responsabile sulla politica italiana si sia messo sul terreno delle ipotesi: che cosa succede se un tribunale fa una certa sentenza? Quale Day after?
Seguendo quegli scenari da più parti prospettati verrebbe da aggiungere: ma ci si rende conto che elezioni politiche anticipate conseguente ad un apertura di procedimento verso il Presidente del Consiglio aprirebbe davvero uno scenario drammatico di crisi delle istituzione e della separazione dei poteri con una opposizione tra magistratura e la maggioranza dell'elettorato. La politica dovrebbe mantenersi al di fuori delle controversie giudiziarie e lasciare al loro corso le iniziative della magistratura. In questo ha senso il lodo Alfano che sottrae le maggiori cariche istituzionale durante il mandato da processi penali per reati commessi al di fuori della loro funzione si rivela come una misura saggia che salva il Paese da un evento destabilizzante.
Noi non abbiamo un bipolarismo tenue, sostenuto da condivisione di valori, e che viva di alternative di programmi politici, come auspica da sempre il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Esiste una contrapposizione dura tra due schieramenti, uno dei quali ha avuto un grande consenso elettorale ed è legittimato a governare e lo può fare a prescindere delle sentenze della magistratura.
Il Presidente del Consiglio, se ha problemi di conflitto d'interessi non consono ad una democrazia politica e se si espone a giudizi morali da parte del cittadino elettore, è principalmente un problema di chi l'ha votato e di chi rappresenta quei voti al parlamento, di un Partito, il PdL, che , penso, si debba preoccupare di tenere unito un corpo elettorale così vasto e così variegato sul piano sociale ed economico.
L'opposizione deve essere forza di governo alternativa e deve assumersi il carico di un raffreddamento dello scontro e spostare l'attenzione del paese su un programma e su politiche che abbiano alcune priorità di valori che mobilitino il Paese, unisca le forze sociali incalzi le istituzioni e dia agli elettori tutti risposte più convincenti e più affidabili ai problemi del Paese.
A quel punto la palla passerebbe al Pdl sulle garanzie democratiche, e questo ha rilievo sul sistema democratico, sul bipolarismo e sul giudizio degli elettori quando saranno chiamati a votare.
Poi chi vivrà vedrà.
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