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venerdì 18 aprile 2008

Kristel Marcarini 19 anni in coma per ecstasy - morta per espianto


LEGA NAZIONALE CONTRO LA PREDAZIONE DI ORGANI
E LA MORTE A CUORE BATTENTE
24121 BERGAMO Pass. Canonici Lateranensi, 22
Tel. 035-219255 - Telefax 035-235660

nata nel 1985
COMUNICATO STAMPA
ANNO XXIV - n. 8
18 Aprile 2008
KRISTEL MARCARINI
19 ANNI
IN COMA PER ECSTASY - MORTA PER ESPIANTO

Alle 3 di domenica mattina (13/4/08) Kristel, colta da malore in discoteca, viene accompagnata a casa dagli amici. In mattinata dà segni di svenimento e cefalea per cui i genitori chiamano subito il 118. Al Pronto Soccorso di Clusone (Bg) Kristel entra cosciente e accenna a delle pastiglie. I medici, dopo averla intubata, dispongono il trasferimento all'ospedale di Seriate (Bg) in terapia intensiva (se respirava spontaneamente non andava intubata). In serata nuovo trasferimento questa volta ai Riuniti di Bergamo in Neurochirurgia.
"Tac e risonanza magnetica non avrebbero rilevato segni di emorragie cerebrali spontanee, ma un gonfiore edematoso della corteccia cerebrale che viene ritenuto compatibile con i possibili effetti tossici indotti dall'ecstasy" (L'Eco di Bergamo 16/4).
Che fretta c'era di dichiararla morta cerebrale? Perché non farle subito una lavanda gastrica e una terapia farmacologica anti-edema protratta e non per poche ore? Non aveva fratture, non aveva emorragie: una paziente con edema cerebrale non va in coma se si praticano le giuste terapie antiedemigene (cortisone, mannitolo, lasix) in dosi generose. Constatato che non si trattava di emorragia cerebrale doveva intervenire un tossicologo che avrebbe trovato i farmaci e le dosi giuste per diminuire l'edema. Forse se i genitori non avessero acconsentito alla donazione degli organi, per altro illegale perché Kristel non aveva il documento di donatrice e quindi i genitori potevano solo opporsi, non donare, un impegno maggiore avrebbe caratterizzato il comportamento dei medici.
Si trapiantano organi intossicati? Se erano sani non era meglio che restassero al loro posto?
Inoltre, appare grave il superamento delle norme di legge che impongono all'autorità giudiziaria, nei casi sospetti di reato, di ordinare un'autopsia medico-legale chiarificatrice e valida che automaticamente dovrebbe escludere l'espianto di organi in quanto sottrae gli organi su cui fare le valutazioni del caso. Pare che di fronte al procacciamento di organi passi in secondo ordine la ricerca della verità. L'espianto si esegue sempre a cuore battente, mentre l'autopsia vera si deve eseguire a cuore fermo, in arresto cardio-circolatorio e respiratorio. Lo insegna il caso di Federica Monteleone, 16enne, il cui espianto è stato bloccato dal magistrato, ai fini dell'autopsia, su richiesta dagli stessi medici inquisiti per l'incidente avvenuto in sala operatoria a Vibo Valentia, nonostante la pressione del padre per la donazione. Ciò dimostra che un'autopsia valida richiede sempre il corpo intero.
L'età stessa avrebbe dovuto indurre il magistrato a ritenere sospette le condizioni in cui Kristel è stata ricoverata, nonché la presenza di tracce di anfetamine nel sangue e non ultime le dichiarazioni di Kristel stessa e degli amici, quindi il magistrato avrebbe dovuto negare il -nulla osta- per l'espianto se voleva andare ad una vera autopsia chiarificatrice delle responsabilità.
Il Procuratore di Bergamo a lato del fascicolo aperto contro il ragazzo che ha venduto la droga, a nostro avviso, dovrebbe aprirne un altro per indagare sulla fretta di chi ha dichiarato la cosiddetta "morte cerebrale" a cuore battente che può nascondere l'omissione delle immediate terapie antedemigene per il salvataggio della vita di Kristel. Come sempre si perde tempo prezioso con i vari trasferimenti (tre ospedali) e si tralasciano le terapie mirate. Questi ritardi favoriscono il raggiungimento dei parametri stabiliti dai protocolli di Stato per la dichiarazione di cosiddetta "morte cerebrale" e successivo espianto.
L'ideologia del trapianto ad ogni costo, sviluppa le intubazioni piuttosto che le cure.
Presidente
Nerina Negrello

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