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martedì 13 maggio 2008

Alberto Spampinato: "Non lasciamo soli i giornalisti anti-mafia"

Su "Problemi dell' informazione"

un saggio di

Alberto Spampinato:

"Non lasciamo soli i giornalisti anti-mafia"

Nel sito dell'Unione cronisti: Alberto Spampinato racconta Giovanni Spampinato (ucciso dalla piovra nel 1972 a Ragusa).

Roma, 12 maggio 2008. Minacciati, intimiditi, censurati, costretti a vivere con la scorta armata: sono i cronisti di mafia, sui quali mondo giornalistico ed editori dovrebbero fare ''una attenta riflessione'', che finora non c'è stata, per ''riconoscere la specialità di questa casistica, definire uno status più preciso del giornalista minacciato, stabilire criteri di valutazione più idonei del suo comportamento''. E' l'auspicio di Alberto Spampinato, quirinalista dell'ANSA, in un saggio pubblicato sul nuovo numero della rivista "Problemi dell'informazione", diretta da Angelo Agostini.

Per trovare ''le notizie più pericolose'', dice Spampinato, consigliere nazionale della Federazione della stampa e fratello di Giovanni, corrispondente del quotidiano L'Ora ucciso a Ragusa nel 1972 mentre pubblicava inchieste sui gruppi eversivi neofascisti e su un oscuro omicidio, un cronista deve avere l'indole del lupo solitario che esce dal branco. Deve accettare rischi che non finiscono al momento dello scoop, ma anzi dal momento della pubblicazione aumentano. Il giornalista 'indiscreto' comincia così a ricevere pressioni, minacce, attentati che si intensificano se non da' prove di ravvedimento. Acuto osservatore di questo fenomeno da oltre trent'anni, Spampinato sottolinea che la situazione personale di questi cronisti si complica anche nel rapporto con gli altri giornalisti. ''Di solito i colleghi prudenti rimproverano la fuga in avanti al cronista che si è ribellato alla regola del quieto vivere. Più o meno apertamente, lo accusano di aver violato un patto tacito, e di averlo violato per farsi bello a loro spese''. Il cronista minacciato dovrà così ''fare i conti con queste complicazioni, a volte insormontabili, quando l'Ordine dei giornalisti, chiamato a esaminare il caso, esiterà, come spesso accade, fra il giudizio salomonico e la colpevolizzazione dell''imprudente'''. Perciò, per Spampinato, in questi casi ''gli organismi di tutela deontologica dovrebbero impiegare organi di giudizio speciale, o quantomeno rafforzati con la partecipazione di competenze specifiche''. (ANSA).

SUL SITO DELL'UNCI PUBBLICATO IL LIBRO DEDICATO AI GIORNALISTI UCCISI O FERITI DALLA MAFIA O DAL TERRORISMO

Roma, 12 maggio 2008. E' on line sul sito dell'Unci - www.unionecronisti.it - il libro che rievoca la vita e l'impegno di tutti i giornalisti italiani che nel dopoguerra sono stati uccisi o feriti per la loro fedeltà all'imperativo etico professionale di riferire la verità sostanziale dei fatti. Il libro, in formato Pdf, può essere letto e scaricato tutto intero o per capitoli. La pubblicazione è stata presentata sabato 3 maggio in Campidoglio nella 'Giornata dei giornalisti uccisi dalle mafie e dal terrorismo' organizzata dall'Unione Nazionale Cronisti Italiani, d'intesa con Fnsi e Ordine dei giornalisti, in concomitanza con la Giornata mondiale della libertà di stampa. Il libro, scritto da 18 cronisti, ricorda i colleghi vittime della violenza, a partire dagli 11 di mafia, camorra e terrorismo: Giuseppe Alfano, Carlo Casalegno, Cosimo Cristina, Mauro De Mauro, Giuseppe Fava, Mario Francese, Peppino Impastato, Mauro Rostagno, Giancarlo Siani, Giovanni Spampinato, Walter Tobagi. Poi i giornalisti uccisi all'estero o in Italia in circostanze diverse: Ilaria Alpi, Enzo Baldoni, Ezio Cesarini, Raffaele Ciriello, Eugenio Colorni, Maria Grazia Cutuli, Almerigo Grilz, Gabriel Gruener, Marco Luchetta, Enzio Malatesta, Carlo Merli, Carmine Pecorelli, Guido Puletti, Antonio Russo e poi Graziella De Palo e Italo Toni scomparsi in Libano. Quindi gli operatori televisivi Dario D'Angelo, Miran Hrovatin, Alessandro Ota e Marcello Palmisano e Maurizio Di Leo, tipografo ucciso "per errore" dai Nar. Infine i colleghi "gambizzati" dai terroristi: Vittorio Bruno, Nino Ferrero, Antonio Garzotto, Indro Montanelli, Guido Passalacqua, Franco Piccinelli, Emilio Rossi e Giancesare Flesca e Giuliana Sgrena feriti all'estero. Sono inoltre pubblicate le foto della Giornata del 3 maggio cui hanno partecipato decine di familiari dei giornalisti colpiti. Il sito, realizzato e gestito da Lorenzo Grassi, presenta tutta l'attività compiuta dall'Unci a difesa del diritto-dovere di cronaca e a sostegno dei cronisti nel loro impegno quotidiano, da comunicati e interventi, alle manifestazioni, al Premio Cronista - Piero Passetti, ai resoconti di Congressi e Consigli nazionali dell'Unione. Pubblicati anche una breve storia dell'Unci, Statuto e dirigenti. (ANSA).

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