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venerdì 8 maggio 2009
Un itinerario nel nord della Provincia di Trapani
Una successione di basse, ondulate colline, rotta qua e là da isolati rilievi calcarei e da una complessa rete di corsi d'acqua: è questo il paesaggio che ci troviamo davanti arrivando a Calatafimi Segesta, circa a 40 km da Trapani. Dislocata sulle pendici di una collina, la prima cosa che spicca in cima all'abitato è il Castello di Eufemio. Gli arabi, che la fondarono laddove esisteva una precedente roccaforte bizantina, le diedero il nome di "Kalt-al-Fimi", che significa Castello di Eufemio per l'appunto. Il borgo antico della città è costituito da una serie di vicoli, animati da archi, cortili e scalinate, che si intersecano reciprocamente fra loro. Tante sono le chiese che si incontrano in giro per il paese. Inoltre, fra i luoghi di interesse culturale, ci sono i vicoli spagnoli.
Ciò che rende indispensabile visitare Calatafimi è l'area archeologica di Segesta, città fondata dagli Elimi (probabilmente troiani che abbandonarono la loro terra dopo la sconfitta della guerra di Troia). Ciò che più affascina è il suo tempio dorico, perfettamente conservato, che si staglia a 400 metri di altezza. Altro gioiello greco è il teatro, ricavato alle pendici di una collina e posto in posizione straordinaria da cui si può spaziare con lo sguardo su tutto l'incantevole paesaggio circostante, utilizzato ancora oggi per spettacoli classici e moderni.
Il viaggio continua in direzione di Buseto Palizzolo che si estende in un territorio ricco di sorprendenti risorse paesaggistiche, l'ampia vallata che collega il sito archeologico di Segesta e il monte Erice. Uno spettacolo campestre di straordinaria bellezza naturalistica fatto di colline e vallate interamente coltivate, dai colori cangianti, sulle cui alture si possono ammirare le antiche costruzioni rurali, i Bagli. È una zona ideale per escursioni di interesse naturalistico. Ultimamente sono sorte numerose strutture turistico-ricettive tipiche come agriturismo Buseto Palizzolo e bed and breakfast.
Proseguendo il viaggio verso Trapani, le tappe successive sono Valderice e, soprattutto, Erice. Valderice è un paese situato in posizione collinare, letteralmente sospeso tra cielo e mare. Lo scenario che si gode da qui è incomparabile, spaziando dalle colline coltivate al mare cristallino del Golfo di Bonagia. Anche qui i Bagli, antiche strutture rurali, sono i protagonisti del paesaggio, spesso recuperati e trasformati in splendide strutture ricettive, come
l'Hotel Baglio Santa Croce.
Erice, sede del Centro di cultura scientifica "Ettore Majorana", è uno dei più suggestivi gioielli medievali al mondo. Fu fondata quasi 3000 anni fa dagli Elimi e nel periodo romano divenne luogo di culto della Dea Venere. Proprio sui resti del tempio a lei dedicato sul monte dove sorge la cittadina, nel XII secolo i normanni edificarono il suggestivo Castello di Venere, oggi simbolo della città e tappa obbligata della visita del borgo. Erice non è grande e vale la pena perlustrarla a piedi attraverso le sue strade selciate dove si respira un'aria di medioevo, alla scoperta dei bei edifici, le botteghe artigiane, le piazzette e le chiese.
Da Erice a Trapani il tratto è breve e si può usufruire anche di una panoramicissima funivia. Ecco l'incontro con il mare, su cui la città di Trapani si protende "come una falce". All'orizzonte il paradiso delle isole Egadi e Pantelleria che si possono raggiungere con le imbarcazioni che partono dal porto. Nel reticolo del centro storico si possono ammirare i grandiosi palazzi barocchi e numerose chiese, espressioni del gotico siciliano del XIV secolo. Caratteristico è il porto peschereccio e il vicino mercato del pesce. Vicino si trovano anche la seicentesca Torre di Ligny e il castello aragonese della Colombaia.
Tappa finale del nostro viaggio immaginario è San Vito lo Capo, città dell'ormai famoso Cous Cous Fest di fine settembre. Ciò che colpisce è la sua lunga spiaggia, con una sabbia bianchissima e un mare dalle infinite sfumature dell'azzurro. Per coglierne l'anima è ideale passeggiare tra le viuzze in modo da godere l'atmosfera tipica, conoscere le persone e gli usi, assaggiare una tipica granita o un gelato e ammirare le bellezze del posto, come la Cattedrale-fortezza di San Vito.
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