Il nostro Governo, che formalmente dice di essere impegnato per la liberalizzazione del mercato, ha davanti a se' un lavoro gigantesco, quasi impossibile, visti gli attori che oggi sono in scena e la considerazione che essi hanno del mercato come una propria privata prateria.
Viene spontaneo il parallelo del nostro capitalismo con la politica. Quest'ultima dicono che vogliono riformarla a partire dai cambiamenti rispetto ai virus che l'hanno inquinata. E quindi ecco che confermano il finanziamento pubblico ai partiti, ecco che le caste istituzionali sono sempre remunerate e inamovibili come prima, ecco la riforma del sistema elettorale che non si fara' (siamo fuori tempo massimo). Per il capitalismo le caste sono sempre caste anche li'. Ed ecco, nel nostro caso, l'Antitrust (soldi e lavoro pubblico) chiamato per difendere la propria prateria da una delle forme piu' elementari del liberismo economico, la concorrenza.
Ci dobbiamo rassegnare? Non ancora. Prima di tutto perche' speriamo che l'Antitrust valuti irricevibile per infondatezza la richiesta di Q8 e perche' magari, gli azionisti di questa azienda sovietica, mandino a casa il loro attuale direttore e amministratore delegato.
Qui un nostro comunicato precedente sulla medesima vicenda:
http://www.aduc.it/comunicato/carburanti+eni+scontati+successo+cosa+aspettano_20444.php
(1) http://www.aduc.it/notizia/carburanti+anche+q8+fa+sconti+anche+se_125612.php
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori



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