"In poche settimane quasi solo con il passaparola – spiegano le cinque associazioni - abbiamo già raccolto online oltre 60mila sottoscrizioni di cittadini contrari alla diffusione dell'ideologia gender nelle scuole. Un vero Family Day 3.0 che rilanciamo anche su Facebook e su Twitter con una campagna di sensibilizzazione e sostegno della nostra petizione 'cinguettando' con l'hashtag #Nogender. Segno che siamo di fronte a una vera emergenza educativa. In molti casi, infatti, l'educazione sessuale a scuola è priva di riferimenti morali, discrimina la famiglia e mira a una sessualizzazione precoce dei ragazzi. La libertà di espressione è un diritto per tutti proprio come è giusto non discriminare nessuno".
E' possibile aderire alla petizione online direttamente sul sito dedicato di www.citizengo.org e sui siti delle associazioni proponenti: quello di ProVita su www.notizieprovita.it del Movimento per la vita su www.mpv.org, dell'Age su www.age.it, dei Giuristi per la Vita su www.giuristiperlavita.org e dell'AGesc su www.agesc.it
dai quali si può anche stampare il pdf della petizione per la raccolta manuale delle firme o inserire più firme con lo stesso indirizzo mail.
Ernesto Mainardi dell'Agesc (Associazione genitori delle scuole cattoliche) denuncia "il sempre più diffuso tentativo di proporre nelle scuole l'ideologia del gender (genere), anche attraverso proposte di legge che vogliono introdurla come materia didattica e che prevedono corsi di formazione obbligatoria per insegnanti e personale scolastico sull'educazione di genere; tutto questo espone i nostri figli al rischio di un indottrinamento che intende capovolgere i parametri antropologici sui quali si è sviluppata l'umanità nella nostra cultura e nella nostra società".
"L'appello a tutti – propone Fabrizio Azzolini, presidente dell'Age (Associazione italiana genitori) - è a firmare, sostenere, diffondere la petizione in nome del rispetto del ruolo dei genitori nell'educazione dei figli, diritto-dovere obbligatorio, insostituibile e che lo Stato deve sostenere così come è obbligatorio che l'intervento della scuola sia soggetto al controllo da parte dei genitori. Le famiglie però non conoscono la propria corresponsabilità educativa a scuola. Vanno formate e informate. Anche sulle tematiche del gender che si insinuano in modo subdolo in alcuni progetti extracurricolari proposti ai loro figli. Su questi progetti, soprattutto se riguardano temi etici, vogliamo che la scuola chieda preventivamente il consenso informato dei genitori sulla partecipazione dei studenti: richiesta, tra l'altro, oggetto di una proposta di legge redatta insieme con le associazioni genitori, tra cui l'Age, che però da quasi un anno giace nei cassetti della Camera".
«Il contributo specifico che come Movimento per la vita possiamo dare» spiega il presidente Carlo Casini «è la sottolineatura del valore di ogni figlio come criterio definitivo per illuminare di grandezza, verità e bellezza, la dimensione sessuata dell'uomo e della donna. Per questo abbiamo accettato di buon grado di fare fronte comune con le altre quattro associazioni e con tutte quelle che ci auguriamo convergano sul progetto. Tutti insieme chiediamo al ministro dell'Istruzione che si adoperi affinché i programmi scolastici rispettino il ruolo della famiglia nell'educazione sessuale e riconoscano il valore e la bellezza della differenza sessuale e della complementarietà biologica, funzionale, psicologica e sociale che ne consegue. Può sembrare paradossale dover affermare e difendere realtà così ovvie per il senso comune. Eppure la sfida epocale è proprio questa e ci auguriamo che tantissimi cittadini ci sostengano mettendo la loro firma».
Concludendo la conferenza stampa Toni Brandi, presidente di ProVita Onlus, evidenzia come dietro al mito della lotta alla discriminazione in realtà spesso si nasconda l'indottrinamento gender, l'equiparazione di ogni forma di unione e di "famiglia" e la normalizzazione di quasi ogni comportamento sessuale, ricordando che "in molte scuole non si promuove l'educazione sessuale, bensì la sessualizzazione precoce dei nostri figli, con tutti i rischi che ne consegue visti gli esempi dell'Australia e del Regno Unito dove queste strategie educative hanno causato l'aumento degli abusi e delle violenze sessuali, l'aumento della pedofilia e di centinaia di gravidanze ed aborti a 10-13 anni di età". Brandi ricorda, infine, la recente proposta di legge Fedeli che vuole introdurre l'educazione di genere e la prospettiva di genere nei manuali scolastici delle scuole e nelle università, erogando 200 milioni di euro per questo fine.
Al termine della conferenza stampa l'appello congiunto dei cinque relatori: "Che il 2015 sia l'anno della vittoria del buonsenso e della ragione".
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