In Italia a questa situazione si aggiunge speculazione e mancanza di controlli e filiera improduttiva.
di Raffaele Pirozzi
Un aumento del 40% del prezzo del riso dall'inizio dell'anno, la triplicazione dal 2004 ad oggi del prezzo del grano è il dato che gli operatori sono costretti a registrare sul mercato mondiale dei beni agricoli.
Le cause sono diverse e vanno dalla esigenza che il riso rappresenta un alimento per sfamare due miliardi e mezzo di persone, dalle riduzione delle scorte alimentari che questo anno saranno le più basse da 25 anni, dall'aumento della domanda dei paesi emergenti e dalle speculazioni internazionali.
Di fronte a questa situazione alcuni Paesi stanno assumendo decisioni protezionistiche, limitando le esportazioni o mettendo a coltivazione terreni sinora incolti:
Arabia Saudita che ha tagliato i dazi all'importazione di beni quali grano, latte ed olio vegetale, l'India che ha ridotte le tasse sul granoturco, Vietnam che riduce le esportazioni di riso,
Quello che sta avvenendo in Italia. Il nostro Paese ha aumentato del 18% la superficie coltivata a grano duro e del 14% a grano tenero. Gli aumenti dei prodotti agricoli sul mercato mondiale trova il nostro Paese non molto preparato ed è quindi necessario per difendere salari e pensioni assumere decisioni rapide:
Maggiori sgravi fiscali e, quindi pagamento di meno tasse, controllo dei prezzi, lotta alla speculazione e provvedimenti tesi a snellire e rendere più organizzati e più controllati i vari passaggi delle merci dal produttore al consumatore.
Napoli, 06/04/08
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