Primarie a Milano
Un Patto Molotov-Ribbentrop all’amatriciana ?
*) aldo ferrara
In milanese si dice “ me veni en dubi”: non sembra cioè casuale che l’Unione si sia presentata alle primarie divisa tra Milly Moratti, Fo e Ferrante, dunque a ranghi non compatti mentre la candidatura della CdL è unica nella persona di Letizia Moratti. La situazione appare speculare a quella che si sta profilando per Roma. Nella capitale il Polo appare disunito con due candidati in competizione, entrambi ministri, Alemanno e Baccini mentre a sinistra Veltroni appare indiscusso candidato quasi vincente. ed allora ci si chiede:come mai Veronesi, ex Ministro, ha preferito rinunciare quando se presente nella scena politica avrebbe stracciato qualunque altro candidato a Milano, di cosa ha discusso ad Arcore con il Cavaliere, pochi mesi addietro? Come mai si è rifugiato dietro una sorta di lesa maestà da primarie?
Ci rode un tarlo: che vi sia un tacito, e forse neanche tale, patto di non aggressione per le due realtà urbane più importanti del paese. La Milano riformista di Turati, dei Sindaci socialisti da Greppi a Filippetti ad Aniasi, è diventata il centro della politica degli affari della CdL, della cementificazione inarrestabile e delle società di produzione Radiotelevisive, il core della politica iperliberista, appoggiata dalla Lega, il centro degli affari di Berlusconi. Roma, la capitale nella quale pure il 49% dei voti va alla destra, una destra sociale e di clientele ministeriali, deve quindi restare in salde mani della sinistra. Le rispettive divisioni dell’Unione a Milano e della CdL a Roma non sembrano causali ma rientrare in un patto di non aggressione così ben delineato da indicare una suggestione: che non si siano messi d’accordo magari con una telefonata a quattro voci? Come dice il titolo una sorta di casereccio patto di non aggressione.
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