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sabato 14 settembre 2013

Bambini “bocciati” ai test d’ammissione in agricoltura: la colza si produce in mare, il cotone viene dalle pecore e le biomasse sono grandi pietre naturali!

La VII Festa nazionale dell'Agricoltura promossa dalla Cia ha dedicato molto spazio ai più piccoli. Dai laboratori alla "didattica rurale" per renderli più consapevoli dell'importanza dell'agricoltura e del mangiare corretto. Ora sono più informati rispetto al 2003, ma per il 10 per cento di loro polli e tacchini hanno ancora quattro zampe.

 

 

            Usano pc, smartphone, tablet e console alla perfezione, ma pensano che le cipolle crescano sugli alberi. Gli ultimi dati che misurano il livello di conoscenza dei bambini rispetto all'agricoltura e alle produzioni da essa derivate, descrivono bambini spesso ignari dell'origine di ciò che mangiano e più che mai del mondo rurale. Circa il 40 per cento di loro crede che l'agricoltore sia un anziano indaffarato nelle campagne, amichevole e altruista, mentre solo due bambini su quattro hanno già visitato una fattoria. Queste percentuali, ottenute intervistando bambini dai 4 ai 7 anni nelle scuole, trovano riscontro anche negli spazi "agri-bimbi" allestiti dalla Cia-Confederazione italiana Agricoltori durante la VII Festa nazionale dell'Agricoltura in svolgimento tra l'Aquila e Teramo in questi giorni.

            "Conoscere il mondo agricolo significa sapere cosa si mette nel piatto. Quindi avvicinare i bambini ai tanti segreti del lavoro nei campi vuol dire creare i presupposti per l'equilibrio alimentare del loro futuro". È quanto affermano gli esperti della Cia, che sottolineano quanto l'educazione alimentare sia indispensabile in Italia, dove il 23,3 per cento dei bambini dai 3 ai 6 anni è in sovrappeso o obeso. Percentuale che sale al 32,3 per cento tra gli 8 e i 9 anni. E sono i numeri più alti d'Europa.

            Ma nonostante le lacune dei più piccoli in materia agricola rimangono evidenti -ribadisce la Cia- dal 2003 ad oggi la situazione è migliorata grazie al moltiplicarsi di progetti e iniziative, come quelle realizzate proprio dalla Cia assieme agli istituti scolastici. Basti pensare che all'epoca i dati forniti dalle stesse scuole evidenziavano come il 30 per cento dei bambini sostenevano che polli e tacchini avessero 4 zampe, mentre oggi, come riscontrato anche nei mini-test a cui i piccoli si stanno sottoponendo durante la festa dell'agricoltura, solo uno su 10 sbaglia la risposta al quesito. La Cia, inoltre, riferisce che circa il 47 per cento dei bambini italiani tra i 6 e i 10 anni non sa da dove viene lo zucchero, il 74 per cento ignora l'origine del cotone, mentre il 26 per cento crede che cresca sulle pecore. E ancora: un terzo del campione non è in grado di citare nemmeno un prodotto derivato dal girasole e il 41 per cento crede che i tuberi crescano sugli alberi.

            Se ci spostiamo sul capitolo "animali", sono tutti più preparati. Interrogati su quali animali producono latte, tutti i bambini hanno menzionato le mucche. Tuttavia, il 61 per cento ha citato anche le capre e un bambino su due anche le pecore. Sul fronte dei derivati, il formaggio è il più citato da tre bambini su quattro. Ma il 46 per cento ha ricordato anche il burro e il 33 per cento lo yogurt. Le risposte più sorprendenti e buffe, però, i bambini le danno quando sono chiamati a rispondere a quei quesiti dedicati alle attività agricole innovative: le biomasse da fonti energetiche rinnovabili diventano grossi sassi naturali e la colza, invece che una pianta da cui estrarre olio combustibile diventa un frutto di mare.

            Si tratta di un quadro complessivo -conclude la Cia- che "stona" con la nostra tradizione alimentare, radicata sulla dieta mediterranea, un modello nutrizionale tra i più sani ed equilibrati del mondo.

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