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venerdì 13 giugno 2008

MARTIRI VECCHI E NUOVI, MARTEDÌ 17 COMMEMORAZIONE A CATANIA E RANDAZZO

MOVIMENTO PER L'INDIPENDENZA DELLA SICILIA
fondato nel 1943


- CUMUNICATU STAMPA -

MARTIRI VECCHI E NUOVI, MARTEDÌ 17 COMMEMORAZIONE A CATANIA E RANDAZZO

Ancora martiri siciliani. I caduti di Mineo, e il giovane precipitato oggi dall'impalcatura a Termini Imerese nel suo ultimo giorno di contratto, e tutti quelli che li hanno tragicamente preceduti, sono vittime dell'Italia.

Non si spiega altrimenti questa incessante mattanza dei migliori siciliani che prosegue, apparentemente inarrestabile, certamente inarrestata, ogni giorno sui posti di lavoro, sulle strade, negli ospedali.

Un malcelato sterminio che, sommandosi alla mai cessata ed oggi incrementata emigrazione verso l'Italia e gli altri paesi esteri, punta dritto a privare la Sicilia della forza dei suoi giovani, dei suoi più valorosi figli.

Questo autentico genocidio si arresterà solo quando i Siciliani riprenderanno possesso della propria terra e torneranno ad esercitare direttamente la propria inviolabile ed inderogabile sovranità. Si arresterà quindi quando la Sicilia tornerà stato indipendente, libero e sovrano. Si arresterà, quindi, presto, molto presto.

Nonostante i bavagli, gli ostacoli, le negazioni mediatiche, gli inganni ("autonomistici" e non), le congiure, gli attentati.

Come quello ordito alla lista del Movimento per l'Indipendenza della Sicilia per le elezioni comunali di Catania, come quello teso ai vertici dell'EVIS quel 17 giugno del 1945. Quando il piombo italiano stroncò tre valorosi Patrioti Siciliani su una desolata stradella, senza però riuscire a spegnere la lotta dei siciliani per la libertà.

E martedì 17 giugno il MIS ricorderà martiri vecchi e nuovi a partire dalle ore 16, presso il Cimitero Monumentale di Catania sito in via Acquicella, ove il prof. Antonio Canepa, fondatore e comandante dell'Esercito Volontario per l'Indipendenza della Sicilia, unitamente a Carmelo Rosano, Giuseppe Lo Giudice e Francesco Ilardi (questi ucciso appena cinque giorni dopo in uno scontro a fuoco da alcuni banditi), riposa nel "viale degli uomini illustri".

A seguire nel pomeriggio la delegazione indipendentista si trasferirà a Randazzo, in contrada Murazzu Ruttu, sulla SS120, per rendere ancora omaggio ai propri eroi caduti per la Sicilia proprio sul luogo dell'agguato teso dai Carabinieri, ove sorge un Cippo commemorativo. Saranno graditi omaggi floreali quanto messaggi, testimonianze e bandiere siciliane giallo-rosse.

Ricorderemo, quindi, tanto Canepa, Rosano, Lo Giudice, Ilardi, e ancora gli altri indipendentisti caduti per l'Idea fra i quali ricordiamo Di Liberto, Macaione, Spampinato, quanto i nuovi martiri siciliani, i Tumino, Smecca, Zaccaria, Sofia, Palermo, Pulici, e ancora i Linguanti, Caracausi, Maganuco, Berretta, e Domenico Cagnina, l'ultima ignara vittima.

E questo mentre il tonante baraccone elettorale non si ferma. Sarebbe stata gradita, da parte di tutte le forze (e non solo da parte nostra e dei nostri candidati, che la stanno applicando autonomamente) la fine anticipata della campagna elettorale, 24 ore in memoria e rispetto di chi è morto mentre si guadagnava di che campare. E invece no. Tutto prosegue, indifferente seppur non ignaro.

Il MIS coglie l'occasione per ricordare che domenica 15 e lunedì 16 giugno milioni di siciliani saranno chiamati per rinnovare 8 (dei 9 in totale) enti pubblici assolutamente ABUSIVI ed ILLEGALI. Infatti le cosiddette "province regionali" non sono altro che la reintroduzione truffaldina (e costosissima, per le tasche dei cittadini) di quelle province che attualmente lo Statuto Speciale d'Autonomia per la Sicilia (scritto proprio con il sangue dei Patrioti Siciliani), che è parte integrante della Costituzione Italiana, considera ABOLITE.

Infatti l'art.15 dello Statuto sancisce: «Le circoscrizioni provinciali e gli organi ed enti pubblici che ne derivano sono soppressi nell'ambito della Regione Siciliana. L'ordinamento degli enti locali si basa nella Regione stessa sui Comuni e sui liberi Consorzi comunali, dotati della più ampia autonomia amministrativa e finanziaria.
Nel quadro di tali princìpi generali spetta alla Regione la legislazione esclusiva e l'esecuzione diretta in materia di circoscrizione, ordinamento e controllo degli enti locali».

Lo Statuto quindi aveva, nell'ottica del mai realizzatosi autogoverno della Sicilia (e introducendo uno strumento di efficienza e concordia più affine alle tradizioni siciliane quali sono i consorzi comunali), eliminato quelli strumenti del centralismo borbonico, sabaudo e italico quali sono le amministrazioni provinciali, i consigli provinciali, le prefetture (come anche la "competenza territoriale" delle questure).

Oggi, queste strutture, autentici stipendifici e fabbriche di oppressione coloniale e clientelismo, permangono in forza di una leggina regionale che non può e non deve, in alcun modo, derogare ad una legge costituzionale, facendo rientrare dalla finestra quanto i siciliani, con orgoglio e sacrificio, lottando per l'indipendenza avevano fatto uscire fuori dalla porta.

Un voto, quello per le elezioni "provinciali", inutile e dannoso, che noi indipendentisti suggeriamo di NON ESPRIMERE, sfiduciando di fatto la politica colonialista italiana.

E altrettanto inutile si annuncia il voto per le comunali di Catania, dalle quali il MIS è stato incluso per un mero pretesto ed una applicazione quanto meno errata di norme e sentenze, voto che certamente si dovrà ripetere in seguito all'annullamento che confidiamo verrà pronunziato dal TAR in seguito al nostro ricorso, che sosterremo con un sit-in il giorno della sentenza.

Ma non inutile si annuncia la messe di voti che i candidati e le liste promosse e sostenute dal MIS nei comuni di Piazza Armerina (lista "MIS - Liberal"), Santa Venerina (lista "Liberi Per") e ancora a Messina, Giarre, Riposto, S.Alfio. Un voto che annunci e dia vita alla rinascita della Sicilia proprio a partire dalle sue comunità locali.

Un voto pesante ed epocale come quello che il fiero Popolo Irlandese ha oggi opposto alla truffaldina riproposizione, sotto le spoglie del "Trattato di Lisbona", della defunta "Costituzione Europea". Capiamo bene come mai tutti i Paesi membri dell'UE, tranne l'unico (per l'appunto, l'Irlanda) obbligato per legge, abbiano negato ai propri cittadini la possibilità di decidere direttamente, tramite referendum, sulla perdita di sovranità e di esercizio del diritto di autodeterminazione comportata da quel trattato. Negando finanche la stessa esistenza di vibranti proteste inscenate da numerosi europarlamentari.

Gli irlandesi hanno deciso di non tradire i propri patrioti caduti per la libertà e l'indipendenza. Costi finanche, come prospettato dal Presidente italiano Napolitano, la fuoriuscita dall'UE. Siamo d'accordo, siamo pronti, come siciliani, ad uscire fuori tanto dalla Repubblica Italiana quanto dall'Unione Europea. Che, così com'è fatta, non può piacerci. Solo una Sicilia Indipendente potrà, successivamente, cooperare con gli altri paesi dello scenario euromediterraneo. Ma sempre, come scrisse il Martire Canepa, «senza tiranni e senza sfruttatori».

Catania, 13 Jugnu 2008

A cura dell'Ufficio Stampa, Comunicazione e Propaganda del M.I.S.


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