Vacanze Sardegna sulla via delle tradizioni e delle feste popolari potrebbero portarci durante il periodo estivo a conoscere meglio i paesi dell' interno come Sedilo .
Il 6 e il 7 luglio di ogni anno, nel santuario di Santu Antine del paesino oristanese di Sedilo (siamo ai confini di una regione chiamata Marghine, nel bel mezzo della Sardegna centro occidentale) si tiene una festa molto antica chiamata S'Ardia. L'evento, il cui nome in lingua sarda significa proteggere, è un misto di sacro e profano e, per le sue caratteristiche, è senza alcun dubbio uno dei più attesi e suggestive dell'isola, poichè racchiude in sé tradizione e fede, coinvolgimento e sensibilità dei fedeli, richiamando ormai da diversi anni non solo pellegrini e devoti ma anche moltissimi turisti stranieri. Di cosa parliamo? Di una corsa sfrenata che fa un gruppo di cavalieri, guidato dai tre capigruppo, per entrare nel santuario dedicato a San Costantino e fare rientro verso il paese; non si tratta di arrivar primi per conquistare un palio, la posta in gioco è ben più alta ed ha a che fare con l'eterno desiderio dell'animo umano di misurare il proprio coraggio, la propria devozione L'evento rievoca la battaglia tenuta sul Mante Milvio a Roma nel lontano 312 a.c. in cui l'imperatore Costantino ebbe la meglio sull'esercito di Massenzio.
Luogo della festa è l'omonimo santuario, distante circa un km dall'abitato. Il percorso si snoda tra l'interno e l'esterno de "sa corte de Santu Antinu", delimitata da una sorta di muraglia che racchiude la chiesa, i "muristenes" e la casa de "Su Erimitanu" (il custode).
Si accede alla corte da due archi: uno moderno di trachite e cemento; uno più antico,risalente al XVI secolo, detto "Su portale e ferru".
"Sa prima candela", che a suo tempo aveva iscritto il proprio nome nel registro "de sas pandelas" tenuto dal parroco, guida la corsa coadiuvato da due luogotenenti: "sa segunda e sa terza pandela".
Tre cavalieri armati di bastone "sas iscortas", scelti a propria discrezione da ogni "pandela", impediscono il superamento delle tre "pandelas" da parte dei circa cento cavalieri al seguito.
Il pomeriggio del 6 luglio il Parroco consegna gli stendardi ai protagonisti principali: quello giallo di broccato, detto "Sa pandela de Santu Antinu", a "Sa prima pandela", uno rosso e uno bianco rispettivamente per "sa segunda e sa terza pandela" ed infine dei vessilli rossi per "Sas iscortas".
Parroco, sindaco, pandelas, scorte e cavalieri si dirigono verso il santuario accompagnati dai fucilieri che scandiscono con gli spari a salve i momenti più significativi della corsa.
Dopo una breve pausa a "Su fronte mannu", all'imboccatura della strada che conduce al santuario, il corteo arriva a "Su Frontigheddu", la piazzola sopraelevata da cui ha inizio la corsa vera e propria.
Da qui "Sa prima pandela" sa cogliere il momento propizio per lanciarsi a galoppo, attraversando con maestria l'arco di Costantino che immette nell'area del Santuario, e raggiungere la chiesa, seguito dagli altri cavalieri, per percorrere al passo i giri votivi, che dovranno essere in numero dispari.
La galoppata del capocorsa riprende con la discesa verso "Sa Muredda", una rotonda in pietra con al centro una croce.
Terminato un momento di preghiera, i cavalieri compiono tre giri in senso orario e uno in senso antiorario, per risalire nuovamente verso la chiesa, concludendo la corsa che si ripeterà l'indomani mattina.
Nel pomeriggio del 7, lungo le vie del paese, si svolge l'imponente processione in onore del Santo.
Nel giorno dell'ottava, fissato per tradizione nella seconda domenica successiva ai giorni della festa, sullo stesso percorso ed in una sola edizione, si svolge di mattina "S'Ardia a pe" (Ardia a piedi).
Nel conoscere queste feste tradizionali possiamo cogliere l' occasione per testare i vari prodotti locali dell' artigianato e della gastronomia , costruendo un itinerario culturale usufruendo dell' offerta di Hotel Sardegna dell' interno dell' isola , in alternativa ai più noti percorsi tra le località marine .
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