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martedì 6 maggio 2008

SICUREZZA NEL PORTO DI NAPOLI: MOLTO E' STATO FATTO; PARECCHIO RESTA DA FARE.

SICUREZZA NEL PORTO DI NAPOLI: MOLTO E' STATO FATTO;

PARECCHIO ANCORA DA FARE, DICE FORNICOLA, RESPONSABILE DEL SETTORE PER LA FILT.

di Raffaele Pirozzi


Napoli, 06/05/08

Un lavoro certosino, realizzato grazie ad un impegno quotidiano, è quello che la Filt campana sta attuando per aumentare la sicurezza e la tutela della salute nel Porto di Napoli.

Sono stati sottoscritti documenti pregevoli ma, purtroppo, permangono ancora alcune difficoltà perché non tutte le aziende che operano nel Porto di Napoli hanno ritenuto opportuno aderire.


Le aziende che operano nel settore dei traghetti e degli aliscafi, della cantieristica e delle vie del mare, sono i settori su cui è necessario insistere per aumentare la prevenzione e la tutela della salute come prevede il Testo unico sulla sicurezza, recentemente approvato dal Parlamento, i cui decreti attuativi sono stati emanati nei giorni scorsi dal governo dimissionario.


Ma dobbiamo fare i conti dice Emanuele Fernicola, responsabile del settore marittimi e portuali della CGIIL, con una concezione culturale che considera la sicurezza un "costo" anziché un investimento per lavorare meglio; approviamo fermamente l'affermazione scritta su un volantino diffuso dalla CGIL, CISL ed UIL di Napoli sulla sicurezza, che dice: " Pensare che un padre, si alza al mattino, va a lavorare per assicurare il sostentamento e lo studio ai propri figli, all'improvviso muore sul lavoro per mancanza di garanzie e sicurezza, è una cosa inaccettabile ed intollerabile per qualsiasi democratico".


Il settore portuale soffre della mancanza di programmazione nel senso che ad una crescita dei traffici marittimi non sono stati programmati interventi atti ad elevare gli standards di sicurezza e di funzionalità del settore: Fondali non adeguati per grandi navi, attrezzature vecchie e scarsi controlli, sono i maggiori problemi che bisogna affrontare se si vuole continuare a svolgere un ruolo importante nel panorama economico nazionale ed internazionale.


In questa situazione il protocollo d'intesa definito per il Porto di Napoli è molto innovativo ed anticipa, in alcune parti, il Testo unico sulla sicurezza. Tenere sotto controllo l'intera filiera produttiva del porto con i Rappresentanti della Sicurezza dei lavoratori è certamente un titolo di merito.


Noi –dice Fernicola- continuiamo il nostro lavoro- perché nel corso di questi anni il settore portuale, insieme ad altri, ha fatto passi notevoli ed è riuscito ad avere leggi molto avanzate che possono permettere, oggi, a tutti noi di svolgere meglio il lavoro di difesa dei lavoratori.

Il testo unico sulla sicurezza è la legge più innovativa esistente in Europa in materia di sicurezza, ma l'Italia, spesso, si è dotata di leggi d'avanguardia che però non sono state applicate del tutto per la mancanza di strutture adeguate e controlli penetranti.


Oggi pensiamo di lavorare con un'azione preventiva per rendere applicabile il Testo unico sulla sicurezza; i delegati interessati al problema sono chiamati a darsi da fare previa informazione e formazione. Azione preventiva, informazione e formazione sono dunque in sintesi i pilastri su cui poggia la legge e, dobbiamo e vogliamo, lavorare per rafforzare e coordinare le strutture chiamate a svolgere tale proprio compito. Il rafforzamento degli organi di Controllo ed il loro coordinamento presso ogni Prefettura è l'imperativo che la categoria dei portuali e dei marittimi, insieme all'intero movimento sindacale, intende fare per aumentare la sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro.


Insomma, allo stato attuale, esiste una legge avanzata ed è quindi necessario rafforzare e varare il coordinamento tra i vari organi di controllo; per questo è categorico che i Rappresentanti della Sicurezza dei lavoratori svolgano il loro importante compito con forza, abnegazione ed impegno costanti nel tempo e nel grado. Purtroppo questo sforzo non sempre è apprezzato da chi vede l'impegno di questi rappresentanti come un fastidio. Difendere la vita di un lavoratore significa svolgere al meglio il proprio impegno sindacale ed affermare quello che viene scritto dalla CGIL, CISL ed UIL. I portuali ed i marittimi insieme all'intero movimento sindacale lavora alacremente per attuare il "Testo Unico sulla sicurezza" ma le Istituzioni svolgono appieno il loro compito?


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