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venerdì 23 dicembre 2011

"Può una casalinga scrivere il Grande Romanzo?"

Una questione che sembra futile ma che centra in modo diretto il problema della creatività femminile.

Scrivere per una donna diventa sottrarre tempo all'arte della cura, superare il processo di Norimberga interno e i propri sensi di inadeguatezza, credere in se stessa.
Ma c'è sempre una verdura da mondare, uno spezzatino da far bollire, un cane balordo da scendere, una figliastra a cui obbedire e un marito da servire... e poi c'è lei, la sepolta viva: la fanciulla paradossale che abita dentro e che sogna di diventare una pagina di Grande Letteratura.
Ma, soprattutto, per ogni donna dotata di moto apparente c'è un Angelo sterminatore appollaiato sulla grondaia pronto a colpire inesorabile se la sventurata osa avventurarsi oltre il paesaggio domestico.

Un'avventura dell'anima ridotta ai minimi e miseri termini di una commedia umana, ridicola e paradossale che diventa feroce proprio perché ironica nei contenuti come nello Stile: un linguaggio che impasta regionalismi e lessico colto e dispiega una sintassi ampollosa e arcaica che miscela la capacità affabulatoria dei contastorie popolari con il linguaggio tipico di quella Letteratura d'Appendice che è stata a lungo la materia dei sogni delle lettrici, istruite e non, dell'Italietta dei romanzi a puntate sui quali si formava la lingua nazionale e l'immaginario piccolo borghese della Letteratura fine Ottocento.

Ogni Capitolo di questa "epica stravagante" è una citazione di quei capolavori della Letteratura popolare (sentimentale ed eroica, storica e passionale) così come ogni parola o giro sintattico sono la parodia di una lingua che nell'altisonanza cerca di dare dignità e valore alle bassezze umane.

In questo mondo narrativo ogni personaggio è vivo solo perché cambia continuamente gli epiteti: Olghina la rancorosa, Lardo il balordo, Romeo lo schizzinoso, Mariagiulia la sfiancata e sono tutte aggettivazioni in negativo, tutte "mancanze" e inadeguatezze... di fronte alle quali solo la Sepolta viva, per paradosso, sembra vita vera...

Non esistono libri così: audaci nel linguaggio, colti e popolari insieme, feroci nello scandaglio delle paure femminili e capaci, attraverso la scrittura (lo Stile), di indicare un riscatto trasformando il buco nero della creatività in un pozzo dei desideri.

"La vendetta della Sepolta viva di Rosaspina di Belvedere" di Giuseppina Pieragostini è un romanzo non autobiografico (dice lei) ma vero. Parola dopo parola.

Lo puoi trovare, per ora:
Mondadori-Bibliopolis, via del Pellegrino 94 (Roma)
Spazio-Incontro, Casa internazionale delle donne di Roma
Libreria Popolare di via Tadino 18, Milano

Dopo Natale:
Libreria Universitaria Leggere, Arezzo
Libri&Libri via P.Amedeo 158, 70121 Bari.

e ordinarlo a: ilcasoeilvento.giuliani@gmail.com

Rigorosamente stampato su carta ecologica.

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