L'UNIONE EUROPEA RICONOSCE IL RISANAMENTO DEI CONTI DELLO STATO.
di Raffaele .Pirozzi e Giuseppe .Biasco
Il viaggio a Bruxelles che ha fatto Tommaso Padoa Schioppa, ex ministro delle Finanze e del Tesoro del precedente Governo, è stato per incontrare il Commissario Europeo alla Economia, lo spagnolo Almuna.
Il motivo dell'incontro era la fine della procedura di infrazione per l'Italia avviata per il mancato rispetto del patto di stabilità tra i paesi che adottano come moneta l'euro.
Il risanamento economico del nostro paese è stato giudicato dalla Commissione:reale, strutturale ed è ben rappresentato dal rapporto tra il deficit dello Stato ed il P.I.L., che è rientrato al di sotto del 3%, livello massimo consentito dalla unione Europea.
Questo significa che la moneta europea si è rafforzata, che in una fase di grave crisi economica internazionale, l'Italia si presenta con tutte le carte in regole per riprendere lo sviluppo interrotto.
Per la seconda volta Romano Prodi, con il suo Governo riporta il nostro paese in Europa.
Infatti, nel 1996, con l'allora ministro Carlo Azeglio Ciampi, l'azione rigorosa e determinata del primo Governo Prodi, permise all'Italia di uscire dalla tremenda crisi che aveva sconvolto la nostra economia a partire dall'inizio degli anni 90, che portò alla svalutazione della lira.
La nostra moneta era uscita da quello che si chiamava il "serpente monetario", la banda di oscillazione che permetteva alle monete di essere dentro il percorso degli accordi di Maastricht ed al Trattato sull'Unione.
La lira era stata svalutata dal Governo Amato di oltre il 30% e l'Italia non aveva nessuna possibilità di entrare nel primo gruppo dei paesi che avrebbero adottato la moneta unica.
Alla fine di quel percorso la nostra moneta era talmente stabile che il cambio euro/lira fu fissato ben al di sotto delle duemila lire. Addirittura fu fissato a 1936,25 al posto della valutazione dell'ECU, la moneta europea utilizzata come riferimento dei tassi di scambio, che era stata per lungo tempo ferma a 1956,72.
Quella fu la prima volta, la seconda è propria quella di questi giorni. L'Italia durante il periodo del Governo Berlusconi, con il ministro Tremonti e la sua finanza creativa, fatta di condoni fiscali e vendite a basso costo degli immobili di proprietà pubblica, avevano provocato un aumento del deficit dello Stato ed una crescita vicino allo zero del P.I.L., portando il loro rapporto percentuale a superare il 4,2%, livello che aveva provocato la procedura di infrazione che ieri è stata tolta.
Per oltre tre anni siamo stati nel rischio di una condanna che avrebbe significato il pagamento di parecchi miliardi di multa, fino alla uscita del nostro paese dall'euro.
Il Governo Berlusconi ed il suo ministro preferito in nessun modo vigilarono sulla spaventosa speculazione che fu messa in atto un quelle settimane dai commerciati e dalle banche.
Eppure, oggi Prodi lascia il Governo perché ritenuto responsabile dell'impoverimento del paese che ritiene, la moneta europea la causa di tutti i mali e del carovita.
L'assurdità di queste ore sta proprio in questa percezione sociale sul ruolo del Governo Prodi: chi ha provocato i guasti ha accusato chi li ha corretti di essere la causa di tutti i mali, i cittadini hanno dato credito a lui consentendogli una maggioranza mai vista prima.
Napoli, 12/05/08
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