C’è
anche chi aspetta da febbraio.
Sono i supplenti cosiddetti “brevi”, quelli che sostituiscono
il personale di ruolo anche per alcuni giorni e che spesso devono caricarsi di
spese per viaggi, trasferte e pernotti.
Marcello
Pacifico (Anief-Confedir): è inaccettabile, se la situazione non si sbroglia siamo
pronti a diffidare e mettere in mora l’amministrazione.
Non bastava percepire le buste paga più leggere d’Europa…
Migliaia di precari della scuola
aspettano da mesi di ricevere lo stipendio: si tratta dei supplenti cosiddetti
“brevi”, incaricati direttamente dai dirigenti scolastici di sostituire il
personale di ruolo anche per pochi giorni. Il mancato pagamento, in diversi
casi a partire dallo scorso febbraio, è particolarmente grave perché spesso i docenti
e Ata della scuola che subentrano debbono affrontare lunghi viaggi e spese di
pernottamento per assolvere l’impegno lavorativo: come anche rilevato dalla stampa
specializzata,
negare lo stipendio ai supplenti significa non solo minare la loro dignità e professionalità messa al servizio delle
nuove generazioni, ma anche metterli in seria difficoltà economica.
È paradossale che il disguido si
manifesti proprio ora che le procedure
dei pagamenti non sono più legate alla mancanza dei fondi di ogni singola
scuola, ma sono diventate di competenza dell’amministrazione economica
centrale. E interamente on line, con il Mef che ‘carica’ gli stipendi sul
‘Sicoge’, il Sistema informatico di contabilità e gestione economica.
A quanto
pare, però, questo problema sarebbe superato: il 6 giugno, infatti, il Ministero dell’Economia ha pubblicato un avviso, nel quale annuncia che per “consentire il pagamento delle retribuzioni
arretrate al personale supplente breve e saltuario della scuola (..) questa
Direzione ha programmato un’emissione speciale per la giornata di lunedì 16
p.v. Pertanto – continua il Mef - , tutti gli elenchi che entro le ore 17.00
del suddetto giorno avranno completato l’iter autorizzativo, saranno oggetto di
emissione speciale”. Le scuole,
pertanto, hanno poco più di una settimana di tempo per comunicare al Ministero
di Via XX Settembre i nominativi dei supplenti che ad oggi non hanno percepito
quanto dovuto.
Qualora
queste indicazioni non dovessero produrre dei risultati concreti, con
un’assegnazione repentina tutte le mensilità mancanti ai supplenti, il
sindacato Anief ha deciso diffidare il Miur e i direttori generali degli Uffici
Scolastici Regionali: è infatti giunto il momento di porre fine a questa
pessima abitudine di considerare opzionale la regolarità dei pagamenti per il
personale precario. Ricordiamo, a tal proposito, che il diritto alla
retribuzione di tutti i lavoratori è sancito dagli articoli 35 e 36 della
Costituzione.
Coloro che
vogliono rivendicare questo diritto non dovranno fare altro che inviare il modello
di diffida e messa in mora, messo a disposizione dall’Anief, direttamente
alla scuola dove attualmente prestano servizio. Qualora l’amministrazione, a
seguito della ricezione della diffida, non provveda entro 8 giorni a
corrispondere le somme dovute, Anief invita gli interessati a segnalarlo alla
casella e-mail stipendi.supplenti@anief.net, al fine di
stabilire le strategie legali per la risoluzione del caso.
Secondo Marcello Pacifico, presidente
Anief e segretario organizzativo Confedir, “non
è tollerabile che la burocrazia prevalga sui lavoratori, i quali hanno tutti,
di ruolo e precari, gli stessi diritti. Anche perché, è bene ricordarlo, già
percepiscono uno stipendio tra i più bassi dell'area europea, in media tra i
1.200 ed i 1.300 euro: un docente di ruolo laureato della scuola superiore
italiana dopo 15 anni di servizio percepisce meno di 27mila euro lordi, mentre
un collega tedesco con la stessa anzianità professionale ha una busta paga di quasi 70mila euro. Ora, alla modesta portata dello stipendio si aggiunge la
beffa del suo pagamento ritardato sine die. E questo – conclude Pacifico
– non possiamo accettarlo”.
Alcune delle
richieste-appelli di pagamento degli stipendi arretrati prodotte dai docenti
negli ultimi giorni:
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