...In effetti, da questo punto di vista i lavori di Poggiali vanno invece verso un'altra direzione perché rendono inattuale l'elemento mediatico e high tech. Creano una sorta di cortocircuito temporale. Non solo hanno l'aspetto giocoso di qualcosa che non può fare paura, ma nello stesso tempo inglobando una tecnologia elementare, si spostano nell'asse del tempo verso un momento di sospensione. Si veda per esempio "Pfaff" del 2002, vera e propria cattedrale tra vecchia (la macchina da cucire) e nuova tecnologia (il sensore a infrarossi). In effetti l'effetto Poggiali fa sì che il futuro, il mondo spogliato dall'umanità e popolato dalle sole macchine, diventi sempre di più il brutto sogno di un pessimista, che una realtà possibile. L'artista fiorentino nega con forza ogni orizzonte heideggeriano di una tecnica che tutto distrugge in nome di una mera funzionalità senza scopo altro. In pratica il gioco della techné annulla le distanze e rende familiare ciò che è unheimlich. Allora è chiaro che è l'istinto a prevalere sulla ragione e sui programmi anche perché di tecnologia si può vivere, senza bisogno di morire come essere umani........
Valerio Dehò
artestudio53@tin.it
Nessun commento:
Posta un commento