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mercoledì 9 ottobre 2013

MALTEMPO: CONTO DANNI OLTRE UN MLD PER EVENTI ESTREMI



5 milioni di italiani si trovano oggi in zone a rischio frane ed alluvione

 

Con i disastri dall'ultima ondata di maltempo il conto dei danni supera il miliardo di euro a causa del ripetersi di eventi estremi nelle campagne durante l'anno che hanno messo in crisi la stabilità idrogeologica di un Paese dove ora ben 5 milioni di cittadini vivono in zone di pericolo. E' quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti che chiede di verificare le condizioni per la dichiarazione dello stato di  calamità nei territori colpiti, dalla Basilicata alla Puglia dove ci sono purtroppo vittime come nel Lazio con un bracciante agricolo colpito da un fulmine a Latina.

 

Siamo di fronte - sottolinea la Coldiretti - ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si sono manifestati quest'anno con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ma intense ed il repentino passaggio dal sereno al maltempo con vere e proprie bombe d'acqua che il terreno non riesce ad assorbire. Nell'82 per cento dei comuni italiani sono presenti aree a rischio idrogeologico  per frane e/o alluvioni ma la percentuale varia dal 78 per cento della Puglia al 98 per cento del Lazio fino al 78 per cento della Puglia. La dimensione del rischio è in realtà ovunque preoccupante, con una superficie delle aree ad alta criticità geologica che si estende per 29.517 chilometri quadrati pari al 9,8 per cento del territorio nazionale con il risultato che in Italia quindi, oltre 5 milioni di cittadini si trovano ogni giorno in zone esposte al pericolo di frane e alluvioni. A questa situazione - denuncia la Coldiretti - non è certamente estraneo il fatto che un modello di sviluppo  sbagliato ha tagliato del 15 per cento le campagne e fatto perdere negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata. Ogni giorno – precisa la Coldiretti - viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che vengono abbandonati o occupati dal cemento.

 

Pare, infatti, un bollettino di guerra il resoconto di quanto è accaduto con piogge incessanti e forti raffiche di vento hanno duramente colpito il settore agricolo in particolare nelle province di Lecce e Taranto, tanto da indurre la Coldiretti ad attivare una unità di crisi anche per soccorrere gli imprenditori rimasti isolati nelle aziende a causa delle frane sulle strade, provocate dalla violenza delle acque ha spazzato via uliveti, campi coltivati ad ortaggi e vigneti. Non solo danni alle produzioni, ma anche alle strutture con smottamenti, muretti a secco distrutti, fabbricati rurali allagati, collegamenti interrotti rendono drammatica una situazione ormai di difficile gestione. Non ci sono parole - continua la Coldiretti - per descrivere i danni causati all'agricoltura in Basilicata nel  Metapontino con una "bomba d'acqua" che si è abbattuta dalla collina materana prospiciente alla costa fino alle spiagge con danni incalcolabili, sia ai centri abitati che alle aziende agricole. Colpite colture come ortaggi e fragole, appena trapiantate, con i relativi impianti, ma anche campi di uva da tavola ancora da raccogliere e agrumeti, allagati e in molti casi imbrattati dalla melma fino ai frutti ma nel fango – precisa la Coldiretti - sono finiti anche lattuga, cavolo, finocchio in molti campi dove imprenditori agricoli li avevano già messi a dimora.

 

Non sono più procrastinabili interventi urgenti e straordinari della rete infrastrutturale, viaria  ed idrica per tutelare le aree rurali dal ripetersi di eventi di tale eccezionalità. In questo contesto – conclude la Coldiretti - è fondamentale riconoscere agli imprenditori agricoli un ruolo incisivo nella gestione del territorio, dell'ambiente e del territorio per frenare l'abbandono e la cementificazione.

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