Da cambiamenti climatici effetti già evidenti su vino, prodotti tipici e coltivazioni
Gli effetti del surriscaldamento del pianeta sono evidenti anche in Italia dove si è chiusa una estate 2013 segnata da una temperatura media superiore di quasi un grado (+ 0,96 gradi centigradi) e dal 30 per cento di precipitazioni in meno.
E' quanto afferma la Coldiretti in rifermento al nuovo rapporto dell'Ippc (il gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici) approvato a Stoccolma, sulla base dei dati Isac Cnr che per questa ultima estate evidenziano notevoli anomalie rispetto alla media di riferimento del periodo 1971-2000.
Se in Europa per alcuni ricercatori persino lo champagne si è dovuto inchinare ai cambiamenti climatici spostandosi nel sud dell'Inghilterra, secondo una analisi della Coldiretti il vino italiano è aumentato di un grado negli ultimi 30 anni.
Ma si è verificato nel tempo - secondo la Coldiretti - anche un significativo spostamento della zona di coltivazione tradizionale di alcune colture come l'olivo che è arrivato quasi a ridosso delle Alpi. Nella Pianura Padana si coltiva oggi circa la metà della produzione nazionale di pomodoro destinato a conserva e di grano duro per la pasta, colture tipicamente mediterranee.
Un effetto che si estende in realtà a tutti i prodotti tipici. Il riscaldamento provoca infatti anche - precisa la Coldiretti - il cambiamento delle condizioni ambientali tradizionali per la stagionatura dei salumi, per l'affinamento dei formaggi o l'invecchiamento dei vini.
Una situazione che di fatto - conclude la Coldiretti - mette a rischio di estinzione il patrimonio di prodotti tipici Made in Italy che devono le proprie specifiche caratteristiche essenzialmente o esclusivamente all'ambiente geografico comprensivo dei fattori umani e proprio alla combinazione di fattori naturali e umani.
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