alle prese con la fotografia del "Sacro Codice"
Il Direttore della Fotografia (una delle figure professionali più importanti del cinema - lavora solitamente a stretto contatto col regista e le altre figure della troupe, poiché responsabile dell'estetica del film, ossia dell'impatto visivo delle immagini sullo spettatore) si chiama Stefano Lombardo, allievo del più importante direttore della fotografia cinematografica al mondo Vittorio Storaro, vincitore di tre premi Oscar (per 'Apocalypse Now' di Francis Ford Coppola, 'Reds' di Warren Beatty e 'L'ultimo imperatore' diretto da Bernardo Bertolucci). Stefano Lombardo vive e lavora Roma come Direttore della Fotografia ed Operatore alla Macchina e si è diplomato presso l'Accademia Internazionale per le Arti e Scienze dell'Immagine.
Prima allievo di Storaro (ha tenuto la tesi su 'Percezione, intuizione e rappresentazione del colore'), poi assistente del premio Oscar. Lavora nel cinema professionistico da un po' di anni, e dopo alcune piccole produzioni realizzate nell'ambito degli studi dell'Accademia dell'Immagine, dal 2000 all'aprile 2001 vive l'esperienza sul set di "Gangs of New York" di Martin Scorsese, nel 2002 cura la cinematografia nella monografia "Gino Covili", sempre sotto la supervisione di Vittorio Storaro, e nello stesso anno è assistente alla cinematografia prima presso la Chino per le riprese di un video istituzionale Riello e poi nello shortfilm "Ai piedi della montagna" regia Peter Del Monte - cinematografia Marco Incagnoli (a.i.c.); cura inoltre la cinematografia del documentario "Giordano Bruno", ed è anche nella troupe di pellicole più recenti come 'I Tre volti del terrore' di Sergio Stivaletti (2004), 'Exorcist: The Beginning' / 'L'esorcista: la genesi' (2004), "Giovanni Paolo II" (2005) (TV), "De Gasperi, l'uomo della speranza" (2005) (TV), 'Cuore sacro' di Ferzan Ozpetek (2005), 'Caravaggio' (2007) (TV), 'Io, Don Giovanni' (2008) e 'L'Imbroglio nel lenzuolo' (2008 - ancora in produzione) con Maria Grazia Cucinotta e con la regia di Alfonso Arau.
Oltre alle conoscenze tecniche, Stefano Lombardo ha sempre evidenziato le proprie doti artistiche, connubio interessante per un processo creativo ed interpretativo assai complesso come la fotografia (composizione dell'inquadratura, disposizione delle luci, tonalità colore, controllo dei movimenti della macchina da presa, scelte stilistiche sull'angolo di ripresa, etc.).
Se il noto regista russo Pudovkin un tempo affermava che 'un attore non illuminato non esiste nella macchina da presa', oggi si potrebbe dire che un avvenimento particolare senza una buona luce, ma soprattutto senza la giusta scala cromatica, non può esprimere sullo schermo il vero valore della sua esistenza. Molti dei capolavori della settima arte sono spesso frutto di storici sodalizi tra particolari registi e direttori di fotografia.
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Ufficio Stampa
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