Otto Paesi in gara alla dodicesima edizione del Cous Cous Fest di San Vito Lo Capo, la cittadina sulla costa tirrenica in provincia di Trapani, dal 22 al 27 settembre.
San Vito Lo Capo da borgo di pescatori, nella baia tra Capo San Vito e la punta di Sòlano, all'estremità della penisola che chiude a ponente il golfo di Castellammare, è diventato in pochi anni centro di scambio e di confronto tra popoli attraverso il cous cous, piatto della pace ricco di simbolismi e cultura.
L'happening che da quest'anno assurge ad International Festival of Cultural Integration, richiama, nella cittadina balneare con la sabbia corallina, migliaia di aficionado e vedrà impegnati qualificati cuochi provenienti dai Paesi dove il Cous Cous regna sovrano e novelli gastronomi che dovranno cimentarsi nella difficile arte di preparare la squisita pietanza portata dagli arabi, poco prima dell'anno Mille.
L'evento, organizzato dal Comune di San Vito Lo Capo e dall'agenzia Feedback, ha il merito di riunire intorno ad un tavolo israeliani e palestinesi, cristiani e musulmani. Scenderanno in campo chef del Mediterraneo ma anche del Medio Oriente e del Continente europeo, dalla Costa d'Avorio alla Francia, Israele, Italia, Marocco, Palestina, Senegal e Tunisia che si affronteranno proponendo il cous cous cucinato secondo la propria tradizione gastronomica.
Nato come piatto povero, il couscous, chicchi fatti con semola, in alcune regioni con orzo o miglio, si può preparare anche con il pesce cotto in una speciale pentola di terracotta smaltata. La ricetta trapanese prevede, anguille, scorfani rossi, scorfani neri, vopa, gallinella, luvaro, gambero o scampo, dentici, cernie, mandorle e zafferano.
In alcuni paesi del Magreb, il cuscus, considerato piatto tradizionale è cotto più volte con carne e verdure con aggiunta di mandorle, cannella e zucchero. In Marocco con pesce in salsa agrodolce, uvetta e cipolle.
In voga presso gli imazighen, il popolo delle montagne e delle valli del Nordafrica, il couscous si è diffuso in breve in tutto il mondo. Con i cereali che coltivavano, il frumento, ma soprattutto l'orzo, il miglio e il sorgo, i "berberi" preparavano "pappe" con acqua o latte e con la cottura a vapore ebbe nuovo sviluppo, tanto da comparire nei resoconti dei viaggiatori nel Magreb.
Novità rispetto alle passate edizioni, gli chef si confronteranno in sfide ad eliminazione diretta. La giuria composta di cento persone con voto pubblico e da una giuria tecnica, presieduta da Edoardo Raspelli, conduttore di Melaverde, e composta di giornalisti, scrittori ed opinion leader del mondo dell'enogastronomia. Tra gli ospiti della rassegna Donatella Bianchi, conduttrice di Linea Blu e Laura Ravaioli, giornalista enogastronomica.
Invitati al meeting gli chef stellati siciliani che si esibiranno con le loro specialità. Carmelo Chiaramonte, il "cuciniere errante", Ciccio Sultano, chef e patron del Duomo di Ragusa Ibla, tre forchette del Gambero Rosso e due stelle Michelin, e Pino Cuttaia, chef e patron de
Nelle varie location, saranno presentati:
La rassegna prevede momenti di approfondimento dedicati alle specialità gastronomiche regionali abbinate ad etichette siciliane, incontri culturali, talk show e seminari sul tema dell'enogastronomia.
Artisti di strada, mangiafuoco, giocolieri, saltimbanco, musica e concerti faranno da sottofondo al meeting di cucina, religione e folklore. Domenica 27 la proclamazione della nazione vincitrice.
mario carillo - napoli-news.net
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