Non saremmo romanisti se l'unica cosa che per noi contasse fosse vincere.
Stasera non sarebbe stata una beffa, una disfatta immeritata.
Stasera, con tutto il rispetto per il Cesena, è stata la Roma l'artefice negativo di tutta la partita.
Lo so, anche il Romanismo si evolve, ma per chi è un inguaribile romantico "vecchie maniere" come me, ci sono state mille mila sconfitte in cui, nonostante l'aver perso, ci sentissimo orgogliosi di una squadra che aveva giocato con le "3 G", gioco, grinta e generosità, onorando col sudore la Maglia.
Una cosa che da anni, se non a sprazzi, io non riesco a vedere più nella "Maggica".
Totti, invece, è sempre un grande, forse lo ammiro più ora che quando era nei suoi anni d'oro.
Anche stasera diverse delle migliori azioni della partita, tra assist e tiri in porta, sono venute da lui.
L'ex Pupone indolente e strafottente, oggi che è l'ultima leggenda del Calcio, è diventato un giocatore umile e che non si sottrae mai a responsabilità sempre più pesanti per un calciatore che ormai ha già dato e dimostrato tutto e può solo sbagliare.
Come tirando un calcio di rigore al 95' in una partitaccia come stasera.
Menzione d'onore anche per Radja, che, in attesa di Florenzi, è uno che esprime sempre i Valori del Romanismo.
Per il resto, invece, ho visto una squadra molle, flaccida, senza idee, senza gioco con giocatori senza alcun ardore.
Mai schiavi de risultato.
Anche e soprattutto quando si vince in così malo modo.
Sempre e comunque daje Roma, daje!
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