Una delle soluzioni più gettonate e più sentite in quest'ultimi tempi è quella dei grandi inceneritori dove bruciare la gran parte dei rifiuti prodotti.
In molte realtà nazionali alla condizione di emergenza rifiuti è seguito uno sversamento degli stessi in luoghi spesso ben lontani da qualsiasi logica in termini di sicurezza.
Così abbiamo assistito alla nascita di discariche a cielo aperto fuori da qualsiasi logica pianificatoria con la probabilità piuttosto alta che venissero inquinati i terreni circostanti ed eventuali falde acquifere. Discariche ed inceneritori sono i due sistemi più comuni di smaltimento rifiuti.
La discarica è un fosso in cui vengono sversati i rifiuti fino al riempimento. Il rischio di questo tipo di gestione dei rifiuti è che la pioggia possa trasportare il percolato verso le falde acquifere.
In una pianificazione ottimale della discarica, infatti, è previsto uno strato impermeabile sul fondo della discarica finalizzato ad evitare ogni tipo di inquinamento del suolo. Spesso nel nostro paese e soprattutto in Campania e Sicilia, assistiamo al problema delle discariche abusive che ospitano piuttosto frequentemente rifiuti pericolosi che andrebbero gestiti diversamente.
Gli inceneritori sono invece impianti finalizzati all'incenerimento dei rifiuti. Dal calore derivante dalla combustione dei rifiuti i nuovi impianti, definiti appunto “termo-valorizzatori”, producono energia. Ciò che si contesta ai sostenitori di tali sistemi è l'effetto sull'ambiente, tutt'altro che nullo.
Il residuo dell'incenerimento, infatti, non è solo il calore che produce energia ma una serie di particelle che una volta inalate non verrebbero più smaltite, provocando tumori e infiammazioni delle vie respiratorie. Poiché il rendimento maggiore degli inceneritori si realizza bruciando sostanze come plastica, legno e carta, ne consegue che l'attività dell'inceneritore interferisce con la attività di riciclaggio, più conveniente dal punto di vista economico ed energetico.
Risolvere o quantomeno contenere il problema dei rifiuti oggi si può. Un esempio da prendere a modello sono i paesi del nord Europa che hanno affrontato seriamente il problema in ogni sua fase: dalla divisione delle varie tipologie di rifiuti a monte, al trasporto rifiuti fino al loro smaltimento.
Uno dei primi obiettivi da realizzare è comunque la diminuzione della quantità di rifiuti prodotta individualmente. Molte aziende hanno già compreso che produrre meno rifiuti si traduce in un risparmio economico da non sottovalutare.
Anche lo stato può intervenire al fine di tassare imballaggi troppo grandi, prodotti usa e getta ecc. da un lato, dall'altro dando incentivi alle imprese che si adeguano a standard produttivi più rispettosi dell'ambiente. Ma affrontare il problema dello smaltimento dei rifiuti deve necessariamente iniziare dalla raccolta differenziata.
Un'ottimale gestione rifiuti non può prescindere da essa. La raccolta
differenziata deve diventare un'abitudine più diffusa possibile, un impegno di tutti preso tra le mura domestiche nei confronti dell'ambiente che sempre di più soffre di atteggiamenti e politiche sbagliate.
La risoluzione del problema può verificarsi anche partendo dall'impegno singolo di ognuno, poi delle aziende che offrono servizi ambientali come la gestione e il trasporto dei rifiuti.
In tutto questo lo stato deve garantire e far rispettare norme severe sull'inquinamento ambientale e punire, laddove necessario, i trasgressori.
Seoethic ||| Web Marketing Agency
Nessun commento:
Posta un commento