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giovedì 4 giugno 2015

I 10 ERRORI DA NON FARE CON IL CAPO. Il vademecum di HAYS RESPONSE

Vietato mostrarsi pigri, svogliati o troppo servizievoli. Mai fare la spia, ostentare scarsa fiducia nelle proprie capacità e minacciare (a vuoto) le dimissioni. 

Questi sono solo alcuni dei comportamenti da bandire in presenza del proprio capo per chi punta ad una brillante carriera. Almeno secondo i consulenti di Hays Response, la divisione del gruppo Hays dedicata alla selezione di profili più junior, che hanno stilato i 10 atteggiamenti da evitare in ufficio davanti al proprio superiore.
"Stress e ritmi serrati caratterizzano sempre più spesso la vita lavorativa dei professionisti italiani. Le continue pressioni, la stanchezza e l'ansiaspiega Fabio Scarcella, Responsabile divisione Hays Response - possono portare i lavoratori a lasciarsi andare, pronunciando frasi poco felici o adottando atteggiamenti controproducenti davanti al proprio responsabile. Per chi ambisce a una carriera di successo, è necessario mantenere sempre un certo aplomb, affrontando con calma e equilibrio imprevisti e scadenze. Perché una frase detta con il tono sbagliato o una reazione dettata dalla foga del momento potrebbero danneggiarci più di quanto si pensa, riducendo drasticamente le chance di raggiungere posizioni aziendali top".

Quali sono, dunque, gli atteggiamenti che bisogna assolutamente evitare alla presenza del proprio boss? Ecco i 10 errori in cui non cadere secondo gli esperti Hays Response:
1.                  "Non è di mia competenza": le aziende, ça va sans dire, preferiscono figure professionali flessibili e capaci di dare il massimo in ogni situazione. Dimostrarsi poco disposti ad applicarsi in attività differenti da quelle solitamente praticate può essere interpretato come sintomo di pigrizia, menefreghismo e trascuratezza.

2.                  "Non mi sento in grado di farlo": la paura di non essere adatti a portare a termine la richiesta di un superiore non è sinonimo di modestia e sincerità, bensì di insicurezza e scarsa affidabilità. Un capo deve essere certo di poter sempre contare su un dipendente quando ci sono degli obiettivi da raggiungere o delle scadenze da rispettare.

3.                  "Preferirei non lavorare con quel collega": il lavoro di squadra è importante, soprattutto quando si ha a che fare con attività creative dove il brain storming può fare la differenza. È necessario mostrarsi sempre ben disposti a lavorare in team, anche se ciò significa avere a che fare con colleghi con cui si ha uno scarso feeling: non è un caso che la pazienza sia considerata la virtù dei forti.

4.                  "Questa attività è inutile": se il superiore assegna un compito particolarmente noioso, non significa che sia automaticamente inutile. Bisogna sempre eseguire l'incarico con dedizione: è dunque indispensabile portare a termine qualsiasi attività, anche la più tediosa, con impegno e responsabilità.

5.                  "Non è colpa mia": se il boss si infuria per un errore commesso, ammettere i propri sbagli senza inutili giustificazioni è di certo la soluzione migliore per dare un segno di maturità e sicurezza. Scaricare la colpa al collega di turno, invece, indica un comportamento puerile e poco serio. Dopotutto sbagliando si impara.

6.                  "Se abbiamo sempre fatto così, perché cambiare?": abitudinari e amanti della routine devono mettere in conto che i cambiamenti non portano necessariamente grane o problemi, ma anche miglioramenti. Accogliere con ottimismo le novità lavorative è decisamente la mossa migliore. E se dopo qualche tempo ci si accorge che queste non portano alcun giovamento, meglio parlarne con il proprio capo, formulando critiche e suggerimenti in maniera costruttiva.

7.                  "Non c'è una soluzione": bandire atteggiamenti negativi e catastrofici è un imperativo per chi vuole fare carriera. Soggetti ipercritici ed eccessivamente negativi non vengono mai apprezzati dal board, mentre un'attitudine al problem solving è la chiave per conquistare capo e colleghi. Mai arrendersi di fronte alle difficoltà: bisogna sempre cercare di trarre il meglio anche dalle situazioni più intricate e difficili.

8.                  "Alla fine sono sempre io quello che deve fare il lavoro più duro": l'atteggiamento vittimistico non è mai giustificabile. Chi ha davvero la stoffa del leader dà il suo meglio quando si trova a dover affrontare un periodo di super lavoro o quando sopraggiunge un problema che agli altri sembra insormontabile. Sì, quindi, a chi si rimbocca le maniche e affronta con dedizione e pragmatismo nuove sfide lavorative, no a chi non fa altro che piangersi addosso.

9.                  "Io me ne vado!": minacciare di voler abbandonare l'azienda da un momento all'altro è un comportamento controproducente. La frase, talvolta detta con leggerezza  ma insistentemente, potrebbe far perdere la fiducia da parte del responsabile. Inoltre, il rischio è quello di apparire infantili ed incapaci di risolvere i problemi.

10.               "Hai sempre ragione tu": dimostrarsi troppo accomodanti e lusinghieri nei confronti di un superiore porta inevitabilmente a due grossi rischi: diventare succubi del capo e rovinare il rapporto con i colleghi. Va bene dimostrare la propria stima, ma mai esagerare. La virtù sta nel mezzo.

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