Cerca nel blog

sabato 19 aprile 2008

Elezioni 2008: SUICIDIO SINISTRA, NUOVO FASCISMO E LOTTA AL VERTRUSCONISMO


ELEZIONI 2008. LA SINISTRA SUICIDATA, IL NUOVO FASCISMO E LE FUTURE LOTTE CONTRO IL"VELTRUSCONISMO"

ovvero

Come predicare male, razzolare peggio ed essere bocciati dagli elettori



Il terremoto  politico-elettorale avvenuto nei giorni scorsi, ha provocato effetti a dir poco  devastanti, delineando un quadro parlamentare davvero  singolare e senza precedenti (se si eccettua l'unico precedente che risale al  Ventennio fascista).  

Uno  scenario  imprevisto ed imprevedibile,  almeno nella vastità e nelle proporzioni drammatiche in cui si è determinato. Un  disastro politico simile alla situazione di illegalità  e di messa al bando procurata dall'avvento al potere del partito fascista di Benito Mussolini, con l'instaurazione della dittatura  e l'espulsione violenta delle forze di opposizione presenti nel Parlamento  dell'epoca, in modo particolare del partito comunista e di quello socialista.  Con la differenza, non secondaria, che nel caso odierno non c'è stato bisogno di ricorrere a provvedimenti apertamente  reazionari e antidemocratici. In un colpo solo si è consumata la dissoluzione delle "sinistre", espulse in toto dal  Parlamento italiano.

Questo è, nei fatti, il risultato più evidente ed eclatante  del nuovo "fascismo" mascherato da "antifascismo", del nuovo "golpismo istituzionale"  camuffato da Partito Democratico + Popolo delle Libertà, che in sintesi si  chiama "Veltrusconismo". Il "golpe veltrusconiano" ha cancellato con una soluzione "morbida" e  "pacifica" tutti i partiti di sinistra. I quali non hanno fatto nulla per  impedire il proprio "suicidio" politico. Anzi, direi che le forze di "sinistra" hanno permesso tutte le  forme di autolesionismo possibile ed immaginabile, tutto ciò che si poteva  concedere all'avversario veltrusconiano per farsi male  in modo serio e (forse) irreparabile. Con gli esiti a dir poco catastrofici che  sono evidenti a tutti.

Ma vediamo in  quale modo si è tradotto l'autolesionismo della  sedicente "sinistra" (ex)parlamentare italiana. Una "sinistra"  ormai estinta, umiliata e declassata al rango di un movimento politico  extraparlamentare, senza possedere più alcun rapporto organico con i  soggetti della realtà sociale, senza avere più l'abitudine e tanto meno la  vocazione alla prassi e all'attività extraparlamentare.  

La  liquidazione della sinistra parlamentare borghese è stata una morte annunciata  da tempo, ma il principale responsabile del disastro si chiama (in)Fausto Bertinotti. Il quale ha raccolto  esattamente quanto ha seminato negli ultimi anni. Ma nemmeno la più pessimistica delle previsioni poteva prefigurare e vaticinare lo tsunami che ha annientato  totalmente la presenza della sinistra parlamentare in Italia.  

Senza dubbio l'astensionismo di sinistra ha inciso in modo consistente sull'esito del voto  che ha penalizzato duramente i dirigenti e i rappresentanti della cosiddetta  "sinistra radicale". In questi ultimi due anni la sinistra filo-governativa ha predicato male  e razzolato peggio. Per questo gli elettori hanno deciso di punirla  amaramente.

Nel contempo, il nuovo "fascismo veltrusconiano" ha contribuito all'estromissione dalla scena parlamentare della sinistra borghese, senza porre in essere procedimenti autoritari o violenti, ma facendo semplicemente ricorso ad una vasta e capillare campagna propagandistica a favore del "voto utile", che ha convinto non pochi elettori della "sinistra radicale" ad appoggiare il partito di Veltroni.  

La situazione  politica odierna è, di fatto, quella di un regime senza colpo di stato, un  fascismo privo della dittatura militare. Il nuovo Duce si  chiama Veltrusconi. Pasolini docet: "il fascismo potrà risorgere  a condizione che si chiami antifascismo".

Infatti, il  quadro politico-parlamentare determinato dalle ultime elezioni, risulta assai più inquietante e pericoloso del fascismo  propriamente inteso, per la semplice ragione che l'affossamento della sinistra  parlamentare borghese è avvenuto in una cornice di apparente democrazia, ovvero  senza l'avvento di un colpo di stato militare che abbia messo fuorilegge i partiti di sinistra. I quali si sono in pratica "suicidati"  (quasi) da soli. Gli avversari si sono limitati ad assecondare gli  eventi.

Tale risultato si è rivelato addirittura traumatico, inducendo alcuni osservatori e personaggi politici che sono in qualche misura riconducibili al  fronte dell'ultra-conservatorismo (quali, ad esempio, Giulio Tremonti) a temere l'attuale scenario, nella misura in cui le contraddizioni sociali e materiali, i conflitti di classe presenti nel mondo  del lavoro, le vertenze e i contrasti insiti nella realtà del paese, potrebbero assumere un carattere di insanabilità, in quanto non sarebbero più governabili e suscettibili di mediazioni politico-istituzionali.

In pratica si teme e si  paventa che l'assenza di rappresentanza parlamentare della sinistra possa generare antagonismi sociali esplosivi, fenomeni di recrudescenza politica difficilmente gestibili. Inoltre, con il quadro  parlamentare appena uscito dalle elezioni, mi pare assai facile prefigurare un  tentativo di stravolgere il testo della Costituzione attraverso una sorta di  "grande inciucio", ossia un'ampia intesa di stampo  "veltrusconiano" sul terreno delle cosiddette "riforme  costituzionali", tanto attese ed invocate non solo  dalla coalizione di centro-destra guidata da Berlusconi, Bossi e Fini.

Pertanto, le  elezioni si sono riconfermate un rito vuoto ed inutile, ma soprattutto un meccanismo assai pericoloso ed ingannevole, specie se tale pratica è scissa e distante dal corpo reale della società e della Politica (con la P maiuscola), divenendo un'appendice assolutamente funzionale agli interessi di parte delle forze  dominanti.

L'elettoralismo è dunque una malattia, che  infatti si manifesta attraverso i sintomi di un forte stato febbrile. L'elettoralismo è un potente sedativo in mano alla borghesia e ai poteri dominanti, una "droga" spirituale usata per addormentare la coscienza delle  masse. Le elezioni servono soprattutto a rincretinire le classi lavoratrici e a  distrarle dal loro compito rivoluzionario.

Deviare e allontanare le masse operaie dal terreno della lotta di classe, per incanalarle e impantanarle nella  palude melmosa dell'elettoralismo e del parlamentarismo borghese, è sempre stato  un obiettivo necessario per la salvaguardia e la  conservazione del potere detenuto dalla borghesia capitalista. Ma la democrazia borghese non è solo una truffa, un'illusione: essa è un'emanazione generata dallo stesso modo di produzione capitalistico-borghese che di fronte al mercato rende tutti uguali, ovvero omologati, tutti venditori e compratori allo stesso tempo. 

Un infame ingranaggio che  costringe le persone a produrre e consumare per un'intera esistenza e  infine crepare, condannandole a un destino miserabile e  degradante. Un sistema brutale ed alienante, fondato sull'economia di mercato, sull'aziendalismo  esasperato, sulla proprietà privata, sul principio (pericoloso e mistificante) dell'individualismo e della competizione sfrenata tra gli individui, messi l'uno  contro l'altro ("homo homini lupus").

La democrazia  rappresentativa borghese concepisce la società come una somma di individui atomizzati, ognuno con i suoi criteri di scelta  e di giudizio, con una propria coscienza, con un proprio destino, senza alcun  legame di solidarietà, di interdipendenza e di condivisione con la coscienza e  il destino altrui.  

Il cretinismo  parlamentare, una delle principali caratteristiche degenerative della politica  democratico-rappresentativa borghese, consiste proprio  nel considerare il singolo individuo come il motore della storia, come l'agente  determinante dei possibili miglioramenti o  peggioramenti della vita sociale. Ma in cuor loro, le classi dominanti, benché  stordite dai loro stessi inganni, sanno che la realtà sociale segnata dalle  contraddizioni e dagli antagonismi di classe, si rivolterà inevitabilmente  contro di esse.  

Berlusconi e Veltroni, e le loro differenti alleanze politico-elettorali,  rappresentano sostanzialmente i due principali poli economico-finanziari  contrapposti. Col pretesto di combattere e scongiurare il rischio che il governo  cada nelle mani della "destra", tutti i "sinceri  democratici" tendono ad abbracciarsi e sostenersi a vicenda, recandosi alle urne  per votare la (falsa) "sinistra".  

Si pensi ad un partito sedicente "comunista"  come Ri(af)fondazione, diviso da sempre tra un'anima elettoralista e una vocazione governista, da un lato, e spinte  movimentiste ed operaiste dall'altro. Un partito la cui  direzione (non solo i quadri dirigenti, bensì  pure la base militante) mirava alla formazione di un blocco elettorale  di sinistra, il più aperto ed ampio possibile, per battere la destra berlusconiana.

Mai che qualcuno nel PRC avesse  solamente ipotizzato che l'epicentro della lotta per il potere reale fosse collocato all'esterno del gioco elettorale e parlamentare, ed implicasse la formazione di uno schieramento e di un blocco  di classe, non di votanti e relative schede elettorali. Non si tratta di  due strade praticabili  contestualmente, ma di due percorsi opposti e  divergenti. Infatti, le forze democratico-riformiste che hanno nella democrazia parlamentare il loro ossigeno non riescono a fuoriuscire da quello stato "ambientale" per misurarsi decisamente sul terreno di classe. Non si conoscono ancora esempi di partiti comunisti a carattere "anfibio".

Per ridestarsi da decenni di rincoglionimento e cretinismo elettorale e parlamentare (pseudo)democratico, il proletariato dovrà con ogni  probabilità essere scosso da terremoti economici e sociali di grandi dimensioni  e di grande intensità e profondità. Solo allora i  proletari massacrati in tutto il mondo ritroveranno  l'unica risposta di classe che la storia riserva loro. E manderanno al diavolo i parlamenti liberal-borghesi e le (inutili) schede  elettorali.

La vera  sinistra potrà risorgere solo se saprà fare una seria autocritica e ripartire  dai bisogni concreti e dalle vertenze reali della sua gente, ovvero i lavoratori. Il terreno più  fertile e congeniale per la sinistra di classe è da  sempre il mondo delle lotte e dei diritti del lavoro salariato, la base del  movimento operaio e sindacale. La vocazione  storica, la natura e l'attitudine della sinistra realmente antagonista,  coincidono con le lotte e le vertenze dei lavoratori, con le tendenze e i bisogni effettivi delle masse operaie, non con le competizioni elettorali e  tanto meno con le opzioni riformiste e governiste, che  invece non pagano e non ottengono mai nulla.

Concludo citando Ernesto Che Guevara, il quale sosteneva che le sconfitte,  specie quelle più amare e brucianti, possono rivelarsi nel tempo anche più utili  ed istruttive di una vittoria troppo facile ed esaltante. Non  a caso, la "vittoria" del 2006 ha arrecato molti danni preparando il terreno all'attuale disfatta, in quanto ha alimentato e favorito  un progressivo distacco della sinistra parlamentare dalla realtà drammatica e  dolorosa dei bisogni e delle lotte delle masse popolari.

Non sono pochi i  quadri dirigenti che si sono montati la testa, assumendo atteggiamenti di arroganza, superbia e cecità nei confronti del legittimo  dissenso espresso in diverse circostanze dalla base militante (soprattutto la  base operaia, che di conseguenza ha voltato le spalle), per cui molti attivisti  e simpatizzanti della cosiddetta "sinistra radicale" si sono disaffezionati e  allontanati in modo crescente, decidendo infine di astenersi dal voto per punire  duramente chi aveva deluso e tradito le attese e le speranze suscitate nel  popolo della sinistra proprio dalla "vittoria" ottenuta nel 2006. Sono trascorsi  appena due anni solari, eppure quella data sembra distante anni luce  dall'attuale momento storico.

 

Lucio Garofalo 

 garofaloluc@tiscali.it

Nessun commento:

Posta un commento

Disclaimer

Protected by Copyscape


Il CorrieredelWeb.it è un periodico telematico nato sul finire dell’Anno Duemila su iniziativa di Andrea Pietrarota, sociologo della comunicazione, public reporter e giornalista pubblicista, insignito dell’onorificenza del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.

Il magazine non ha fini di lucro e i contenuti vengono prodotti al di fuori delle tradizionali Industrie dell'Editoria o dell'Intrattenimento, coinvolgendo ogni settore della Società dell'Informazione, fino a giungere agli stessi utilizzatori di Internet, che così divengono contemporaneamente produttori e fruitori delle informazioni diffuse in Rete.

Da qui l’ambizione ad essere una piena espressione dell'Art. 21 della Costituzione Italiana.

Il CorrieredelWeb.it oggi è un allegato della Testata Registrata AlternativaSostenibile.it iscritta al n. 1088 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 15/04/2011 (Direttore Responsabile: Andrea Pietrarota).

Tuttavia, non avendo una periodicità predefinita non è da considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 07/03/2001.

L’autore non ha alcuna responsabilità per quanto riguarda qualità e correttezza dei contenuti inseriti da terze persone, ma si riserva la facoltà di rimuovere prontamente contenuti protetti da copyright o ritenuti offensivi, lesivi o contrari al buon costume.

Le immagini e foto pubblicate sono in larga parte strettamente collegate agli argomenti e alle istituzioni o imprese di cui si scrive.

Alcune fotografie possono provenire da Internet, e quindi essere state valutate di pubblico dominio.

Eventuali detentori di diritti d'autore non avranno che da segnalarlo via email alla redazione, che provvederà all'immediata rimozione oppure alla citazione della fonte, a seconda di quanto richiesto.

Per contattare la redazione basta scrivere un messaggio nell'apposito modulo di contatto, posizionato in fondo a questa pagina.

Modulo di contatto

Nome

Email *

Messaggio *