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venerdì 23 marzo 2018

L'ultima frontiera della sharing economy: l'Home Restaurant Hotel. Un vademecum spiega come trasformare la propria casa in un albergo (anche senza autorizzazioni)

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Gaetano Campolo, 31 anni cuoco di Reggio Calabria, fonda il sito www.homerestauranthotel.it dove il B&B diventa un hotel a 360 gradi tra le mura domestiche. 

“Questa è un’opportunità per il turismo e si potrà aprire anche nelle zone vietate dai comuni alle strutture alberghiere” guardando sempre le leggi Regionali sui B&B in caso di commistione. 
Il 28 marzo la presentazione al Consiglio Regionale della Calabria sala Monteleone. Sono invitati Disoccupati, Cassaintegrati e Curiosi per questa opportunità di lavoro.

L’idea è al contempo semplice e rivoluzionaria: fare della propria casa un hotel a 360 gradi sulla scia di chi, lanciando Uber, ha fatto della propria auto un taxi a disposizione di tutti. 

Una novità assoluta, pensata e realizzata dal cuoco Gaetano Campolo, 31 anni di Reggio Calabria, che lo scorso 15 gennaio ha trasformato tutto questo in un business, dando vita alla piattaforma on line www.homerestauranthotel.it, su cui basta iscriversi, fornire le proprie indicazioni e dare il via al primo hotel “fatto in casa”: in pratica una sorta di bed&breakfast esteso anche a pranzo e cena. 

Anche nelle zone in cui non vengono rilasciate autorizzazioni dal Comune per l’apertura di attività alberghiere. E ovviamente nella piena legalità.

Di questo si parlerà nella:

Conferenza Stampa (aperta a tutti)
mercoledì 28 marzo
ore 15
sala Monteleone - Consiglio Regionale della Calabria
Reggio Calabria

(diretta Facebook su https://www.facebook.com/HRHITALY/)

Interverrà lo stesso cuoco-imprenditore Gaetano Campolo a illustrare le novità della sua idea con la partecipazione dell’avvocato Giorgio Taormina.

“Finalmente verrà presentato il vademecum e chiunque potrà aprire in tutta tranquillità un Home restaurant con b&b, cioè un home restaurant hotel. La piattaforma offre anche la possibilità di iscriversi come cuoco a domicilio o solo come home restaurant o solo come b&b – spiega Campolo -. Il fine comune, nel pieno rispetto della normative europee, è quello di offrire opportunità lavorative e aumentare l’offerta turistica, con un occhio di riguardo al Sud Italia. Ora tocca alle istituzioni darci gli strumenti per portare avanti l'opera che abbiamo iniziato a Reggio Calabria, portando avanti il vademecum, così da far accedere la startup Home restaurant hotel ai fondi europei: pensiamo che in Francia un’esperienza simile come quella di Vizeat ha ottenuto fondi per circa 1.2 milioni di euro”.

La forza quasi irresistibile dell’offerta proposta da Campolo – con esperienze lavorative a Londra, uno stage al Radisson Blue Hotel di Galzignano Terme (Padova) e un corso di cucina alla Chef Academy a cui ha fatto seguito uno stage alla “Vespasia” a Norcia, promessa stella Michelin, della famiglia Bianconi, Ospitalità Bianconi dal 1860, per arrivare all’alloro di cuoco con una votazione di 90 su 100 – è l’attrattività e la facilità con cui un turista può gestire la propria vacanza in piena libertà, godendo delle comodità di un hotel (e quindi senza pensare al pranzo) ma senza le formalità del classico soggiorno, che spesso imbrigliano il turista stesso in orari da rispettare.

Una vacanza quindi all’insegna del social eating, un settore di mercato all'interno della sharing economy, l’economia di condivisione, che prevede la preparazione di pasti come pranzi o cene nel proprio domicilio a pagamento con persone sconosciute ed incontrate tramite una piattaforma software on line. Ma Home restaurant hotel è un vantaggio anche per chi, magari in difficoltà con il lavoro, può reinventarsi come albergatore o ristoratore mettendo a disposizione la casa o la propria esperienza.

Gli home restaurant di Firenze (il primo è stato aperto da Campolo nel giugno 2015 mettendo a disposizione la suite di un appartamento nel cuore del capoluogo toscano) e Reggio Calabria stanno raccogliendo infatti un enorme consenso tra i gusti degli italiani e dei turisti di tutto il mondo che vengono a visitare i nostri luoghi con il desiderio di confrontarsi soprattutto con la nostra cultura culinaria, essendo conosciuta, la nostra enogastronomia, come la più unica e ricca al mondo.

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