La Cia ricorda come già nell'ultimo anno le famiglie hanno speso più per i carburanti e i trasporti (484 euro al mese) che per il cibo (468 euro). E' chiaro quindi che oggi ogni rincaro alla pompa va a pesare ulteriormente sul budget per la tavola, già "magro" per colpa della crisi (-4% nel primo semestre). La scia dell'effetto Siria continua a tenere alti i prezzi dei carburanti in Italia, con la benzina che supera gli 1,88 euro al litro.
Ma già nell'ultimo anno ogni famiglia ha dovuto spendere in media più per trasporti, combustibili ed energia che per il cibo: 484 euro al mese contro 468. E' chiaro quindi che ogni nuovo rialzo rischia di pesare ulteriormente sulla spesa alimentare, "rosicchiando" altre quote al budget per la tavola, già "magro" per colpa della crisi. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.
La spesa alimentare degli italiani, infatti, è già crollata del 4 per cento circa nei primi sei mesi del 2013 -ricorda la Cia-. Ecco perché questi nuovi rincari sono preoccupanti, così come l'ipotesi di finanziare la cancellazione dell'Imu con l'aumento delle accise.
Non si può dimenticare che già adesso una famiglia destina mediamente il 5,6 per cento della spesa mensile a carburanti ed energia, mentre ad alimenti come pane e pasta va solo il 3,2 per cento, e al pesce addirittura solo l'1,7 per cento -aggiunge la Cia-. Allo stesso modo non si può ignorare che i costi del trasporto incidono sul prezzo finale dei prodotti agroalimentari per il 35-40 per cento.
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