Negli Stati Uniti si è fatto finalmente chiarezza sull'utilità terapeutica della marijuana, che oggi, sebbene illegalmente, viene comunque raccomandata da diversi medici americani a malati di cancro e di Aids o come un trattamento utile per le persone che soffrono da dolore cronico, nausea legata alla chemioterapia, convulsioni epilettiche.
Ora, proprietari di animali, veterinari e assistenti veterinari anticonformisti stanno sostenendo che sta aiutando gli animali domestici a gestire dolori e malattie croniche.
Secondo alcune testimonianze gli animali domestici curati con la cannabis durante le ultime settimane della sua vita dopo che avevano subito interventi di chirurgia per rimuovere i tumori, non solo ha smeso di piagnucolare durante l'uso della cannabis, ma hanno iniziato a mangiare, ingrassando e a riprendere a muoversi ancora una volta.Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", rileva quindi che si allarga a macchia d'olio la platea dei paesi in cui la somministrazione di cannabis a scopo medicale è richiesta anche per uso veterinario.
C'è da rimarcare come in Italia la disciplina che ne consente l'utilizzo sia ancora farraginosa e quindi meritevole di un'intervento legislativo che nel rispetto della normativa penalistica vigente in materia, ne renda meno difficoltoso e soprattuto meno dispendioso l'accesso a chi ne ha veramente bisogno anche come in questo caso per i veterinari che non sono protetti.
Lecce, 8 giugno 2014
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