“Kairos” è il tema della XIII° edizione della Biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo in corso a Bari, con epicentro presso la Fiera del Levante, dal 22 al 31 maggio.
Tradotto dal greco significa “
Più di 20 anni fa, nel 1985 la prima l’edizione della Biennale nacque con lo scopo di individuare e sviluppare la creatività giovanile. Barcellona ospitò circa 600 artisti provenienti per la maggior parte dall’Europa. Da allora molta strada è stata percorsa. Già nel 2001 l’organizzazione della Biennale ha generato un’Associazione Culturale transnazionale, BJCEM (acronimo di Biennale des Jeunes Créateures de l’Europe et de la Méditerranée), che ha come obiettivo quello di stimolare e mantener vivo il canale della comunicazione fra le città, le Associazioni e le Istituzioni che sono i numerosi partner del progetto e che si occupano, tra l’altro di essere i riferimenti costanti per i giovani artisti di ogni territorio, nei 2 anni che intercorrono tra un’edizione della Biennale e la successiva.
Puglia 2008 accoglie nella sua Biennale, giovani provenienti anche da Paesi asiatici ed africani, giovani della Croazia, della Bosnia-Herzegovina, del Kosovo, della Serbia, ecc., spesso testimoni di pesanti tensioni nei loro Paesi e che hanno conosciuto l’intolleranza per la “diversità” . Kairos quindi è la sfida giusta che i 700 giovani artisti presenti a questa XIII° edizione, hanno accolto con entusiasmo perché la diversità è un’opportunità di crescita che unisce attraverso il veicolo di ogni forma d’arte. Dalle arti visive, a quelle musicali, a quelle letterarie passando per quelle teatrali e gastronomiche: tutti i sensi sono coinvolti perché il cambiamento si possa vedere, ascoltare, toccare e…gustare.
Il tema del cambiamento possibile si raggiunge anche attraverso il dibattito ed il confronto. Una delle novità di questa XIII° edizione è rappresentata dai numerosi workshop, dibattiti e conferenze ospitati nei quattro spazi ad essi dedicati nel Villaggio della Creatività. L’arte è dunque anche strumento di dialogo, di realizzazione ed è protagonista della contemporaneità.
Il tema del 2° dibattito svoltosi ieri pomeriggio, presso la sala dell’Unioncamere ha visto, protagonisti al tavolo, tre illustri relatori (Stefano Cristante, primo ideatore della Biennale oggi docente di sociologia della comunicazione presso l’Università di Lecce; Marco. Mathieu – giornalista, musicista, scrittore; Claudia Attimonelli, docente di Videoclip teory presso le Università di Bari e Taranto) ed un moderatore (Alessandro Stillo, Segretario Generale BJCEM.), confrontarsi sul tema “L’artista è un eroe mediale?” L’interrogativo può apparir strano: in fondo gli eroi di un tempo sono ricordati perché ci sono stati riportati.
Quindi la comunicazione ha sempre avuto un stretto legame con l’artista e la sua arte. Oggi però molto è cambiato. I media hanno velocizzato i tempi. Nella società dello spettacolo si diceva che ciascun artista ha diritto ad almeno un’ quarto d’ora di celebrità. Oggi la celebrità si misura in secondi: un passaggio in radio o un’apparizione televisiva o ancora, una prima pagina di un giornale presa per caso. V’è dunque uno stretto ed inscindibile legame tra i media e l’artista. I Media usano l’artista ma v’è un legame di reciprocità. Basta andar in giro per la Biennale per osservare quanti riferimenti ai media troviamo nell’espressioni artistiche dei nostri giovani.
In molte arti, come ad esempio quella cinematografica o fotografica, la manipolazione mediatica ha fondato addirittura un’arte nuova (si pensi ad esempio a quello che era il cinema muto ed a quello che oggi sono i videoclip o la videoarte). Quindi l’artista è un eroe mediatico e lo è molto più il critico che si pone al centro fra i media e lo stesso artista. Oggi il suo ruolo è fondamentale in quanto i mezzi di comunicazione mediatica hanno facilitato l’accesso nel mondo delle arti, a danno forse di una scarsa garanzia di vendibilità e di qualità (si pensi a MySpace). In fondo però vige la legge del mercato che sarà sempre il grande selezionatore.
Di contro invece la possibilità offerta a tutti di non incontrare le invalicabili barriere di un tempo ha il positivo risvolto di far emergere, specie nei giovani, le qualità artistiche che sono indubbiamente una ricchezza. L’artista è infatti in grado di percepire prima le tendenze sociali e culturali. Egli va contro corrente; ha il coraggio di rompere le spirali del silenzio che si creano quando v’è una maggioranza di pensiero ed è difficile prendere la parola per dissentire o sostenere un’altra verità. L’arte è la prova estrema del coraggio fisico. Franz Kafka ha mostrato al
E’ chiaro dunque come il progresso della moderna società deve transitare dall’arte espressiva dei giovani creatori, dalla loro voglia di esprimere anche il disagio, che raffigurano, interpretano e sollevano problemi. Essi sono la nostra speranza perché intravedono nuove possibilità e nuove strade e possono migliorare ed incoraggiare l’evoluzione del pensiero in questi tempi critici.
Alle 21 nello spazio musicale “main stage” ieri un gruppo di artisti palestinesi – Nuwwar group – ha cantato e ballato su sonorità della loro amata terra, coinvolgendo un nutrito pubblico di giovani ed anche d’intere famiglie. Pian piano spontaneamente qualcuno ha loro acceso una candela, simbolo di pace, e molti altri l’hanno imitato. Questo pubblico è espressione di speranza, di unione di cuori e di coscienze. L’”arte e la cultura serve se costruisce i ponti” – sostiene il nostro Presidente Vendola…niente di più vero!
L’auspicio è che i giovani abbiano la possibilità di partecipare alla più ampia gamma possibile di attività artistiche e che ad esse possano seguire tante altre opportunità di dialogo interculturale ed interrazziale.
Infine ai Governi ed a tutti coloro che hanno il privilegio di essere nelle “stanze dei bottoni”, l’augurio che possano trarre la giusta ispirazione per il bene di tutti i Popoli.
Angela Ronchi
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