Cerca nel blog

mercoledì 28 febbraio 2018

La tragedia di Cisterna di Latina. Uomini che non sanno porre fine ad un amore che non esiste più.


Un uomo che, nel culmine di una folle disperazione arriva a sparare alla donna che ritiene amata, non riesce ad accettarne la separazione, preferisce ucciderla e morire.

Un uomo che arriva ad uccidere i suoi figli, la carne della sua carne, la luce dei suoi occhi, preferisce porre fine alla loro vita e morire.


Un uomo che non vede alcuna via d'uscita se non farla finita per se stesso e i suoi più stretti cari.

Un uomo che riesce a vedere solo "la fine di tutto" non è una bestia, non è un mostro.

Per noi è facile classificarlo come essere "non" umano. 

Invece era un essere umano come noi. 
Che andava fermato, che andava curato.
Ma soprattutto e sicuramente erano le sue vittime che andavano salvate.

Ma quando sento notizie così drammatiche non so che pensare.

Se io fossi stato un amico o collega di quell'uomo, mi sarei accorto della gravità del suo disagio mentale?
Sarei riuscito a distinguere una depressione per la fine di una relazione sentimentale e il fallimento di un senso di famiglia da un tale moto interno di nichilismo distruttivo?

Leggo che c'erano delle avvisaglie, dei campanelli d'allarme.
Leggo che era un carabiniere, quindi era armato. 
Aveva dato segnali di squilibrio. 
Una tragedia che poteva essere fermata, ma non è stata evitata.

Io non so nulla di questo dramma in particolare. 

Non so se, quali e quante responsabilità possono aver avuto tutte le persone che forse potevano fare qualcosa per evitare questa carneficina.

Resta che nessuno - istituzioni, parenti, amici, vicini di casa, colleghi - è riuscito a fare qualcosa.

Ma siamo sicuri che se fossimo stati noi l'entourage di quella disgraziata famiglia ci saremmo resi conto della gravità della situazione?

Io mi ritengo molto sensibile e attento, ma il dubbio mi tormenta.
Se io avessi conosciuto quell'uomo sarei riuscito a capirlo?
Sarei riuscito ad impedire la tragedia?
Questo mi atterrisce.

Poi resto sgomento di come possa diventare distruttivo il sentimento dell'amore.

Non cerco giustificazioni.
Non cerco attenuanti.
Tutt’altro.

Io cerco, e non ci riesco, di comprendere il cortocircuito mentale che scatta nel cervello di un essere umano quando non riesce ad accettare la separazione e preferisce distruggere ciò che più brama.
Quando arriva a tale gesto folle, distrugge pure se stesso e non gli resta che suicidarsi.

La tragedia di Cisterna è resa ancora più agghiacciante per l’uccisione delle figlie che, anche nella perdita del lume della ragione, restano totalmente incolpevoli della fine della relazione tra i genitori.

Posso, per così dire, comprendere (non giustificare) l’omicidio del partner in un momento in cui amore e odio si confondono all’asintoto e si trasformano solo in rabbia distruttiva.

Nel caso dei propri figli, a meno che uno non sia completamente insano di mente, riesco solo ad immaginare una folle disperazione che arriva a far credere che “sia meglio così”.

Il fatto che in casi come questi sia quasi sempre l’uomo il carnefice mi fa domandare quante cose siano profondamente sbagliate nella nostra cultura sociale.

Proprio perché è una continua mattanza le spiegazioni non possono ridursi alla psiche individuale.

Colpa e responsabilità, sia chiaro, restano sempre personali.
Ma forse bisognerebbe cercare di indagare le categorie sociologiche di questo terribile fenomeno.

Per me bollare queste tragedie dicendo che sono state causate da un mostro non ci aiuta a prevenirne di nuove.

Se diciamo semplicemente che questa tragedia sia stata commessa dalla follia mostruosa di un pazzo, per me è come se ci dicessimo che, meno male, a noi cose del genere non possono accadere. Perché noi non siamo pazzi.

Il problema, che io non so risolvere, è cosa scatti nella mente di un essere umano (quasi sempre un uomo) in questi frangenti.

Questo non vuol dire giustificare.
Vuol dire solo tentare di capire per cercare di non farle accadere più.

Il dolore che sto cercando di esprimere proviene dalla mia domanda interiore: sarei riuscito io a capire e impedire una cosa del genere?

Queste cose succedono sempre e solo “agli altri”?

Questo mi atterrisce.


andrea pietrarota

www.corrieredelweb.it

Nessun commento:

Posta un commento

Disclaimer

Protected by Copyscape


Il CorrieredelWeb.it è un periodico telematico nato sul finire dell’Anno Duemila su iniziativa di Andrea Pietrarota, sociologo della comunicazione, public reporter e giornalista pubblicista, insignito dell’onorificenza del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.

Il magazine non ha fini di lucro e i contenuti vengono prodotti al di fuori delle tradizionali Industrie dell'Editoria o dell'Intrattenimento, coinvolgendo ogni settore della Società dell'Informazione, fino a giungere agli stessi utilizzatori di Internet, che così divengono contemporaneamente produttori e fruitori delle informazioni diffuse in Rete.

Da qui l’ambizione ad essere una piena espressione dell'Art. 21 della Costituzione Italiana.

Il CorrieredelWeb.it oggi è un allegato della Testata Registrata AlternativaSostenibile.it iscritta al n. 1088 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 15/04/2011 (Direttore Responsabile: Andrea Pietrarota).

Tuttavia, non avendo una periodicità predefinita non è da considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 07/03/2001.

L’autore non ha alcuna responsabilità per quanto riguarda qualità e correttezza dei contenuti inseriti da terze persone, ma si riserva la facoltà di rimuovere prontamente contenuti protetti da copyright o ritenuti offensivi, lesivi o contrari al buon costume.

Le immagini e foto pubblicate sono in larga parte strettamente collegate agli argomenti e alle istituzioni o imprese di cui si scrive.

Alcune fotografie possono provenire da Internet, e quindi essere state valutate di pubblico dominio.

Eventuali detentori di diritti d'autore non avranno che da segnalarlo via email alla redazione, che provvederà all'immediata rimozione oppure alla citazione della fonte, a seconda di quanto richiesto.

Per contattare la redazione basta scrivere un messaggio nell'apposito modulo di contatto, posizionato in fondo a questa pagina.

Modulo di contatto

Nome

Email *

Messaggio *