Per fare progressi, si deve tenere socchiusa la porta verso l’ignoto
- socchiusa solamente.
(Richard Feynman)
È
il primo passo per intraprendere l’avventura della conoscenza: il dubbio. Sapere di non sapere, come
nella filosofia socratica. E infatti, che cos’è la scienza, se non una sfida
attraverso la porta dell’ignoto? Perché è proprio qui, sul bordo della
conoscenza, affacciati sul mistero, che brucia la passione della scienza e di
quella forza istintiva che ci porta ad essere quello che siamo. E che ci spinge
a intraprendere il “folle volo”: per andare a vedere.
Ecco,
allora, che questa decima edizione del Festival delle scienze, in programma
da giovedì 22 a domenica 25 gennaio
all’Auditorium Parco della Musica di Roma, prodotto dalla Fondazione Musica per Roma, in
collaborazione con Codice. Idee per la
Cultura, è la celebrazione dell’incertezza. Dell’ignoranza, anche: perché è proprio ciò che non sappiamo a fare da
spinta propulsiva a domande sempre nuove. Sulla base di risposte basate sulle
migliori evidenze ma, per la loro stessa natura, potenzialmente sempre errate.
Non resta, allora, che imparare a essere a nostro
agio nell’incertezza: anzi, “negative
capability”, come la definiva il poeta John Keats. Ovvero, essere capaci di
restare nel dubbio, senza ostinarsi a cercare frettolosamente spiegazioni. Ma
allora, che rapporto c’è tra incertezza e indeterminatezza? E tra incertezza e
caso? Cosa si nasconde dietro al concetto di infinito? E la materia oscura, i
buchi neri? Come usiamo la segretezza nella politica?
Tra
analisi scientifica, indagine filosofica e incursioni nel futuro che è già qui,
il festival è un’avventura attraverso lectio magistralis, incontri, dibattiti,
eventi per le scuole, mostre ed exhibit, spettacoli, con i grandi nomi della
ricerca scientifica italiana e internazionale. Ma anche con filosofi, storici
della scienza, scrittori, giornalisti, esperti, che indagano il significato
delle domande che guidano il nostro
cammino verso la conoscenza. Seguendo le parole del fisico Stephen Hawking:
“Il più
grande nemico della conoscenza non è l’ignoranza, ma l’illusione di sapere”.
Dopo l’inaugurazione istituzionale in
programma giovedì 22 gennaio alle ore 10.30, alla quale prendono parte il Presidente della Commissione
Turismo, Moda e Relazioni Internazionali on. Valentina Grippo e il
Presidente di INAF Istituto Nazionale di Astrofisica Giovanni Bignami, è il fisico Carlo Rovelli, alle
18 in Sala Petrassi, ad aprire idealmente il festival con la sua lectio La
scienza ci dà certezze? (introduce e modera Vittorio Bo): “L’unica
strada per imparare qualcosa è partire dal riconoscere che non sappiamo”. Per
raccontare che "Socrate girava per
le strade di Atene ponendo domande a cui nessuno sapeva rispondere - spiega
Rovelli - gli ateniesi hanno finito per
metterlo a morte. Oggi è meno pericoloso indicare l’ignoranza di chi sostiene
di conoscere verità; ma è altrettanto impopolare”. Ecco, allora, che è
l’incertezza, la consapevolezza che ciò che non vediamo è immensamente più
grande di ciò che vediamo, l’essenza stessa dell’essere umano. Con la costante consapevolezza dei propri limiti.
Al
Festival non solo fisica ma anche filosofia con il concerto/spettacolo Mare
Ignotum. La paura della paura, in programma in Teatro Studio Borgna venerdì 23 gennaio alle 21, con la
partecipazione di Maurizio Ferraris e
interpretato da Patrizia Polia e dall’orchestra PMCE (Parco della Musica Contemporanea Ensemble)
a cura di Oscar Pizzo.
Ma
l’incertezza è misurabile? Calcolabile? È
lo scrittore e accademico inglese Dylan
Evans, venerdì 23 gennaio alle 16
in Sala Petrassi, a parlare di Risk intelligence. Come calcoliamo (male) l’incerto
(introduce Simona Morini). Perché giocatori professionisti, meteorologi,
speculatori finanziari, investigatori hanno un segreto: una dote finora
sconosciuta, che Evans ha chiamato intelligenza
del rischio. Usata per muoversi nelle zone d’ombra dell’incertezza, anche
nelle piccole decisioni che prendiamo ogni giorno.
È invece il grande matematico Marcus du Sautoy dell’Università di
Oxford a raccontare al pubblico del Festival Numeri e incertezza (giovedì 22 gennaio alle 21 in Sala
Petrassi; introduce Claudio Bartocci). Su come si possa cercare di Calcolare
l’incertezza con precisione intervengono, sabato 24 gennaio alle 11 in Sala Petrassi, Jeff Leek, professore associato di Biostatistica e Oncologia alla
Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, e David Hand, professore di Matematica all’Imperial College di Londra
e autore di Il caso non esiste (introduce Jacopo Romoli).
La
sete di conoscenza è da sempre la spinta a sporgersi verso l’ignoto: e cercare
di svelare i segreti (ancora irrisolti) dell’Universo. Ecco, allora, che il
pubblico del festival può penetrare quella “porta socchiusa” verso l’infinito.
L’infinitamente piccolo, con Melissa
Franklin, direttrice del dipartimento di Fisica di Harvard, che venerdì 23 gennaio alle 18 in Sala
Petrassi conduce gli spettatori attraverso La misura dell’incertezza e l’incertezza
della misura (introduce Mauro Dorato).
E l’infinitamente grande: per
chiedersi Cosa ancora non conosciamo e forse non potremmo mai conoscere
nell’universo, sabato 24 gennaio alle 21 con John Barrow, professore di Scienze Matematiche a Cambridge, e Caleb Scharf, direttore del Centro di
Astrobiologia della Columbia University (introduce Amedeo Balbi). Per delineare
una scienza intera che è basata sull’impossibilità di una vera osservazione: la
Cosmologia, che studia proprio un Universo del quale esistono intere porzioni
che non potremo osservare mai.
E tratteggiare una scienza dell’inaspettato, dai
buchi neri agli “esopianeti”. Fino a scoprire che l’evoluzione stessa è basata
su qualcosa di imprevedibile, con il paleontologo e biologo evoluzionista dell’Università
del Kansas Bruce Lieberman e Telmo Pievani, esperto di teoria dell’evoluzione
dell’Università di Padova, ne Il caso e l’incertezza nell’evoluzione della
vita, sabato 24 gennaio alle 15
in Sala Petrassi (introduce Vittorio Bo).
La
saggezza, spiegava Platone nell’Apologia
di Socrate, consiste nel non illudersi di sapere ciò che non si conosce. Ma
a quali rischi può invece portare l’assenza di dubbio? È su Il pericolo delle certezze
che si concentra la lectio magistralis del filosofo della New School for Social
Research Simon Critchley, sabato 24 gennaio alle 19 in Sala
Petrassi (introduce Antonio Pascale). Sui concetti di Ignoranza e conoscenza, e
su come si producano negli esseri viventi, si confrontano in dialogo domenica 25 gennaio alle 15 in Sala
Petrassi Achille Varzi, professore di
Filosofia alla Columbia University, e Stuart
Firestein, direttore del Dipartimento di Scienze Biologiche della Columbia
University (introduce Matteo Morganti).
Perché conoscere non è solo accumulare
informazioni: eppure, se le nostre scoperte si basano sull’esperienza, come
definiamo – a parole – quello che non sappiamo? È Angelika
Kratzer, docente al Dipartimento di Linguistica all’Università del
Massachussets, che domenica 25 gennaio
alle 17 in Sala Petrassi affronta Il linguaggio dell’incertezza. Come parliamo
dell’incerto (introdotta da Paolo Santorio).
Quanto
incide la conoscenza sul controllo della società? Su La guerra per la conoscenza si
concentra nella sua lectio magistralis di domenica
25 gennaio alle 11 in Sala Petrassi Peter
Ludlow, professore di Filosofia alla Northwestern University e studioso di
questioni come i “cyber diritti” e le leggi e le strutture che governano anche
le comunità virtuali: inclusi i giochi online (introduce Fabio Chiusi). Ma
esistono certezze quando si parla di morale? Sulle (In)certezze su libertà e responsabilità
si confrontano domenica 25
gennaio alle 19 in Sala Petrassi i filosofi Erin Kelly e, in collegamento Skype, Daniel Dennett della Tufts University (introdotti da Mario De Caro).
Secondo il quale “le ricerche sul
cervello non hanno dimostrato che la responsabilità morale sia un’illusione”.
Ma allora, cosa la determina? È qui che forse inizia il mistero più
affascinante – e insoluto – sull’essere umano.
Alle
scuole sono invece dedicate una serie di iniziative patrocinate da Roma
Capitale - Assessorato alla Scuola, Infanzia, Giovani e Pari Opportunità: nel laboratorio
didattico Chi ha paura del buio?, a cura di INAF Istituto Nazionale di
Astrofisica in collaborazione con l’Osservatorio
Astronomico di Roma in programma al mattino giovedì 22 e venerdì 23 gennaio, i ragazzi delle scuole elementari
e medie possono fare nuove scoperte in compagnia degli scienziati di INAF – Osservatorio
Astronomico di Roma. Giovedì 22 e venerdì 23 gennaio gli studenti delle
superiori potranno invece assistere alla conferenza e proiezione Prossimamente… la scienza per
sconfiggere il tabù della scienza in TV (con Andrea Ferrara, docente di Cosmologia alla Scuola Normale di Pisa; a
cura di INAF Istituto Nazionale di
Astrofisica e RAI Educational). In
programma per i ragazzi delle scuole medie anche un laboratorio di giornalismo
a cura di Agenzia Ansa in cui è
possibile seguire tutte le fasi della lavorazione di una notizia.
L’incertezza,
durante i giorni del festival, è anche spettacolo: e un grande gioco. Nel Foyer
Petrassi l’exhibit Indovina che?, due tabelloni, un mazzo di carte e la scienza
che si mette in gioco ma non tira a indovinare. Nel Foyer Sinopoli Tutto
quello che non so, un gigantesco exhibit multimediale e interattivo in
cui basta scegliere un argomento per poter esplorare contenuti e buttarsi
nell’ignoto (a cura di Davide Coero
Borga, dmostra | la scienza prende forma).
Quello
che non so è anche il titolo di una conferenza/spettacolo
a cura di INFN Istituto Nazionale di
Fisica Nucleare che conduce il pubblico in un viaggio alla scoperta di
alcuni dei misteri più affascinanti della ricerca contemporanea, dalla
supersimmetria alla materia oscura, dall'antimateria ai neutrini (venerdì 23 gennaio alle 21 in Sala Petrassi) con Fernando
Ferroni, presidente dell’INFN, il fisico teorico Antonio Masiero e la ricercatrice Camilla Maiani (tra i protagonisti della scoperta del bosone di
Higgs al CERN), la partecipazione in collegamento video di Fabiola Gianotti, direttrice generale del CERN e la voce narrante
di Stefano Benni. È invece dedicato alla costanza dell'evoluzione e ai repentini balzi
avanti della conoscenza la
narrazione/spettacolo Natura non facit saltus, scientia facit
di e con Giovanni Bignami prodotto
da Media INAF (sabato 24 gennaio alle 21 in Teatro Studio Borgna). Perché cos’è la
storia del progresso umano, se non un coraggioso salto nel buio?
Al
Festival è in programma anche la mostra Meet LHC,
dedicata ai 60 anni del CERN e al contributo italiano ai suoi successi, in cui si
può ripercorrere la storia dell'LHC, il più grande e potente acceleratore di
particelle mai realizzato (a cura di INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare).
Una vera e propria visita virtuale all’LHC e ai grandi rivelatori che misurano
le proprietà delle particelle elementari è possibile durante la presentazione
del libro Particelle familiari (Laterza) in programma sabato 24 gennaio alle 17 in Teatro
Studio Borgna: con l’autore Marco Delmastro, fisico del CERN, e
la giornalista Natascha Lusenti (introduce Jacopo Romoli).
Quest’anno
ci si interroga anche ai fornelli con le lezioni
di cucina di Carmelo Chiaramonte: domenica 25
gennaio alle 18.30 al Teatro Studio Borgna appuntamento con Mangiocomeparlo
per esplorare il sapore in mutazione delle parole in uso tutti i giorni.
Come
di consueto, infine, i microfoni di Radio3
Scienza tornano all'Auditorium Parco della Musica di Roma per dare voce, dal
23 al 25 gennaio, ai protagonisti del Festival delle Scienze.
QUI
E' SCARICABILE IL PROGRAMMA
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