“Infine franare/ Con il calcare bianco,/ scogliera di Megera
Iblea della colonia greca,/ franare al mare.// Sponde, sponde, sponde e poi/
Schiuma mischiarsi a sabbia, mischiarsi/ All’inerte in briciole, mischiarsi al
sale, mischiarsi/ Ai corpi dei marinai, mischiarsi/ Ai legni delle
imbarcazioni,/ tornare frammenti/ ed Empedocle implorare./ […]” – “Prima dell’anima”
“Prima dell’anima”
è una novità editoriale della casa editrice Rupe Mutevole Edizioni. L’autrice, Paola Froncillo, è una scrittrice particolare in quanto si occupa
di architettura per lavoro.
Una commistione tra la bellezza dell’architettura e
l’incanto della letteratura producono in Paola Froncillo una sorta di estasi comunicativa
che ha dato vita ad un romanzo che vede come protagonista una donna, Vera Lida.
Paola Froncillo è
stata molto disponibile nel raccontarci di se stessa, delle sue ambizioni,
delle sua passioni. Buona lettura!
A.M.: Ciao Paola,
ti ringrazio per avermi concesso questa intervista. Ho sbirciato sul tuo
curriculum e sono rimasta affascinata dalle tue attività professionali. Sei
attiva dal 1989 e da allora hai collezionato solo importanti traguardi. In
sincerità qual è il riconoscimento più importante che hai ricevuto?
Paola Froncillo: Francamente
sono indecisa tra il conseguimento del titolo di Dottore in Progettazione
Architettonica e Urbana nel 1999, ed il contemporaneo concorso vinto da me per
ampliamento Parco Comunale di Parona, in provincia di Pavia. Tra le altre cose, nel dicembre del 1999 è nato mio figlio! Quindi
direi un anno decisivo per la mia vita.
A.M.: La
scrittura è sempre stata una passione della tua vita oppure si è manifestata
successivamente?
Paola Froncillo: Scrivo
da quando ho circa 15 anni. Perché con l’architettura e la fotografia non posso
esprimere quello che solo le parole possono rappresentare. Immediatezza del
verbo, recitazione, visioni spaziali, immagini immediate, immediatezza delle
sensazioni, immediatezza nell’arrivare al mondo esterno, immediatezza nel
emozionare uomini, musica della lingua italiana, ritmo e sequenza del suono.
Gli stessi principi cerco di metterli nell'architettura che realizzo. “Architettura che deve emozionare”, dice
le Corbusier. Mi interessa Il ritmo dello spazio nel Partenone descritto in Eupalino di Paul
Valery; del testo e dei versi di Alda Merini, mia cugina di terzo grado, amo la
crudezza. Nella mia tesi di laurea si
partiva con il tema dei Prigioni scolpiti da Michelangelo, dal rapporto tra
natura ed artificio. Ho sempre trovato analogie tra lo spazio evocato nei versi
di Leopardi e la dimensione del giardino all’inglese. Questi sono i miei
riferimenti. Il personaggio del mio racconto e le mie poesie parlano di un
rapporto decisivo e costante con la
natura. Ho scritto un "Manifesto del paesaggio" dove definisco il mio
tema e la mia ricerca centrale: realizzare lo spazio sequenza nello spazio
fisico e nello spazio poetico. E scrivo: "Mentre percorrevo il viale alberato di G. Piermarini nei Giardini
Pubblici di Milano pensavo che forse il nostro ruolo di architetti nella
società̀ contemporanea sembra avere come priorità̀ la ricerca di un rapporto
,ancora passibile di sviluppo, tra architettura e natura. Questo significa
stare nello spirito del tempo. La consapevolezza e la constatazione che le
nostre esperienze sensoriali nello spazio stiano perdendo il loro significato,
mi hanno inoltre convinta a scrivere questo breve testo, nella speranza che mio
figlio e così le future generazioni amino ancora incontrarsi in un bellissimo
giardino, oltre che apparire in un social network."
A.M.: Pensi che
l’architettura influisca sul tuo scrivere?
Paola Froncillo: Sono
tre le priorità per attuare l’influenza dell’architettura nella scrittura. Il
primo è realizzare una opera d’ arte totale (musica + poesia + arte +
architettura + pittura + ...). In secondo luogo realizzare l'osservazione
poetica della natura nelle sue forme, in quanto esiste una potenzialità latente
e passibile di sviluppo nel mondo naturale, unica ispirazione. Perseguire un
Rapporto dissolubile e permanente con l’elemento naturale, spazi assoluti,
mare, montagne, ghiacciai, pianure, filari, boschi… in un rapporto quasi
mitico. Terzo passo è realizzare un artificio di spazio sequenza poetico di
tipo musicale, in cui la parola e gli scritti siano quasi percepiti come suoni
e non solo significati. Scrivo prevalentemente di getto e mi registro con ipad
o cellulare, in quanto il mio pensiero va più veloce delle mie dita su una
tastiera, oppure sul foglio bianco. Se penso e recito una poesia o delle frasi
di altri posti o scrittori, sento un ritmo musicale che le accompagna, e mi muovo come cercando una forma spaziale
che lo descriva. Come nelle mie case esiste, ed è voluta, la ricerca di una
Temperatura spaziale (esempio: questo spazio è caldo o freddo, i materiali
usati che sensazione danno a chi percorre lo spazio, chi vi abita?). Così scrivo
per fissare una temperatura dello spazio lirico poetico, nel quale ognuno a
differenti livelli si possa rapportare ed immergere. Cerco una empatia con la
natura questo vorrebbero esprimere le mie poesie. Cerco di comporre senza
forzature imparando dalla composizione del luogo in cui mi trovo. Ascolto,
camminando i boschi che attraverso, anche se questi boschi sono spazi
metropolitani di cavalcavia stradali o sotto passi in periferie urbane, o non
luoghi o reti telematiche e virtuali. Miro a creare un paesaggio che sembri, da
sempre, far parte del luogo stesso. Semplicità leggerezza e sobrietà. Ogni
parola ha un peso lieve.
A.M.: “Prima
dell’anima” ha appena visto la luce editoriale. Nel libro si parla di una
donna, Vera Lida. Chi è? Ci sa racconta qualcosa su di lei e sulla sua storia?
Paola Froncillo: Il
personaggio di Vera Lida è debitore di personaggi di scrittori che mi hanno
accompagnato in questi anni, oltre ad essere il personaggio di un racconto
infinito, quasi fosse una scultura di Michelangelo: come un prigione di
Michelangelo Vera Lida è una donna che riconosce e soffre per il
"mostruoso" che vive in lei. Ne gioisce e ne patisce. La sua vita
come tutte le nostre vite, siano vite umane del nostro secolo o di quelli
precedenti, è uno spazio tra la natura e l'umano. Il nostro corpo è uno spazio
in bilico tra queste due nature che si combattono e che agiscono nello spazio.
Scrittori come Elsa Morante, come Pessoa come Rilke come i surrealisti di
Breton, come Holderlin, od anche Empedocle... mi hanno insegnato il mito. Vera
Lida vuole vivere nel mito, riconoscerlo nella vita di tutti i giorni,
praticarlo, perseguirlo. Amo anche Valerio Massimo Manfredi (Lo scudo di Talos
od Il tiranno). Le tragedie di Shakespeare sono per me talmente attuali! Sono
perfettamente nello spirito del nostro tempo e così anche nello spirito di Vera
Lida. Ecco desidero vivere nel mito, anche se a noi mortali non è possibile,
tendiamo ad essere immortali. Dal tempo orizzontale del quotidiano, in cui
tutti siamo faticosamente conviventi, costituito dal lavoro, dalle abitudini dalle
pratiche che si ripetono. Vorrei emergere come fossi io stessa un prigione di
Michelangelo. In un tempo verticale della poesia e dell'arte. Unico tempo
spazio in grado di dare a tutti una autentica felicità. Credo in ciò che
semplicemente tendiamo tutti a realizzare: la felicità di vivere. Il lettore
dovrebbe poter essere portato in un mondo, quello del racconto di Vera Lida,
che lo faccia divertire, rimanendo in sospeso in attesa di
sapere il futuro del personaggio. Questo per me sarebbe il massimo
risultato! Ma torniamo alla felicità.
Solo la dimensione creativa è a mio parere l habitat ideale, per
realizzarla. Tutto il resto è solo strumentale per raggiungere questo universo
possibile di energia creativa che dobbiamo tutti noi esseri umani avere come
fine. Le potenzialità inespresse della natura sono davanti ai nostri occhi e
noi non le vediamo. Trovo che il mio ruolo possa essere quello di renderle
visibili attraverso la poesia e lo spazio costruito della architettura.
A.M.: “Prima
dell’anima” termina con una sezione dedicata alla poesia, denominata “Le poesie
fuori testo”. Ci racconti la genesi di queste poesie ed il perché della loro
presenza sul libro?
Paola Froncillo: Direi
che il ruolo della poesia è centrale,
tutto parte da lì. Dalla composizione delle parole in un ritmo. Ecco il
racconto di Vera Lida per me è solo un ritmo un po' più orizzontale e lento
della poesia.
A.M.: Qual è
l’ultimo libro che hai letto?
Paola Froncillo: L’ultimo
libro che ho letto è “La storia” di Elsa Morante. Sto leggendo “Verdi colline
d’Africa” di Ernest Hemingway. Il primo è un testo fondamentale a mio parere, è
da leggere come si deve leggere l' Odissea, naturalmente non così importante ma
è un romanzo epico. Il secondo per me è come leggere il diario di un testimone
del secolo scorso, ma già con un piede nel nostro.
A.M.: Che cosa
desideravi da bambina? Pensi di essere riuscita ad ottenerlo?
Paola Froncillo: Da
bambina volevo semplicemente crescere in fretta come la maggior parte dei
bambini. Avrei voluto diventare parrucchiera, hostess, pittrice... ogni due
o tre mesi cambiavo idea. Poi mi è stato
tutto chiaro al liceo artistico. Ho incontrato un professore che mi ha
appassionato molto, insegnava architettura e così decisi che
"provvisoriamente" sarei
diventata architetto. Solo perché ancora oggi ritengo sia il mestiere
più inclusivo: unisce scienza e arte, pittura e scultura, cinema e tecnologia
poesia, psicologia della forma. No, non sono ancora riuscita ad ottenere quello
che il Dalai Lama dice: “la felicità
dell' espressione della propria completa personalità, attraverso la vita”.
Sento di essere però nella direzione giusta.
A.M.: Come ti
trovi con la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni? La consiglieresti?
Paola Froncillo: Certo,
la consiglio, mi trovo molto bene, mi ha dato fiducia e la fiducia è
ricambiata, tra l' altro sono interessata a ciò che pubblica, sono felice di
averla incontrata sul mio percorso. Ne approfitto per ringraziare una poetessa di
Rupe Mutevole, Antonella Massa, per i suoi versi, per il suo aiuto e contributo
per la pubblicazione di questo libro. Il suo "sogno antico" è stato
per me fonte di ispirazione.
A.M.: Hai novità
per la chiusura del 2014? Puoi anticiparci qualcosa?
Paola Froncillo: Sì,
ho intenzione di creare attenzione nel mio libro. Ho deciso di partire da
Bookcity e dal mio ordine di architetti; di diffonderlo attraverso reading in
librerie, biblioteche spazi pubblici. Un’anticipazione? Ho già scritto una
seconda fase della vita di Vera Lida... quindi sì, devo dire che si saranno un
bel po' di novità!
A.M.: Salutaci
con una citazione…
Paola Froncillo: La
mia citazione è tratta da alcuni pensieri di Le Corbusier e di L. kahn due
architetti. L. Kahn scrive: "un uomo
con un libro va verso la luce. Così comincia una biblioteca, la sala di lettura
e impersonale. È l’incontro in silenzio
tra lettori e libri.". Le Corbusier scrive in verso: "l’architetto, organizzando le forme,
realizza un ordine che è pura creazione della sua mente, attraverso le forme
colpisce con intensità i sensi e provocando emozioni plastiche attraverso i
rapporti che egli crea, risveglia in noi risonanze profonde, ci da la misura di
un ordine partecipe dell’ordinamento universale, determina movimenti diversi
del nostro spirito e del nostro cuore. È qui che avvertiamo la bellezza.".
Per pubblicare con Rupe Mutevole Edizioni invia un'e-mail
(info@rupemutevole.it) alla redazione inviando il tuo inedito, se vuoi
pubblicare nella collana "Trasfigurazioni" con la collaborazione di
Oubliette Magazine invia ad: alessia.mocci@hotmail.it
Written by Alessia Mocci
Addetta stampa (alessia.mocci@hotmail.it)
Info
http://www.rupemutevoleedizioni.com/
http://www.rupemutevoleedizioni.com/letteratura/novita/prima-dell-anima-di-paola-froncillo.html
Fonte
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