Cibi Afrodisiaci
Stimolanti amatori medievali
21/11/06 - Il vocabolario amoroso e quello gastronomico si intrecciano costantemente. La pelle è di pesca, i capelli un campo di grano, gli occhi a forma di mandorla o color nocciola, la bocca color ciliegia, le labbra polpose, le forme appetitose. Attraverso il binomio cucina-eros si giunge ai cibi afrodisiaci. Fu dal nome della dea dell'amore (Afrodite) che venne coniato il termine "Afrodisiaco", che sta ad indicare ogni sostanza capace di eccitare o esaltare lo stimolo e il potere sessuale.
Greci ed Etruschi consigliavano per tali finalità: vino, aglio , miele, uova, crostacei.
Nel Medioevo si giurava sull'effetto del cervello di piccione, è però con l’arrivo delle spezie dall’oriente, che si arricchì la scelta dei cibi afrodisiaci. I mercanti del tempo, sia per i lauti guadagni, che per le piccole dimensioni di trasporto, ne favorirono lo scambio. Chiodi di garofano, noce moscata, cannella, zenzero, zafferano, coriandolo e cumino. Il Cibo speziato era molto gradito perché ingentilito nel gusto e di più facile conservazione. Sempre nella stessa epoca, al fine di sopire i bollenti spiriti di dame e uomini di chiesa, si consigliava l’uso di una pianta coltivata nei monasteri. “Vitex agnus castus” alberello dai semi rotondi di colore nero che aveva un particolare principio calmante. Simile esteticamente al pepe era chiamato “il pepe dei monaci.”
Ma un convivio amoroso poteva e può cominciare davvero a tavola, ed esisteva un codice gastronomico particolarmente appropriato? Certo, un incontro d'amore poteva e può cominciare a tavola. Ma non dai cibi, bensì appunto dalla tavola, cioè dalla cura, dall'eleganza, dai particolari che colpiscono l'immaginazione, che creano un'atmosfera magica. Crediamo che il codice esista, ma non sia gastronomico bensì conviviale, cioè legato al modo di stare a tavola e di curare lo stile. Certi monaci medievali scrivono che Adamo peccò perché "mangiò con una donna". L'intimità conviviale è spesso galeotta più di qualunque altra circostanza.
Link: taccuinistorici.it - rivista multimediale di storia enogastronomica
Autore: Alex Revelli Sorini
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