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giovedì 27 agosto 2009

Nuova energia da tetti vecchi

La tegola solare coniuga tutela dei beni culturali e produzione energetica

Da quando lo scorso anno è entrata in vigore in Italia la nuova legge d'incentivazione del solare “Conto Energia“ tra gli italiani proprietari di case è scoppiato il boom della produzione solare d'energia. Contrariamente alla legge precedente, questa s'incentra soprattutto su piccole installazioni, rivolgendosi così direttamente ai consumatori finali, i quali applicano prontamente i moduli solari sui loro tetti. Un affare lucrativo, perché in Italia il sole splende con intensità analoga a quella della Spagna o della Grecia. I tradizionali pannelli solari, però, non arrivano in verità sul tetto di chiunque li vorrebbe avere. Per gli edifici storici, i Beni culturali hanno finora posto un freno.

Se si guarda ad una città come Venezia, se ne comprende il motivo: la fisionomia della città lagunare, intessuta di mitologia, si caratterizza per tegole arcuate di terracotta di color marrone chiaro, che l'esperto chiama “tegole a canale“. Gli scuri collettori solari si staglierebbero sul mare di tegole come macchie indecorose e deturperebbero l'idilliaco scenario rinascimentale. Come conseguenza Venezia, patrimonio culturale dell'UNESCO, potrebbe perdere qualcosa del suo magico appeal per turisti di tutto il mondo. L'azienda italiana REM S.p.A ha trovato una soluzione a questo dilemma: tegole solari di plastica con lastre di copertura di PLEXIGLAS® stampate ad iniezione. Le cosiddette tegole TechTile richiamano visivamente le tradizionali tegole di terracotta, però nascondono in sé potenti celle solari o, in alternativa, moduli solari termici per scaldare l'acqua. Paragonate ai consueti pannelli solari, le superfici dei collettori delle tegole sono di poco più piccole: solo se rimane salva l'impressione visiva, infatti, è possibile aprire alla produzione d'energia i tetti storici, malgrado le imposizioni dei Beni culturali. Un tetto rivolto a sud di 18 metri quadrati di grandezza e con angolo di pendenza di 30 gradi, produce così, sotto il sole del Sud Italia, 1.650 chilowattora d'energia elettrica all'anno (vedi tabella). Questo copre circa i 5/6 del consumo annuo di elettricità di un nucleo familiare tedesco costituito da un'unica persona..

Dall'antichità all'era solare

Non sappiamo con certezza quando e da chi sia stata inventata la tegola di terracotta. C'è solo un racconto dell'autore greco Pindaro, che assegna ai Corinzi l'invenzione della tegola intorno al 450 A.C.. La tegola dalla forma "a canale", oggi ampiamente diffusa nell'area mediterranea, viene dal Medioevo e non è sostanzialmente mutata da quei tempi. Adesso, con il nuovo modello della REM S.p.A., questa forma entra nell'era solare, gettando in tal modo un ponte tra tradizione e progresso.

I temi del cambiamento climatico e dei crescenti prezzi energetici giocano un ruolo anche per i beni culturali in Germania. Il conservatore dei Beni culturali del Land dell'Assia, Christoph Mohr, dichiara: “Salutiamo le iniziative che cercano di associare la rivendicazione estetica della cura del patrimonio culturale con nuove tecnologie di produzione energetica. Siamo in attesa di prodotti che combinino le due cose: da un lato, rendere utilizzabili i collettori solari, rispettando però dall'altro, in termini tecnico-edilizi, anche l'aspetto dei Beni culturali.“ Oltre alla funzionalità, qui è importante anche il quadro visivo. “Le tegole con collettori solari devono integrarsi con discrezione nell'architettura storica. Solo allora si può parlare di una fusione intelligente di forma e tecnologia.“ Per questo la tegola solare ha convinto anche la giuria del premio di design “Well-Tech“, che lo scorso anno le ha conferito il primo premio.

Fuori classica, dentro high tech

Anche se non si è ancora realizzata per ogni Paese la forma di tegola appropriata, per l'Italia ci si è già riusciti. L'unica cosa che la tegola solare ha ancora in comune con la sua predecessora medioevale, sono colore e forma. Invece dell'argilla, la variante moderna è di plastica. Al centro della tegola situata superiormente – il cosiddetto “coppo“ – si trovano, sotto una lastra trasparente, le celle solari o i moduli solari termici. La tegola solare l'hanno inventata Roberto Corvaglia e Sante Bortoletto della REM. “Per una produzione ottimale d'energia contano due fattori: potenti celle solari e una lastra di copertura ad alta trasmissione“: questo è il principio, come spiega Bortoletto. Con trasmissione s'intende la permeabilità della luce, elemento che per gli inventori è stato il criterio decisivo nella scelta del materiale: “Noi utilizziamo PLEXIGLAS® per la lastra, perché ha una trasmissione di oltre il 90%, e lascia così passare molta più luce di altri materiali plastici, che in aggiunta non sono così resistenti agli UV ed ingialliscono con il tempo“, dice Corvaglia. Perché le celle solari scure non si vedessero dall'esterno attraverso la lastra trasparente, gli inventori sono ricorsi ad uno stratagemma: “Abbiamo strutturato finemente le lastre sul lato interno. I raggi solari vi possono sì penetrare, però non vi si può guardare attraverso senza difficoltà. Evitiamo così che il nero delle celle solari disturbi l'impressione color argilla della tegola“, dichiara Corvaglia. Da una certa distanza non si può così notare alcuna differenza dalle tegole tradizionali. Oltre alle proprietà ottiche, la lastra deve anche essere robusta. Al riguardo Bortoletto: “Persino una tempesta di grandine non è un problema, perché PLEXIGLAS® può sopportare anche queste influenze ambientali.“


Tendere la mano al copritetto

Ulteriore stabilità viene alla lastra da un saettone trasversale. Ci si può così muovere tranquillamente per le tegole, cosa che facilita l'installazione. La tecnologia viene incontro ai copritetto in un altro punto ancora: con la semplice unione ad innesto, le tegole solari possono essere installate senza elettricisti. Le celle solari sono disponibili anche come moduli prefabbricati per tetti, con strato isolante e appoggio sul tetto per coprire con particolare rapidità una casa. Tuttavia, ciascuna tegola solare lavora autonomamente dalle sue vicine. Se una tegola si guasta, tutte le altre continuano a produrre energia.

A sud e a nord delle Alpi

Le tegole TechTile sono adatte non solo all'area mediterranea, coccolata dal sole. Sono senz'altro interessanti anche per il Nord Europa, per cui sarebbero però necessarie altre forme. In Germania, per esempio, è molto diffusa la tegola a forma di “coda di castoro“. “Abbiamo già in programma di produrre altre forme, che possano essere utilizzate a nord delle Alpi“, dice Corvaglia. In un prossimo futuro, la tegola solare potrebbe così trasformare tetti storici in zone apportatrici d'energia anche nell'Europa del nord.

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